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 2020  ottobre 12 Lunedì calendario

Alla Biennale Danza protagonisti i corpi extraordinari

Alla Biennale Danza di Venezia vincono i corpi (extra)ordinari. Al centro del palco del festival, in laguna da domani al 25 ottobre, si impongono, come protagonisti assoluti, danzatori/coreografi la cui poderosa immagine rivoluziona i codici estetici e le convenzioni di un’arte tradizionalmente protesa verso un’idea di fisicità giovane, dalle proporzioni perfette. Così il corpo naturale conquista il potere, tra poesia e un’abbondante dose di auto-ironia.
A partire dal Leone d’oro di quest’anno, la spagnola Maria La Ribot, danzatrice-coreografa contesa tra la Tate Modern di Londra e il Centre Pompidou di Parigi, che non teme di esibire nudo il proprio longilineo corpo di 58enne, elevato a manifesto di umoristica rivendicazione femminista. E come Chiara Bersani, danzatrice disabile la cui statura in miniatura è inversamente proporzionale alla fama d’artista: premiata con l’Ubu e musa del coreografo Alessandro Sciarroni (Leone d’Oro nel 2019), porta a Venezia il suo Gentle Unicorn, in cui incarna poeticamente il mito ibrido dell’unicorno. E all’Arsenale Olivier Dubois, coreografo di straripante talento, premiato come migliore danzatore della scena contemporanea, sarà interprete di Pour sortir au jour, in cui affronta il pubblico con esuberante fisicità, in mutandoni e pedalini neri.
È l’atto conclusivo dei quattro anni di direzione artistica di Marie Chouinard, la bionda e selvaggia coreografa del Québec che, al momento dell’insediamento alla Biennale Danza nel 2017, aveva promesso un festival inclusivo: «L’arte e la danza sono da sempre sul territorio della diversità – ribadisce —. Dalla notte dei tempi l’essere umano è multiplo, diverso, creativo, stupefacente. Rivoluzionare i codici estetici del corpo danzante è il potere dei grandi artisti, dell’arte, della creazione».
Ma chi sta per ingaggiare a Venezia un vero e proprio corpo a corpo con gli stereotipi della danza è Silvia Gribaudi, già chiamata a inaugurare l’ultima edizione di TorinoDanza con una Festa! popolare. In Graces la danzatrice e coreografa torinese rilegge le Tre Grazie scolpite da Antonio Canova, ribaltando i codici della bellezza tersicorea e del gender in un quartetto in cui offre allo sguardo del pubblico le proprie morbide linee femminili, in slip e reggiseno, intrecciate a un trio di Grazie maschili.
«Cos’è la grazia, cos’è la bellezza? Quello che facciamo con Graces — spiega – è creare sfumature di colore tra maschile e femminile: c’è una fluidità nei generi che è ancora tutta da scoprire culturalmente e che ci permette di uscire da gabbie identitarie».
A un certo punto dello spettacolo, Gribaudi chiede agli spettatori dove si posa il loro sguardo: «Nei nostri occhi c’è una possibile libertà di giudizio sul corpo, su ciò che è grasso, magro, alto, piccolo, diverso. Dobbiamo scoprirla ed esserne consapevoli. Il corpo è la casa che abitiamo, schiacciata da sovrastrutture. Il mio viaggio di scoperta e rivoluzione sui corpi crea impatto ed empatia».
La mediazione con il proprio corpo è la sua storia d’autrice: «Ero la tipica bambina che sognava di fare la ballerina, ma quasi subito ho capito che non avevo le linee giuste per il balletto classico, il che non mi ha impedito di lavorare a La Fenice come danzatrice neoclassica. Quando nel 2008 il mio corpo si è trasformato, ho superato la crisi cercando uno sbocco nuovo alla mia necessità di comunicare attraverso la danza».
È nato così il «solo» A Corpo Libero che l’ha imposta come autrice-interprete, vincitrice del premio per la giovane danza veneta: «Era un gioco sulle parti molli del corpo, l’esplosione gioiosa di una donna che fa danzare aspetti di sé che fanno socialmente paura, ma che in realtà sono ali: una pancia che vibra, braccia cascanti che possono creare onde. Ho imparato tutto dai miei laboratori con danzatori over 70, dal loro entusiasmo senza tabù. L’originalità fisica dovuta al tempo, nodi nei muscoli e ossa incurvate sono forme piene di armonia, dense di vita. Un mento che cade può diventare poesia».