La Lettura, 11 ottobre 2020
L’Abramo di Rembrandt sfida Botticelli
Dopo il Giovane che tiene in mano un tondello di Botticelli, uno degli ultimi grandi ritratti rinascimentali rimasti in mani private, che andrà all’asta il prossimo gennaio a New York con una stima di 80 milioni di dollari, Sotheby’s annuncia per la stessa (attesissima) Masters Week la vendita di un altro capolavoro straordinario. Si tratta, stavolta, di una minuscola tavoletta (16x21 centimetri) dipinta da Rembrandt nel 1646, dunque nel periodo più tragico e inquieto ma anche più produttivo dell’artista olandese (1606-1669). Abramo e gli Angeli, un gioiello eseguito in punta di pennello con la luminosa scioltezza di un pittore scapigliato, è valutato tra i 20 e i 30 milioni di dollari. La stima, considerate le dimensioni e il fatto che nel 1848 fu aggiudicato per sole 64 sterline, si basa su alcuni fondamentali attributi: è una delle uniche due opere (sulle 29 in totale) con soggetto dell’Antico Testamento ancora in mani private, ha una provenienza ricostruita con certezza dall’origine fino a oggi, è forte di un’attribuzione mai messa in discussione (come spesso accade), vanta un recente passaggio in mostra alla Frick Collection e, non ultimo, è in condizioni perfette.
Le ultime importanti opere di Rembrandt apparse sul mercato hanno sempre spuntato cifre milionarie, basti ricordare l’Autoritratto aggiudicato quest’estate per oltre 18 milioni di dollari, lo Studio di figura di Cristo acquistato dal Louvre di Abu Dhabi due anni fa per 12 milioni di dollari, e l’ultima scena biblica battuta a New York nel 2007 a 26 milioni di dollari.