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 2020  ottobre 11 Domenica calendario

Adriano Panatta s’è risposato a Venezia

L’amore è una macchina del tempo che ti riporta al batticuore dell’adolescenza. E se la sposa, bellissima, ti dà un buffetto proprio quando il ministro (l’ex magistrato Carlo Nordio, amico di famiglia) pronuncia l’obbligo di fedeltà, neppure te ne accorgi. Perché tu hai già scelto. E, questa volta, per sempre. Il telefono di Anna Bonamigo è squillato presto ieri mattina. Dall’altro capo del filo la leggenda del tennis, Adriano Panatta: «Sai che ti dico? Che ho deciso di venire. Ci vediamo a Ca’ Farsetti. Non farmi aspettare troppo». Un ultimo fremito, per tre minuti che valgono un futuro.
UNA DECISIONE PONDERATA
Ore 11,30 ci sono un paio di firme da mettere. Si tratta di diventare marito e moglie. Una decisione ponderata. E un happy end per nulla scontato: «Con il matrimonio non si scherza – ammoniva pochi giorni fa Panatta – è una cosa seria, almeno per me». I primi ad arrivare, in taxi, alle 10,30 sono i figli del tennista. Niccolò, Rubina con il marito e il figlio Adriano jr e Alessandro con Federica e il figlio. Gli uomini scelgono il blu: d’ordinanza Alessandro in completo, più casual Niccolò. Rubina elegantissima in un abito in velluto con strascico, tacco vertiginoso e mascherina abbinata blu oltremare. «Siamo felici per la loro serenità – spiega il primogenito Niccolò – abbiamo preso consapevolezza da subito che per loro è stato tutto molto naturale quindi, pur essendo i figli della prima moglie, siamo contenti per Adriano e per Anna».
Panatta arriva pochi minuti prima delle 11 con le nuore e i fratelli. Abito blu, scarpa nera cravatta di un tono più chiaro e fiore candido all’occhiello. Accanto a lui, elegantissimo in blu scuro il fratello Claudio con la moglie e la figlia e la sorella Laura. «Non mi sento particolarmente teso – va subito al dunque il campione – è una bella giornata e andrà tutto bene». Mentre Anna ha folleggiato con le amiche all’Harry’s bar con tanto di velo nuziale per l’ultima notte da single (sono entrambi al secondo giro di valzer), foto in piazza San Marco e chiacchiere in camera fino a notte fonda, Adriano ha voluto riunire figli e fratelli a cena all’Acqua pazza. «Siamo stati in famiglia, così come piace a me. Con i figli, i miei due fratelli e i miei amati nipoti specifica il campione».
Arrivano i testimoni, Philippe Donnet (con signora) e Attilio Fanini. Poi, di seguito il padrone di casa Luigi Brugnaro con la moglie e il sindaco di Treviso Mario Conte con il vicesindaco e le compagne. Il campione chiacchiera con gli amici, guarda l’orologio e telefona. Il giusto batticuore per il giusto ritardo (dovuto in realtà ad un’eccessiva concentrazione di corse in taxi). I turisti non credono ai loro occhi: il campionissimo tutto azzimato che convola. Lui parla con tutti, disponibile e felice. Ma è alle 11,47, con quasi venti minuti di ritardo sulla tabella che si vede la lancia sfrecciare in Canale.

LA SALA DEGLI STUCCHI
Adriano è già nella sala degli Stucchi e la spia dal balcone: scende in una nuvola panna di pizzo con gonna in plisset firmata Christian Dior Anna (Boba per gli amici) Bonamigo. Un semplice bouquet, stretta al dito l’anello di brillanti taglio baguette dono del futuro marito e due enormi punti luce alle orecchie. Semplice, raffinata ed emozionata. «Grazie, per essere qui a partecipare alla nostra gioia. Ora lasciatemi andare dallo sposo». Sale le scale accompagnata dai nipoti («Non lasciatemi sola» ripete nell’inevitabile emozione del momento): il suo ingresso avviene sulle note di Ennio Morricone. Non c’è tempo per gli ospiti, Anna vola tra le braccia di Adriano, gli sfiora la guancia. Chi conosce bene il tennista dice che è raro vederlo così emozionato. «È un onore unire due cari amici – esordisce Carlo Nordio – Adriano è una leggenda, Anna incarna perfettamente l’ideale greco della kalokagazia. È bella e buona, una donna di rara generosità». Poi dà lettura di un messaggio che Zaia ha voluto mandare agli sposi e che cita il Simposio di Platone. Inizia la cerimonia. «E dei figli che avrete..». Ecco che esce il vero Panatta: «Ma sta cosa magari si poteva saltà.. alla nostra età..». Tutti ridono. «Mai porre limiti alla Divina provvidenza», suggeriscono però gli ospiti. Arriva lo scambio degli anelli. Adriano prende la fede, guarda Anna negli occhi, infila l’anello e lo bacia. Le testimoni della sposa, Gabriella De Girolamo e Marie Claire Legramandi si asciugano la lacrima. Il sindaco Brugnaro consegna un cadeau alla coppia e si dà inizio al rito delle foto. «I miei figli, i miei figli...». Di fronte agli stucchi di Venezia Panatta neosposo settantenne con la sua Anna è orgoglioso capofamiglia con fratelli, nuore, nipoti. Anna danza leggera con il bouquet in mano. «Essere la signora Panatta è un vero onore». Si scende, direzione Palazzo Morosini, la magione messa a disposizione da Philippe Donnet per il catering con 50 selezionati ospiti e la super torta nuziale Red velvet. Ai cronisti resta un ultimo bacio sull’acqua prima dei titoli di coda. E Venezia guarda sorniona.