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 2020  ottobre 10 Sabato calendario

Biografia di Carlo Acutis

Domani Carlo Acutis sarà proclamato beato. Era un bel ragazzo morto in odore di santità nel 2006, a soli 15 anni, per una leucemia fulminante. Oltre  una grande fede e un raro fervore religioso, la sua agiografia lo vuole appassionato di cultura digitale, al punto che già di lui si parla come di un verosimile "patrono di Internet".
Il suo corpo è stato traslato da qualche giorno nel Santuario della Spogliazione di Assisi. I resti mortali, racchiusi nell’eternità di un’iperrealistica ricostruzione di silicone, sono stati esposti alla venerazione dei fedeli in una teca di cristallo. Il ragazzo sembra vivo e solo addormentato. Veste l’abito che nella sua futura iconografia lo caratterizzerà come nuovo beato: una tuta da ginnastica e ai piedi delle Nike.
Confesso il mio limite, ma mi sembra indecifrabile come l’anelito della proclamazione del "santo influencer" abbia avuto la necessità di ricorrere all’artificio della creazione di un simulacro di plastica, per riconoscere a un ragazzo morto il valore di un esempio per i suoi coetanei. Una breve vita intensamente vissuta incarnando la perfezione di ogni valore cristiano. Con in più la capacità di saper declinare la sua testimonianza di fede operando attraverso le più frequentate modalità di condivisione che Internet può offrire. Quando è cominciata a circolare in rete quell’immagine irreale di un adolescente in tuta, che sembrava dormisse dietro a una lastra di vetro, qualcuno ha cominciato a immaginare un evento miracoloso, tanto che il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino ha dovuto precisare che si trattava di una ricostruzione artificiale, non del volto del ragazzo.
Dato per certo che Carlo Acutis abbia tutto il diritto di essere onorato dalla Chiesa come il patrono di Internet, perché far iniziare la sua benevola diffusione di Grazia con un’operazione che potrebbe ingenerare l’ambiguità di una fake news?
La tendenza di usare il silicone per ricostruire un corpo santo è iniziata con San Pio, il cui volto fu praticamente ricostruito con una sofisticatissima maschera prodotta da Gems Studio, la stessa azienda che realizza i personaggi del museo delle cere di Madame Tussauds a Londra. Sembrerebbe quindi essersi prodotta una nuova declinazione del sacro, che accetta il polimero sintetico come indicatore alla fede popolare di una virtù eroica. Il fine sarebbe di corroborare un corpo santo che, nella tradizione si conserva incorrotto per sacro prodigio. Senza tener conto del fatto che il silicone sia un materiale che è comunemente inteso come simbolo di ogni artificio, lo strumento principe per alimentare la vanagloria umana di una eterna giovinezza. Si è sicuri che ai nativi digitali sia necessario assistere alla ricostruzione fittizia del prodigio del corpo integro del loro protettore? Era necessario costruire un artificio così arcaico per portare una testimonianza di fede nell’universo del fotoritocco e di FaceApp?
Occorrerebbe una maggior fiducia nelle giovani generazioni, soprattutto osare una narrazione più moderna e coerente per comunicare il valore spirituale. Avrebbe già dell’immenso il racconto di un ragazzo buono e capace di dare alla sua breve esistenza un senso profondo, di sicuro con un obiettivo assai diverso da quello di ogni suo coetaneo ammalato di selfie e accumulatore di followers.