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 2020  ottobre 09 Venerdì calendario

Il no di Trump al dibattito virtuale e i 13 estremisti che volevano rapire la governatrice del Michigan

Pandemia ed economia. È la doppia, inestricabile crisi che domina la campagna elettorale americana, alle spalle di colpi di scena che minacciano di cancellare ogni ulteriore dibattito tra Donald Trump e Joe Biden e che sollevano adesso lo spettro di un voto segnato da violenze e terrorismo. Con toni decisamente più civili rispetto al confronto Trump-Biden, la doppia crisi è stata al centro del faccia a faccia tra i vicepresidenti, il repubblicano uscente Mike Pence e la democratica Kamala Harris.
Harris ha accusato l’amministrazione del più «grande fallimento» nella storia del Paese, misurato da 211mila vittime e una crisi da Grande Depressione. Pence ha difeso la Casa Bianca promettendo che, con Trump rieletto, il 2021 sarà «il miglior anno per l’economia negli annali d’America».
Ma il clima di alta tensione a poche settimane dalle urne è venuto alla luce in modo molto più drammatico lontano dalle stanze della politica. Sono scattati arresti per terrorismo tra milizie armate di estrema destra in uno degli stati più combattuti, il Michigan. L’Fbi ha catturato 13 esponenti di un’organizzazione, i Wolverine Watchmen, che per mesi con un arsenale di esplosivi avevano progettato nei dettagli il rapimento del governatore democratico dello stato, Gretchen Whitmer. Intendevano «processarla» in segreto per tradimento, uccidere altri politici definiti «tiranni» e istigare una «guerra civile».
Trump è da tempo accusato dai critici di incoraggiare, con la sua accesa retorica, gruppi del suprematismo bianco e delle milizie. Il Michigan è tra le patrie di simili organizzazioni e durante la pandemia era già stato teatro di prove di forza di miliziani armati sotto lo slogan di “liberare” lo stato dai lockdown contro la pandemia, slogan sposato da Trump. L’Fbi considera l’estremismo di destra e razzista il maggior pericolo di terrorismo domestico, nonostante la Casa Bianca denunci le recenti proteste sociali progressiste come fautrici di violenza.
Trump non ha attenuato la retorica. Ha attaccato Harris dopo il dibattito con Pence definendola un «mostro». Il dibattito a Salt Lake City potrebbe trasformarsi nell’ultimo incontro diretto tra le due campagne ai ferri corti: la Commissione elettorale ha deciso che la prossima sfida tra Biden e Trump deve essere virtuale, dato che il presidente ha contratto il Covid-19 e potenzialmente sarebbe ancora contagioso all’appuntamento previsto per il 15 ottobre a Miami. Trump ha rifiutato, definendo l’idea «ridicola» e una «perdita di tempo» e accusando la Commissione d’essere corrotta e pro-Biden. Il manager della sua campagna Bill Stepien ha promesso di organizzare invece un comizio di massa mentre Biden ha condannato la «fuga dalle responsabilità» di Trump, e chiesto alla Commissione di rinviare il dibattito al 22 ottobre.
La crisi economica e di salute pubblica, che aggrava le divisioni politiche, è stata portata alla ribalta anche da nuovi dati: le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state 840mila, inchiodate a livelli record rispetto all’era pre-pandemica. Le risorse stanziate da programmi federali di aiuti a business e lavoratori sono in gran parte esaurite e nuovi, vasti stanziamenti appaiono improbabili prima delle elezioni, con proposte democratiche da 2.400 miliardi bocciate da Trump. I nuovi casi quotidiani di coronavirus sono contemporaneamente risaliti sopra i 50mila, spingendo il totale a 7,5 milioni. Boston ha sospeso la riapertura delle scuole; il Wisconsin ha reintrodotto limiti per locali e uffici.
In risposta alla crisi il vantaggio di Biden e Harris nei sondaggi è cresciuto. In media è di dieci punti percentuali, rispetto ai 3,7 che la democratica Hillary Clinton vantava su Trump-Pence nel 2016. Nel dibattito Harris ha incalzato Pence affermando che, sul coronavirus, lui e Trump «sapevano quello che stava accadendo e l’hanno insabbiato». Ha aggiunto: «Hanno rinunciato al diritto di essere rieletti».
Pence ha rivendicato che l’amministrazione è impegnata a combattere la pandemia con «tamponi, equipaggiamento protettivo, vaccini». Dalla Casa Bianca, Trump ha tuttavia sollevato ulteriori polemiche su una gestione irresponsabile della pandemia, sostenendo che per lui ammalarsi è stato «un dono divino» perché gli ha fatto scoprire «cure miracolose», quali il farmaco ancora solo sperimentale della Regeneron.