Corriere della Sera, 9 ottobre 2020
Biografia di Carlo Acutis, il ragazzo milanese morto nel 2006 per una leucemia fulminante, è il primo beato fra i millennials
Ne parlano migliaia di siti in tutto il mondo, già lo si annuncia come il futuro, primo santo dei «millennials» e patrono di Internet. Ma intanto il giorno atteso da tanti coetanei è arrivato: alle 16,30 di domani, nella Basilica Superiore di Assisi, il cardinale Agostino Vallini guiderà la cerimonia di beatificazione di Carlo Acutis, il ragazzo milanese che aveva appena quindici anni quando nel 2006 si ammalò e morì in tre giorni, a Monza, di leucemia fulminante. Le testimonianze raccolte durante la causa di beatificazione raccontano la vita di un ragazzo normale, nato a Londra da una fami-glia della buona borghesia ambrosiana, che amava stare con gli amici e giocare a pallone e faceva il classico al Leone XIII dei gesuiti. Ma il ragazzo aveva due qualità fuori dal comune che si sono associate: era un genio preco-ce dell’informatica e insieme viveva, fin dalle elementari, una fede rara, scandita ogni giorno da messa, adorazione eucaristica, rosario, l’impegno come catechista, il volontariato nelle mense dei poveri, l’aiuto a senzatetto e bisognosi. In Rete animava una serie di progetti di evangelizzazione, come un sito divenuto molto popolare sui «miracoli eucaristici» nella storia. Invitava tutti a seguire la propria strada, senza uniformarsi: «Tutti nascono come originali ma molti muoiono come foto-copie». Al suo funerale c’era una folla che la chiesa non poteva contenere. E anche in questi giorni, ad Assisi, stan-no arrivando tanti ragazzi per partecipare alla cerimonia del «loro» beato. Due mesi prima di morire, senza poter sospettare la malattia che l’avrebbe colpito, aveva registrato un video, come se lo sentisse: «Sorridendo, diceva di essere pronto alla morte e chiedeva di essere sepolto ad Assisi», ha raccontato la madre. L’anno scorso le sue spoglie sono state traslate al Santuario della Spogliazione, dove il giovane San Francesco, ottocento anni prima della morte di Carlo, si era tolto i vestiti ed era rimasto «completamente nudo davanti a tutti» da «vero innamorato della povertà».