Il Sole 24 Ore, 8 ottobre 2020
I dati piovono dallo spazio
Dallo spazio possiamo controllare l’andamento dell’epidemia in cui siamo purtroppo immersi, possiamo monitorare la ripresa economica e l’andamento dei mercati. Basta pensare a come, dalle immagini del parcheggio dell’ospedale di Wuhan in Cina che andava riempiendosi sempre più, si è arrivati alla scoperta che il Covid era partito. Ma infiniti potrebbero essere gli esempi della nuova situazione in cui ci troviamo e delle nuove opportunità da sfruttare. Il limite dell’innovazione, nel settore spazio, sembra infatti oggi essere solo la creatività di chi si inventa soluzioni nuove basati sull’uso di satelliti.
Quel che è successo negli ultimi dieci anni è che la tecnologia ha scatenato una rivoluzione in cielo. Abituati come eravamo a satelliti imponenti da un miliardo di dollari, ci siamo ritrovati d’un tratto in un mondo che permette, con cifre ridicole anche 10mila euro per le realizzazioni più semplici, tipo didattica universitaria, di avere un satellite grande come una scatola da scarpe che il suo elementare lavoro lo fa. Con cifre maggiori, ma pur sempre abbondantemente sotto i 10 milioni di euro, si possono costruire satelliti ben più complessi, per sorvegliare le coste e le frontiere di un Paese o aiutarne l’agricoltura. In poche parole, piccoli, poco costosi, con missione ben definita e tempi di sviluppo che crollano dai 10 o 15 anni ad un solo anno, così che posso velocemente spedirne tanti in orbita bassa, fra i 400 e 1.200 chilometri.
È la miniaturizzazione, ulteriore visto che il livello era già altissimo, dell’elettronica accoppiata con lo sviluppo e la disponibilità di materiali più leggeri e sistemi di approvvigionamento di energia e trasmissione sempre più efficienti. Intendiamoci, i grandi e costosi satelliti rimangono, ma sono riservati ai grandi progetti come l’europeo Galileo, il miglior sistema di geoposizionamento esistente, o i suoi fratelli Sentinel, sempre europei e che sono oramai gli occhi dell’umanità sul pianeta Terra e su tutto quanto vi succede in tema di fenomeni naturali.
Ma è solo l’inizio, dato che il basso costo ha permesso di mandarne su tanti in una volta sola e quindi abbiamo avuto le costellazioni, come Starlink di Elon Musk che ne spedisce 60 alla volta per distribuire internet in ogni punto della Terra. Qui è venuto fuori che, oltre alla creatività, occorre avere un business model solido: il concorrente di Musk, l’inglese Oneweb, è fallito dopo i primi lanci
La conseguenza del basso costo e della facilità di produzione ha portato con sé una spietata concorrenza nel campo dei lanciatori, che si combattono in una battaglia globale per assicurare prezzi bassi e comunque alti livelli di sicurezza, impresa non facile.
L’ultimo passo, quello che stiamo vivendo, è anche il più importante. Va bene satelliti a costo basso, va bene anche lanci multipli di decine di satelliti alla volta e basso prezzo, ma la vera innovazione è che la Terra si è come espansa ai primi mille chilometri oltre il suolo e il sistema complessivo è dato da quel che succede qui in basso e quel che ci dicono i nostri occhi su in orbita. Il vero plusvalore finale è proprio lo sfruttamento dei dati che ci vengono oramai a fiumi dallo spazio: lì c’è l’utilità e anche il nuovo business.
In Italia abbiamo e-geos, società all’80% di Telespazio e al 20% dell’Agenzia spaziale italiana che offre un ventaglio di prodotti di geoinformazione sempre crescente. Ad esempio, ha un progetto in via di realizzazione, su fondi europei, per un sistema che elabora dati dallo spazio e da terra per capire se e come la ripresa economica e sociale post lockdown procede positivamente.
Come sviluppo la società nei giorni scorsi ha presentato Cleos, un ulteriore passo per facilitare le applicazioni sviluppate direttamente da utenti. La piattaforma permette di accedere rapidamente e con semplicità a tutti i database di e-geos, che sono proprio tanti: dalla sorveglianza marittima alla gestione di emergenze, dalle infrastrutture alla agricoltura vista dallo spazio, alla difesa e sicurezza. L’interfaccia di uso, a disposizione dell’utenza, è molto innovativa per facilitare il lavoro e l’utilizzo intenso dell’intelligenza artificiale promette una piattaforma utile e performante a disposizione di startup, Pmi, centri di ricerca e università italiane e internazionali.
Anche i militari dallo spazio vogliono sorvegliare il campo d’azione dei loro soldati e pensano all’integrazione di esercito, aviazione e satelliti. Anche questa è innovazione: in Usa è già così, in Europa più complicato, dato che non esiste il tanto discusso esercito europeo.