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 2020  ottobre 06 Martedì calendario

Negli uffici pubblici tedeschi un manuale anti-razzista

Gli impiegati pubblici di Berlino devono stare attenti a quello che dicono. Le parole sono importanti. Soprattutto per una città turistica da 14 milioni di visitatori l’anno, tempio europeo di una multiculturalità che accoglie tutti - almeno sulla carta, fatto salvo qualche problemino come trovar casa, ma questo è un altro discorso -. Che la lotta alla discriminazione sia uno dei cardini della cultura della capitale tedesca, lo dimostra anche l’ultimo sforzo per combattere il razzismo nel linguaggio: un manuale di 44 pagine distribuito in tutti gli uffici pubblici, per sfidare le disparità.
In una città di «stranieri», invasa ogni anno da un’«onda di migranti», come spesso la descrive una certa retorica degli ultimi anni cavalcata dai nazionalisti, l’impegno a non creare cittadini di serie A e di serie B è quotidiano, dicono dall’amministrazione. E’ necessario integrare in fretta culture diverse in continuo movimento. Da qui, il progetto serissimo e fresco di stampa di un breviario del «lessico aperto a tutte le sensibilità».
Il Senato di Berlino ha inviato in migliaia di uffici pubblici un libretto scritto e illustrato, in cui sono condensate le nuove linee guida per trattare con i clienti e il personale interno senza creare differenze. «Dobbiamo comunicare con le persone indipendentemente dal loro sesso, origine etnica o colore della pelle, età, disabilità, religione, visione del mondo e identità sessuale», è l’obiettivo del governo locale che ha stilato il pamphlet. Nulla di nuovo per i tedeschi, che fanno talmente tanta attenzione alla lingua da aggiungere un asterisco ai nomi per indicare ambo i sessi, quando si rivolgono a un pubblico imprecisato di uomini o di donne. Già nel 1972, il ministero dell’Interno della Repubblica Federale cancellò il termine «Fräulein» dal vocabolario ufficiale per significare «Signorina», l’equivalente di «Miss» in inglese, ritenuto offensivo e sminuente per le donne adulte. E privo del corrispettivo maschile.
Stavolta si va ben più nello specifico. Cambia il lessico con cui impiegati, urbanisti, ingegneri, medici e via dicendo dovranno parlare di migranti, disabili, persone che cambiano sesso, addirittura anziani.
Gli esempi concreti
Si comincia con la parola «straniero», «Ausländer»: non è più accettata. Perché ghettizza, separa, differenzia: va sostituita con «residente senza la cittadinanza tedesca». Non proprio semplice da pronunciare tutti i giorni. Per i «richiedenti asilo» stesso discorso: la dicitura è forviante, l’asilo è un diritto, dunque il beneficiario non deve essere messo in una condizione di dubbio. Meglio parlare di «persone in cerca di asilo» o «abilitate a ricevere protezione». I migranti tout court diventano, nel manuale dell’uguaglianza, «persone con una storia internazionale»; quelli economici «migranti per lavoro», più dignitoso. Guai ad usare la locuzione «di colore» o «dalla carnagione scura»: i rimandi coloniali non li vuole sentire nessuno. Ma la modifica più sorprendente riguarda i «passeggeri senza biglietto» su metro e bus, detti «Schwarzfahrer» (letteralmente, passeggero nero): Berlino non lo accetta più e cambia con uno schietto «passeggero senza biglietto valido». Anche il verbo «anschwärzen», mettere in cattiva luce (in una luce scura), va bannato a vantaggio di «denunciare» o «diffamare».
C’è poi il capitolo dell’identità sessuale, che distingue chi nella propria vita riconosce il genere assegnato alla nascita da chi ha deciso di cambiarlo. C’è perfino una sezione dedicata alle discriminazioni in base all’età: perché giovani o vecchi non devono rimetterci se cercano lavoro. Non sono conformi alle nuove regole, ad esempio, annunci come «cercasi qualcuno che si adatti ad un team giovane».
Il pragmatismo tedesco
L’introduzione del nuovo lessico da ufficio pubblico è per ora un caldo consiglio, non ancora un obbligo. L’amministrazione, però, prevede che la riforma sarà attuata nell’arco di tre anni e organizza corsi per aggiornare i dipendenti. «I berlinesi devono identificarsi nel governo locale e quindi anche l’amministrazione deve essere aperta alle diversità», spiega il senatore Dirk Behrendt (Verdi), uno dei promotori. La convenienza è culturale, ma anche molto pratica: entro il 2024, quasi il 30% dei dipendenti pubblici andrà in pensione. Per coprire il fabbisogno la Città dovrà aprirsi a candidati di varia provenienza, magari con background migratorio. «Qualunque associazione mentale a realtà discriminatorie può influenzare i nostri comportamenti», spiega il manuale. Mentre richiede un sacrificio in più ai lavoratori pubblici, il Senato ha appena alzato il loro stipendio di 150 euro. Qualcuno spera che sia un incentivo verso il cambiamento lessicale.
Quanto saranno applicate le regole del manuale, ancora non si sa. Di certo, la multiculturale Berlino crede nel potere della lingua, visto che (integrazione economica a parte) ancora lotta con un razzismo strisciante ed episodi di intolleranza e neonazismo crescenti.