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 2020  ottobre 06 Martedì calendario

Tutti i farmaci usati per Trump

Quali sintomi si sono trovati davanti i medici dell’ospedale militare Walter Reed National di Washington e quali terapie stanno aiutando il presidente Usa a rimettersi?
Basandosi su quella che sembra la ricostruzione cronologica più veritiera e sulle dichiarazioni dello staff medico, Trump è arrivato in ospedale venerdì. Giovedì, dopo l’esito positivo del tampone, i sintomi erano stati una leggera tosse, congestione nasale e affaticamento. Il primo momento difficile sarebbe subentrato venerdì mattina, con febbre alta e saturazione dell’ossigeno scesa al di sotto del 94 per cento. Il presidente avrebbe avuto bisogno di ossigeno supplementare per circa un’ora, finché in serata si è deciso il ricovero.
In ospedale la prima notte Trump ha ricevuto una dose di 8 grammi di un cocktail sperimentale di anticorpi e la prima dose di Remdesivir. Gli sono stati somministrati anche zinco, vitamina D, famotidina, melatonina e aspirina.
Il Remdesivir è uno dei tre farmaci al mondo che si sono dimostrati scientificamente utili contro il Covid-19 (insieme a desametasone ed enoxaparina): è un antivirale nato contro Ebola, indicato in pazienti adulti con polmonite che richieda ossigenoterapia supplementare ed è in grado di impedire al virus di penetrare nelle cellule e di replicarsi.
Il cocktail sperimentale di anticorpi Regeneron (REGN-COV2), prodotto di biotecnologie, è anch’esso uno dei candidati più promettenti: agisce attaccando il virus mentre è in circolo ed è indicato in una fase precoce della malattia.
Sabato il livello di ossigeno nel sangue del presidente sarebbe sceso per la seconda volta sotto i valori di guardia. A questo punto, nella giornata forse peggiore per Trump, il presidente avrebbe ricevuto la seconda dose di Remdesivir e lo steroide desametasone.
Proprio l’uso dell’ultimo farmaco ha destato qualche preoccupazione: il desametasone viene somministrato solo nelle situazioni più critiche perché il meccanismo di questo derivato del cortisone aiuta a bloccare la risposta abnorme del sistema immunitario nei confronti del SARS-COV-2, risposta che può arrivare a danneggiare i tessuti. Se somministrato in fase precoce, però, può interferire con un sistema immunitario ancora reattivo e impegnato a contrastare le prime fasi dell’attacco virale.
Dalla serata di sabato le condizioni di Trump sono migliorate: niente febbre né supporto respiratorio e domenica il «blitz» in macchina all’esterno dell’ospedale per salutare i sostenitori. Lunedì il presidente si è svegliato presto e ha inondato Twitter di slogan elettorali con ritrovato vigore: in serata le dimissioni.