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 2020  ottobre 05 Lunedì calendario

Colpi bassi e sgomitate tra Ivanka e Melania

«Quando è troppo è troppo». Mentre ai piani alti del Walter Reed Hospital si sta consumando il dramma del «presidente malato», alla Casa Bianca la tensione è salita già nelle ore successive alla scoperta della positività di Donald Trump e della moglie Melania. Tensioni non nuove, nutrite da quell’intreccio di gelosie e brama di potere che vede in competizione First lady e First daughter, e riaffiorate con l’ingresso del virus al 1600 di Pennsylvania Avenue. Per Melania – dicono fonti informate -, anche Ivanka è responsabile della malattia sua e del marito, visto che lei più di altri ha appoggiato il padre sulla linea dello sprezzo del pericolo e per un ritorno alla Casa Bianca di Hope Hicks, la prima del cerchio magico presidenziale positiva al tampone.
Che tra le prime donne del clan Trump non fosse mai sbocciato l’amore familiare si sapeva, ma con la discesa in politica di The Donald, la soglia di resilienza tra le due si è assottigliata. Ivanka è determinata ad avere un ruolo di primo piano accanto al padre, Melania si sente sotto assedio nella sua veste naturale di First lady. Stephanie Winston Wolkoff, amica di lunga data della ex modella slovena e già consulente alla Casa Bianca, nel libro «Melania & Me» racconta i tentativi della rampolla di prendere possesso degli uffici della East Wing di fatto assegnati a «Flotus». «Ivanka – rivela l’autrice – ha fatto di tutto, negli ultimi anni, per insidiare la matrigna e minarne l’influenza, specie agli occhi del padre». Un ruolo ingombrante quello della giovane super consigliera, emerso anche nello scoop del New York Times sulle tasse del presidente: «Nel 2016 Ivanka ha intascato quasi 750 mila dollari in consulenze dalla Trump Organization, mentre era contemporaneamente dipendente del gruppo di famiglia». Un «aiutino» per ridurre l’imponibile e quindi la tassazione, ma che rivela la centralità della figlia anche negli schemi societari dell’ex tycoon.
Melania la definirebbe addirittura la «principessa» dei «serpenti», in riferimento a una serie di persone che gravitano attorno alla First daughter, a partire dal marito Jared Kushner. Le contesta di allargarsi troppo e senza competenze: nonostante Ivanka si proponga come il volto umano dei Trump sarebbe stata proprio lei a consigliare al padre la strategia dell’aggressività per compiacere una certa base, indicazione reiterata anche dopo la controversa performance nel dibattito di Cleveland. Per Ivanka la matrigna è invece una «sfinge» per il suo aspetto algido, ma anche poco propositivo. Una condizione vista come una frustrazione dalla 50enne prima donna d’America come emerge negli audio rubati da Wolkoff alla Casa Bianca: «Dicono che sono complice, che sono come lui, che lo sostengo. Non dico abbastanza e non faccio abbastanza nella mia posizione, ma cosa devo fare?».
Il Covid, poi, ha esasperato gli animi. Il ritorno di Hope Hicks per la campagna Trump 2020, dopo l’esperienza di due anni fa, è stato voluto da Ivanka: «Una spina nel fianco di Melania – dicono i maligni – nella sua stessa dimora». Ebbene è stata proprio la quasi 32 enne ex modella la prima a risultare positiva nell’entourage presidenziale – sembra – facendo entrare il virus dall’ingresso principale della Casa Bianca. Oltre al danno anche la beffa: Melania e Donald ammalati per Hicks e la «principessa» Ivanka e i suoi «serpenti» sani come pesci. «Come hanno già fatto troppi americani quest’anno, io e il presidente siamo in quarantena a casa. Stiamo bene, ho posticipato tutti i prossimi impegni. Mi raccomando, state al sicuro e supereremo tutto questo insieme», annunciava Melania poco prima del ricovero del marito, in un tweet dal tono di denuncia.