Il Sole 24 Ore, 4 ottobre 2020
Breve storia del Mose
Come il più classico dei preventivi non rispettati, per finire il Mose servirà ancora un anno e manca da spendere un altro miliardo, per un costo complessivo oggi arrivato a 4,3 miliardi teorici, 4,9 miliardi a fine opera e attorno ai 6 miliardi di spesa totale, compreso il vorticare iniziale di tangenti degli anni gloriosi delle spese babilonesi e compresa la futura (e terza o quarta) cerimonia inaugurale con il tappeto rosso, il nastro tricolore da tagliare e la banda musicale con i tromboni lucidati a specchio.
Per le inaugurazioni sono già stati dissipati molti soldi. Perché di inaugurazioni il Mose ne ha già subite diverse.
Che cos’è il Mose
Il 4 novembre 1966 era un venerdì nero di pioggia e di tempesta. Mentre l’Arno furioso riempiva di fango Firenze, l’Adriatico ancora più amaro del solito irrompeva nella laguna e allagava Venezia con 194 centimetri di acqua alta. Chi scrive è veneziano e quel giorno aveva 5 anni; ne conserva un ricordo in bianco e nero, il silenzio raggelante e l’odore del gasolio che galleggiava sui canali grigi.
Con la legge speciale per la salvaguardia di Venezia si decise di costruire quattro colossali dighe mobili per chiudere l’acqua alta fuori dalla laguna. Le dighe mobili sarebbero state costruite attraverso i tre larghi passaggi che uniscono le acque del mare con quelle della laguna, cioè la diga di Treporti e quella di San Niccolò alla bocca di porto del Lido, la diga di Malamocco e quella di Chioggia.
La condizione era non fare dighe colossali e orrende come quelle che turbano la vista in Olanda o alla foce del Tamigi. Dovranno essere invisibili.
I lavori vennero affidati al Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato e, a quei tempi, distributore compulsivo di prebende e regalie con il denaro dei cittadini.
Nel 2014 le inchieste giudiziarie fermarono il vortice di spese senza misura e affidarono il compito di risanare il bilancio e completare l’opera ai commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, sotto il controllo dell’Anticorruzione. Un anno fa il Governo ha messo alla stretta finale dei lavori la supercommissaria Elisabetta Spitz. La consegna dell’opera al committente, cioè allo Stato, è prevista nel dicembre 2021.
Le inaugurazioni
La prima inaugurazione avvenne il 3 novembre 1988. Il cantiere venne inaugurato dal vicepresidente del consiglio Gianni De Michelis, socialista veneziano, e dai ministri Enrico Ferri (quello dei 110 all’ora) e Carlo Fracanzani.
Il 14 maggio 2003 Silvio Berlusconi presiedette la cerimonia della posa della prima pietra.
Dopo 17 anni, l’11 luglio scorso si fece il primo sollevamento generale delle dighe a scomparsa, mai tentato prima, e don Alessandro, parroco di Treporti, benedisse l’opera davanti a Giuseppe Conte e alle autorità civili, religiose e militari.
Ieri, la prima prova generale nel corpore vili dell’alta marea.
Ultime spese
Tra le spese ancora da sostenere, servirà un centinaio di milioni per rimediare i difetti di progettazione emersi dalle prove tecniche, come i giunti deteriorati o le ruggini nell’acqua salmastra. Un altro centinaio di milioni l’anno servirà per tre anni per l’avviamento dopo la consegna del Mose allo Stato; questa fase non è ancora stata contrattualizzata ma è già stata avviata.