la Repubblica, 4 ottobre 2020
La bicicletta di Ganna
PALERMO – Un italiano in maglia di campione del mondo che vince una tappa del Giro e che indossa la maglia rosa. Sembra uno scioglilingua ed è un fatto che non accadeva dal 1983. Anche allora una cronometro, a Parma, vinta da Saronni. Molto più a sud, in un caldo quasi sahariano, cavalcando una bici dorata a 58.831 km/h di media, Filippo Ganna ha sorvolato i 15 km da Monreale a Palermo con una semplicità disarmante, pur rischiando, come tutti, su un percorso velocissimo, forse troppo. Si è spinto attorno ai cento orari, non a caso lo chiamano Top Ganna, «ma per fortuna sul primo tornante il freno anteriore mi ha aiutato, mi sarei ammazzato». In verità, un’altra cosa ha aiutato il campione del mondo della cronometro, un espediente semplicissimo, che quasi stona in tutta la tecnologia avuta a disposizione: «Uso la polvere di magnesio sulle mani e sul manubrio per non perdere aderenza col freno». Un trucco da ginnasta, solo suo. In bici è bellissimo. Busto parallelo al terreno, testa incassata nelle spalle. Una posizione naturalmente perfetta, ma anche studiata in galleria del vento. E sotto di lui, la Pinarello Bolide TT, un cavallo trainato da una corona anteriore da 60 denti. 60x11 il rapporto massimo, undici metri di sviluppo con una pedalata. Un assemblaggio di genetica (muscoli, testa) e carbonio, con viti in titanio a tenere salde le parti, come sugli aerei. La ruota anteriore ha un profilo alto a “dente di sega”, unica nel suo genere. 25 mila euro per un oggetto di 7,4 kg, una cosa di valore che i meccanici della Ineos hanno preso in consegna, pulito, lucidato e chiuso nel camion-hangar, praticamente un caveau. Lassù, però, si deve saper stare, e con quella Ganna ha domato un vento di scirocco forte e a favore. «Il ds Cioni dall’ammiraglia mi urlava di stare attento ai tombini, li aveva studiati e ne conosceva l’esatta posizione. Finire in un buco a quella velocità non sarebbe stato divertente». Non lo è stato per Miguel Angel Lopez: il suo giro è durato 9 minuti e 38”, il tempo di beccarne uno nel centro di Palermo, finire dentro le transenne e poi all’ospedale. È la 7ª vittoria in carriera per il 24enne di Vignone, Verbania. Al Mondiale di Imola, atteso, non aveva tradito. «Mi ero allenato in un rifugio a Macugnaga, sotto il Monte Rosa, al freddo e senza wifi. E anche qui profilo basso: poche foto sui social, concentrazione massima». È andato forte (7°) anche il suo compagno di allenamenti e di rifugio, Matteo Sobrero, fidanzato di Carlotta, la sorella di Filippo. Meno entusiasmante la crono di Nibali, 69°, che becca 1’06” da Thomas, 4° di giornata. «L’unico dato non positivo per me è la prestazione di Thomas». La controprestazione è frutto anche di un errore delle previsioni meteo consultate dal team al momento di scegliere l’ordine di partenza dei propri uomini: il cambio di vento nella seconda parte del pomeriggio, più fresco e meno favorevole alla marcia, ha rallentato i corridori partiti più tardi. Oggi un dentello porterà all’arrivo nel centro di Agrigento. Difficilmente la rosa resterà a lungo sulle spalle di Ganna, anche se il suo buon vantaggio sugli scalatori potrebbe allungare il suo primato anche oltre l’Etna.