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 2020  ottobre 03 Sabato calendario

A PALERMO BISOGNA PAGARE LE MAZZETTE ANCHE PER UN POSTO AL CAMPOSANTO – È STATO ARRESTATO IERI COSIMO DE ROBERTO, IL DIRETTORE DEL CIMITERO DEI ROTOLI DI PALERMO CHE CHIEDEVA ANCHE 800 EURO PER UN POSTO IN UN LOCULO – NEI DEPOSITI CI SONO 517 BARE BLOCCATE APPOSITAMENTE PER FAR SPAZIO A CHI PAGAVA – LE INTERCETTAZIONI: “PICCIOTTI MINCHIA CI DOBBIAMO FAR ARRESTARE VERO?” -

«Dopo quello che ho fatto là dentro, dopo tutto il lavoro svolto al cimitero dei Rotoli - disse Cosimo De Roberto, detto Elio il 6 febbraio - finisco coinvolto in una storia in cui non c'entro niente. Ma questo è un brutto ambiente, io me ne vado».

Se ne andò effettivamente, il direttore del camposanto comunale di Palermo, dopo avere ricevuto l'avviso di garanzia per corruzione: e ieri lo hanno arrestato. Il cimitero della vergogna contiene a oggi nei depositi 517 bare: quando Gianluigi Nuzzi raccontò questa storiaccia sulla Stampa, in luglio, erano appena una trentina di meno.

Il motivo di questa vergogna è venuto fuori ieri in tutta la sua dirompenza: il "brutto ambiente" era fatto di ritardi provocati, ostacoli burocratici a bizzeffe, pratiche che si sbloccavano e tombe o loculi che miracolosamente si aprivano per gli amici e i raccomandati, ma sempre in cambio di piccole grandi somme, 800 euro in media.

I casi accertati dai carabinieri e dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, col pm Francesca Mazzocco, sono tre. Ma si scava, anche in senso materiale, per individuarne altre decine e decine. La realtà è fotografata da poche parole in dialetto, pronunciate da un impiegato del cimitero: «A fini jurnata u direttore si chiama a quelli della Reset: 'Spartiemu'», De Roberto divideva il malloppo ogni giorno con i seppellitori della società di servizi comunali Reset. Indebitato con un impresario funebre, Nunzio Trinca, De Roberto era consapevole dei rischi del brutto ambiente da lui creato: «Picciotti minchia ci dobbiamo fare arrestare vero?», diceva intercettato.

Chi voleva scavalcare il turno cronologico veniva indotto a fingere di avere parenti che dovevano arrivare da fuori Sicilia: si compravano biglietti aerei a 5, 10 euro, ovviamente per viaggi mai fatti. Poi doveva pagare. Il 20 maggio 2019 un impiegato lo diceva chiaro: «Qua vogliono mettere nella sepoltura la salma e ci dumannaro i picciuli (hanno chiesto i soldi)».