Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 03 Sabato calendario

Biografia di Xi Jinping

Notizie tratte da Il nuovo Mao di Gennaro San Giuliano (Mondadori, 2019)
 
Cariche di Xi Jinping Presidente della Repubblica Popolare della Cina, segretario del Partito comunista cinese e capo della Commissione militare centrale. È anche presidente di un’altra decina di commissioni statali, tra cui quella che sovrintende a Internet e alla gestione della Rete.
 
Governo Xi Jinping governa un miliardo e trecento milioni di individui e guida la classifica dei 75 uomini più potenti al mondo di Forbes.
 
Potente «Oggi Xi Jinping è l’uomo più potente e carismatico della storia cinese dell’ultimo secolo, dopo Mao» (Bruno Vespa).
 
Vita Nel marzo del 2018, con 2958 sì, 2 no, 3 astenuti, l’Assemblea nazionale del popolo cinese ha sancito che Xi Jinping potrà restare presidente della Repubblica popolare cinese a vita.
Era stato Deng Xiaoping, nel 1982, ha volere la regola dei due mandati quinquennali.
 
Bio ufficiale Le poche note ufficiali ci dicono che Xi Jinping è nato a Pechino il 15 giugno 1953, anche se la sua famiglia proveniva da Fuping, località dello Shaanxi, luogo importante per la storia comunista della Cina. Xi Jinping è un «principe rosso», ossia figlio di uno di quei dirigenti del Pcc che accompagnarono Mao nella Lunga Marcia e nella guerra estenuante contro i nazionalisti per l’affermazione della supremazia comunista. Quando Xi Jinping nasce, il padre Xi Zhongxun è ai vertici del partito. Sarà prima capo della propaganda, poi vicepremier, quindi vicepresidente dell’Assemblea nazionale del popolo per poi essere purgato dal partito per aver approvato la pubblicazione della biografia di Liu Zhidan, suo mentore durante la Lunga Marcia, scritta dallo storico del comunismo Li Jantong. Verrà poi riabilitto con l’ascesa di Deng Xiaoping.
Liu Zhidan, poeta, comandante tra i più popolari dell’Armata Rossa, fondatore del Soviet di Yanan, fatto fuori da Deng Xiaopeng che lo considerava un potenziale concorrente e ne temeva il prestigio. Ad ucciderlo, il 14 aprile 1936, la pallottola di un cecchino. Ufficialmente Zhidan morì in un combattimento contro i nazionalisti.
 
Lunga Marcia La cosiddetta Lunga Marcia era durata 370 giorni, più di un anno, e tutto quel tempo era stato impiegato per percorrere la distanza, di dodicimila chilometri, che separa lo Jiangxi dallo Shaanxi, attraversando montagne senza strade, aree desertiche e insalubri, fiumi poderosi, come lo Yangtze, foreste, zone infestate dalla malaria. Fu certamente un’impresa, ma non sempre la narrazione ex post corrisponde ai fatti realmente accaduti. La storiografia ha ormai accertato l’errore fatale commesso da Chiang Kai-shek, che non volle assestare il colpo definitivo all’esercito rosso, pensando di poterlo utilizzare contro i vari signori della guerra.
La scrittrice cinese Sun Shuyun ha sottolineato che «ogni nazione ha bisogno di un mito fondatore e per la Cina comunista questo mito è la Lunga Marcia. Per noi è una storia che ha lo stesso valore dell’Esodo dall’Egitto sotto la guida di Mosè per gli ebrei. Ogni cinese sa raccontare a memoria questa storia: sa che i primi duecentomila combattenti comunisti furono cacciati dalle loro basi meridionali negli anni Trenta; sa che incalzati e braccati dai nazionalisti scelsero la sola via di salvezza: andare dove nessuno avrebbe potuto inseguirli, sopra montagne così alte che neppure gli uccelli vi arrivano a volare, attraverso fiumi dove ponti e battelli erano stati bruciati, dentro paludi e trappole mortali».
 
Kuomintang Il 31 gennaio 1949 l’Armata rossa entra a Pechino. Non ci saranno battaglie. I vertici del Kuomintang sono fuggiti a Taiwan. I comandanti lasciati a difesa della città sono arresi senza sparar colpo.
Taiwan riconosciuta dagli Usa come Stato della Cina Nazionalista del 7 dicembre 1949 a 1979. Fino al 1971 l’isola aveva un seggio alle Nazioni Unite.
 
 
Mao Il 1° ottobre 1949 Mao sancisce l’inizio del suo dominio incontrastato. Come spiega Liu Shaoqui, numero due del regime, è il «più grande rivoluzionario e statista della storia cinese, nonché il maggiore teorico e scienziato».
 
Comitato centrale Il Comitato centrale è composto da 44 membri e 33 supplenti. Al vertice del partito c’è un Ufficio politico composto di 13 membri: oltre a Mao ne fanno parte Zhu De, Liu Shaoqi, Zhou Enlai, Ren Bishi, Chen Yun, Kang Sheng, Gao Gang, Peng Zhen, Dong Biwu, Lin Boqu, Zhang Wentian e Peng Dehuai. Nel Comitato centrale entra Deng Xiaoping. Xi Zonghxun, il padre di Xi Jinping, viene eletto membro supplente. È tra le cento persone più influenti della Cina. A farlo entrare è la cordata capeggiata da Gao Gang, la stessa di cui fa parte Deng Xiaoping.
Gao Gang verrà poi accusato di aver fornito informazioni riservate alla Russia.Durante il processo verrà offeso e umiliato: «traditore», «venduto», «scarafaggio della controrivoluzione». Sconvolto Gang cerca di ammazzarsi con una scarica elettrica il 17 febbraio 1954. Sopravvissuto, viene costretto a scusarsi pubblicamente per aver tentato di togliersi la vita. Sei mesi dopo ingurgiterà così tanti sonniferi da non svegliarsi più.
 
Pcc Nel 1937 il partito comunista cinese contava quarantamila iscritti e meno di centomila soldati. Nel 1945 gli iscritti sono un milione e i soldati 1,3 milioni.
 
Città proibita Ne Mao né i suoi successori varcheranno mai la porta della Città proibita, simbolo del potere feudale. Sarà Xi Jinping l’8 novembre del 2017 ha rompere il tabù in occasione della visita del presidente americano Donald Trump.
 
Meraviglie La Città proibita, 72 ettari di meraviglie.
 
Pechino Nel 1930 lo storico britannico Arnold Toynbee aveva definito Pechino come «una città che incute rispetto». La leggenda vuole che un misterioso monaco taoista, proveniente dal cielo, luogo immaginifico per i cinesi, abbia portato all’imperatore un progetto accurato per l’edificazione della città.
 
Zhongnanhai Zhongnanhai, quartiere di Pechino dove Mao ha fatto costruire la sua reggia, ville per i dirigenti del Pcc, villette per i funzionari. La principale porta di accesso a Zhongnanhai si chiama porta della Nuova Cina (Xinhua Men), e sopra il cancello d’ingresso, con la grafia di Mao, si può ancora leggere il suo motto preferito: «Servire il popolo!». Accanto a Mao vivevano Zhu De, Liu Shaoqi, Zhou Enlai, Peng Dehuai, Deng Xiaoping.
 
Prima moglie Xi Zonghxun, nominato capo della propaganda, abitava con Hao Mingzhu, la sua prima moglie, e loro cinque figli – due moriranno prematuramente – in una villa fatta costruire da Mao per i dirigenti del partito a Zhongnanhai. La villa, La villa, collocata appena dopo il primo cerchio, quello gerarchicamente più esclusivo, contava dieci stanze e un ampio giardino, aveva il riscaldamento, acqua corrente, luce elettrica. A Zonghxun venne anche assegnata un’auto, di fabbricazione russa, con autista. In casa c’erano una cuoca e alcune collaboratrici domestiche che facevano da babysitter ai figli. D’estate, per sfuggire all’opprimente calura di Pechino, la famiglia Xi, come tutte quelle dei «funzionari» di un certo livello, si trasferiva nella località balneare di Beidaihe, sulla costa del Bohai. Lì dove Mao fece costruire altre villette, infrastrutture e palazzi amministrativi, in modo che il paese potesse essere governato anche d’estate.
 
Studio Nel grande studio di Xi Zonghxun, una vetrata sul giardino, un’enorme libreria, piena di volumi, i classici del comunismo, a cominciare dalle opere di Mao, ma anche alcuni vietatissimi libri della letteratura occidentale, soprattutto in lingua francese.
 
Nell’ufficio presidenziale di Xi Jinping, una scrivania larga e spaziosa, nella libreria alle sue spalle un gigantesco quadro che ritrae la Grande Muraglia, oltre a scontate opere tipiche della formazione marxista leninista (Il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels, Il Capitale di Marx, Le opere di Mao Zedong e La cronaca della teoria di Deng Xiaoping), anche i libri di storia e classici della tradizione imperiale, da Confucio a Laozi a Mencio, e un libro di immagini sul generale e patriota del XII secolo Yue Fei.
 
Grande balzo Intanto Mao, per far diventare la Cina la prima potenza socialista al mondo, s’era messo in testa di raddoppiare la produzione dell’acciaio (da 5,3 milioni di tonnellate del 1957 ai 10,7 milioni per l’anno successivo). Nome dell’operazione: Grande balzo in avanti. Non avendo impianti adatti né operai strappò dalle campagne 100 milioni di contadini per farli operai. Nelle fattorie vennero allestite fornaci artigianali, alimentate con ogni tipo di legname, compreso quello delle case. Le enormi comuni agricole diventarono luoghi di disperazione e di morte. «Nel delirio egualitario si decide che tutta la produzione venga conferita ai capi della comune e che persino le cucine familiari debbano essere smantellate per fare posto alle mense contadine».
 
Pranzo «Una donna in gamba riesce a preparare il pranzo senza cibo» (slogan del regime).
 
Razione Razione del contadino: una porzione di minestra, «un intruglio acquoso in cui i cuochi avevano gettato foglie di patate dolci e di rape, gambi di granoturco macinati ed erbe selvatiche». A questa vanno aggiunti otto chili di riso a testa, cento grammi di olio e cento grammi di carne al mese.
 
Buio Il 1960, l’anno «più buio della millenaria storia cinese» (Jasper Becker, corrispondente del Guardian).
 
Paradiso All’ingresso di ogni comune campeggiava la scritta: «Il comunismo è il paradiso. Le comuni del popolo ne sono i ponti per raggiungerlo. Il comunismo è il paradiso. La comune è la scala. Se costruiremo quella scala, possiamo arrivare fino in cielo».
 
Cadaveri Di notte i contadini cinesi se ne andavano per campagne in carca di cadaveri per mangiarne la carne. Stando ai referti della polizia ci fu una coppia che rapiva e uccideva bambini per rivenderne carne come coniglio, a prezzi esorbitanti. I due furono giustiziati.
 
Proletario Scrive lo storico Kai Vogelsang: «I quadri del Partito comunista, che prescrivevano al popolo di risparmiare, facevano tutti la bella vita, a partire da Mao Zedong; ufficialmente demonizzavano la cultura occidentale, ma in privato ballavano il tango; ordinavano roghi di libri, ma accumulavano tesori da bibliofili; vivevano in ambienti feudali, e contemporaneamente facevano giustiziare dei poveracci come “proprietari feudali”; facevano condannare a morte le prostitute, ma ne richiedevano i servizi; e mentre tra il popolo milioni di persone morivano di fame, i loro tavoli si piegavano sotto le portate. L’unica cosa da proletario che aveva Mao Zedong erano le maniere».
 
Corea Tre milioni di cinesi combattono nella guerra di Corea. Di questi 400mila muoiono sul campo. Secondo un documento russo però i morti sarebbero più di un milione.   
 
Stalin 6 dicembre 1949. Primo viaggio di Mao Zedong all’estero. Va a Mosca in treno per festeggiare il 70esimo di Stalin. Mao spera di poter siglare un nuovo trattato tra la nuova Repubblica Popolare Cinese e l’Unione Sovietica. È pronto a dare alla Russia la potestà su quei territori cinesi di cui i sovietici si erano appropriati in maniera fraudolenta durante la guerra civile e il secondo conflitto mondiale. In cambio, vuole assistenza militare ed economica per far diventare la Cina una potenza strategica dell’Asia. Stalin però teme la concorrenza e non è impaziente di incontrare il leader cinese. Al suo arrivo gli concede mezz’ora del suo tempo. Poco più di un saluto. Mao poi viene spedito in una lussuosa dacia a 27 chilometri da Mosca dove resta parcheggiato per giorni: «Mi trovo qui soltanto per mangiare, cacare e dormire?». Mao chiede di poter incontrare l’italiano Palmiro Togliatti ma, come racconterà lui stesso alcuni anni dopo la morte del leader sovietico, «Stalin riuscì a impedirmelo con mille stratagemmi». I due si incontreranno nuovamente solo durante la cerimonia del 70esimo.
 
Omega Tra i compito affidati a Xi Zhongxun quello di fare da balia al XIV Dalai Lama, il giovane Tensin Gyatso, di intrattenerlo durante il suo soggiorno. Tra i due era sorta una certa amicizia che il Dalai Lama aveva suggellato regalando a Zhongxun un orologio Omega, una rarità per la Cina dell’epoca.
 
Figli Hao Mingzhu (1916-2006) dà alla luce cinque figli. Due moriranno prematuramente.
Gli altri:
• Xi Funping (detto anche Xi Zhengning), nato nel 1941, avuto dalla prima moglie. Conseguirà una brillante laurea in scienze alla University of Science and Technology of China. Subito dopo, sarà inserito in un’unità segreta di ricerca scientifica nazionale sugli armamenti, a Shangou, nella provincia di Huan, nello Shaanxi, dove resterà per tredici anni. Poi farà una discreta carriera nel partito, fino a diventare vicesegretario nello Shaanxi, in quello che è un po’ il feudo territoriale e politico della famiglia e poi procuratore a Hainan. Morirà giovane, nel 1998, a 57 anni.
Xi Ganping diventerà famosa per l’intraprendenza dimostrata nel mondo degli affari, e per gli ottimi risultati scolastici ottenuti negli anni che precedono la Rivoluzione Culturale, all’Accademia diplomatica, studiando lingua e letteratura francese. Lavorerà all’«International Business Daily», il principale quotidiano economico e finanziario in lingua cinese, giornale controllato e pubblicato dal ministero del Commercio.
Xi Heping finisce anche lei vittima delle purghe e muore in circostanze misteriose. Suo figlio verrà allevato dalla madre Hao Mingzhu.
Sia i figli del primo matrimonio che quelli del secondo avranno posizioni di rilievo nella nomenklatura cinese, la stessa prima moglie, Hao Mingzhu, sarà un’esponente della Federazione delle donne nel Guanzhong e poi membro dell’Assemblea nazionale del Popolo, il Parlamento regionale, dello Shaanxi.
 
Seconda moglie Xi Zonghxun e Qi Xin, la sua seconda moglie e madre di Xi Jinping, si incontrano per la prima volta nel 1943. Lei, tredici anni meno di lui, è una ragazzina carina, minuta, dal volto gentile e affusolato, con occhi bellissimi e lunghi capelli neri. Figlia di un ufficiale nazionalista, già capoufficio legale della III Armata durante la famosa «spedizione del Nord», milita nel Pcc. Non è ben chiaro come si separò dalla prima moglie fatto sta che il 28 aprile del 1944 Xi Zonghxun riuscì a convolare a nozze con la sua nuova fiamma. Nessuna cerimonia tradizionale, solo un lauto banchetto un’orchestrina militare che suonava e faceva ballare gli invitati, tutti gli esponenti della nomenklatura del posto e alcune studentesse colleghe della sposa. In un primo periodo i due vivono separati: lei si occupa di bambini in una comune, lui è impegnato con il suo lavoro di commissario politico. La prima figlia, Qiaoqiao, arriva solo nel 1949. Nel 1952 nasce una seconda figlia, An’an, poi è la volta di due maschi, Jinping, nel 1953, e Yuanping, nel 1956. Qi Xin vuole continuare a studiare e grazie al marito entra all’Istituto Marx per un corso di formazione post universitario di alto livello. Allieva modello, diventerà una sorta di ispettore provinciale delle scuole materne ed elementari.
 
Nascita Xi Jinping nasce nell’ospedale riservato ai dirigenti della nomenklatura il 15 giugno del 1953, un lunedì. Il padre porta alla moglie fiori e dolci per festeggiare la nascita di un maschio. A cinque anni Jinping indossa gli abiti dei Giovani Pionieri, a sette viene iscritto alla Beijing Bayi Middle School, la Scuola N.101, riservata ai figli dei potenti. A nove viene deportato assieme a tutta la famiglia l’organizzazione della Lega dei giovani comunisti, Louyang, una città della provincia di Henan, decisamente lontano dalla capitale.
All’epoca il regime tolse i nomi di scrittori o scienziati agli istituti scolastici sostituendoli con una fredda numerazione.
 
Purga Dopo essere stato lodato per anni Xi Zhongxun passa dalla parte dei sospettati. È uno dei «cinque cavalli di Pechino», espressione che indica la corrente riformista composta da Gao Gang, Rao Shushi, Teng Zhiui, Deng Xiaoping e Xi Zhongxun. Questi ritenevano che la Cina dovesse concentrarsi nella lotta contro la povertà estrema.
 
Deportazione Dopo essere stato purgato da Mao Xi Zhongxun, finisce a fare il direttore di una polverosa fabbrica di trattori a Luoyang.  La famiglia avrebbe potuto disconoscerlo per salvarsi la faccia ma Qi Xin di lasciare il marito non ne vuole sapere e decide di raggiungerlo con i figli. Qualche anno dopo, grazie alla posizione che si guadagna nell’organizzazione scolastica di Pechino, a Jinping, alle sorelle e al fratello viene concesso di tornare nella capitale per studiare. Nonostante l’enorme distanza moglie e figli continuano a scrivere al Zhongxun e, quando possibile affrontano il lungo viaggio per andarlo a trovare.
 
Traditore Tornato nella capitale Xi Jinping a 15 anni viene arrestato 4 volte per essere figlio di un traditore. La prima fu portato nella Scuola centrale di partito di Pechino ormai trasformata in un centro di detenzione. Per giorni fu rinchiuso in un’aula/cella con altre venti persone senza letti, servizi igienici o pasti regolari. Nel 1969, dopo aver passato un periodo dalla zia materna, finì a zappare la terra e ad accudire maiali in campo di rieducazione nelle terre gialle dello Yanan. Per sette anni vivrà in una casa grotta, senz’acqua né corrente. Tentò la fuga per ben cinque volte e ogni volta veniva riacciuffato a Pechino e rispedito indietro. Ad ogni fuga le punizioni si facevano sempre più pesanti. L’ultima fu rinchiuso per sei mesi in una cella fetida e senza luce di Yanchuan. Fu lo zio a farlo uscire garantendo che mai più sarebbe fuggito. E così fu aveva capito che contro il partito non poteva nulla.
 
Buchi Xi Jinping che se ne andava in giro con i buchi nei pantaloni.
 
Partito «Quando sono arrivato nelle terre gialle, all’età di 15 anni, ero ansioso e perso. Quando le ho lasciate all’età di 22 anni, lo scopo della mia vita era chiaro e stavo traboccando di fiducia». Xi divenne così un giovane leader, il più rosso dei rossi, della comune. All’interno del villaggio si era fatto rispettare e stimare. Aveva abbracciato appieno la dottrina del partito e deciso di scalarlo ma non senza difficoltà: per nove volte gli venne negata l’iscrizione a causa di suo padre. A nessuno importava che nella sua stessa biografia rinnegasse i comportamenti del genitore. Solo al decimo tentativo Xi, durante un banchetto in grotta a base di un uovo strapazzato, riuscì finalmente a convincere il capo villaggio a farlo entrare nel partito e subito fu eletto segretario della locale sezione di Liangjiahe.
 
Università Nonostante l’iscrizione al partito Xi non venne subito ammesso alla facoltà di ingegneria chimica della prestigiosa università di Tsinghua. Sarà la madre, Qi Xin, a interferire con le alte sfere per farlo iscrivere. Ci entrò nel 1975 dopo aver superato brillantemente tutti i test di ammissione.
 
Morte di Mao Il 9 settembre 1976 Xi Jinping è in aula, sta seguendo una lezione teorica di chimica, quando alle 15 l’altoparlante invita tutti gli studenti a radunarsi nel cortile dell’università: «Mao è morto». Lascia una Cina in miseria. La Rivoluzione culturale era fallita. Nell’agosto del 1977, Hua Guofeng, personaggio grigio e senza un largo seguito, che Mao a sorpresa ha designato come suo successore, la dichiara ufficialmente conclusa.
Il 6 ottobre del 1976, un mese dopo la morte di Mao, sua moglie, Jiang Qing e gli altri componenti della cosiddetta Banda dei Quattro (Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen), vengono arrestati. Per i cinesi sono l’essenza del male, il gruppo che ha avuto un potere di vita e di morte su inermi cittadini e che durante la Rivoluzione Culturale ha ordinato le peggiori nefandezze.
 
Carestia «Si concludeva così l’era di Mao Zedong. Il suo bilancio era agghiacciante. A causa della politica di Mao morirono 70 milioni di persone in carestie, guerre e persecuzioni politiche. Un’intera generazione era inselvatichita» (lo storico Kai Vogelsang).
 
Deng Xiaoping Con la morte di Mao a Deng Xiaoping vengono restituite tutte le cariche. Nel dicembre del 1978, al terzo Plenum dell’undicesimo congresso del Pcc, è incoronato nuovo «leader supremo» della Repubblica Popolare di Cina, titolo che non esiste nella gerarchia istituzionale ma che viene adoperato per indicare il vero capo. Deng non demolisce il mito di Mao: «Per la maggior parte della sua vita il presidente Mao ha fatto cose buone… Sfortunatamente, verso il tramonto della sua vita, in particolare durante la Rivoluzione Culturale, egli commise degli errori – e non erano di poco conto – che arrecarono molte sventure al nostro partito, al nostro Stato e al nostro popolo. L’errore del presidente Mao fu un errore politico – e non un piccolo errore. D’altra parte, della “Rivoluzione culturale” approfittarono due cricche controrivoluzionarie guidate da Lin Biao e dalla Banda dei Quattro, che tramarono per usurpare il potere» [a Oriana Fallaci, Cds 29.8.1980].
 
Xi Zhongxun Con l’ascesa di Deng, dopo 15 anni di isolamento Xi Zhongxun torna a Pechino. Riabilitato viene eletto membro del quinto comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, poi viene nominato secondo segretario del Comitato provinciale del partito nel Guangdong, l’annio successivo diventa governatore del Guangdong e commissario politico della regione militare di Guangzhou (Canton). Xi Zhongxun propone di far diventare Shenzhen, principale città del Guangdong, una zona economica speciale sul modello della vicina Hong Kong. In pratica Pechino lascia al governo provinciale libertà di negoziazione con le imprese e gli investitori stranieri. Un successo. Oggi in  Guangdong si registrano i più alti livelli di reddito pro capite. È qui si sono sviluppate le industrie tecnologiche cinesi e le multinazionali americane. Nel 1990, è nato il Shenzhen Stock Exchange, autonomo mercato finanziario, una delle tre Borse valori della Cina. Nel 1982 Xi Zhongxun torna a Pechino dove prima viene eletto deputato dell’Assemblea nazionale poi entra nel Politburo, la stanza dei bottoni. A 74 anni andrà in pensione. Si trasferirà a Shenzhen, città a cui si dice abbia dato addirittura il nome. Morirà nel 2002 e verrà sepolto a Babaoshan, nel cimitero rivoluzionario, accanto ai principali capi cinesi e a personaggi leggendari come il giornalista polacco Israel Epstein, il comunista britannico Douglas Frank Springhall, il medico tedesco Hans Müller, l’attivista americana Anna Louise Strong. Tra i presenti il segretario generale del partito Jiang Zemin, Hu Jintao (vicepresidente della Repubblica Popolare), Li Peng (presidente del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo) e Zhu Rongji (primo ministro). Non accade spesso che tutti e quattro insieme partecipino a un funerale. Stringono prima la mano di Xi Jinping, poi accennano un abbraccio alla vedova.
Nei pressi di Xi’an, una delle città storiche della Cina, su un’area che corrisponde a quaranta campi di calcio, in una piazza circondata dai cipressi, è stata eretta una statua di sessanta tonnellate di granito.
 
Riformista «Xi Zhongxun è stato elogiato da Mao Zedong per quattro volte, è stato due volte stordito e si è rialzato tre volte contro la sinistra interna e per questo è stato picchiato e insultato. È un pioniere della riforma e delle aperture degno di merito: tra i quadri veterani del partito è un risoluto riformista con una mente aperta e un’integrità inflessibile» (Huo Yaoxun, segretario del Comitato centrale del Pcc, a Qin Chuan, direttore del Quotidiano del Popolo)
 
 
 
Comuni Nel 1982 vengono abolite le comuni agricole.
 
Geng Biao Il generale Geng Biao, grande amico di Xi Zhongxun, già ambasciatore in Svezia, Danimarca, Finlandia, Pakistan, Birmania, e Albania, viene richiamato in patria e nominato segretario della Commissione militare centrale (Zhongyang Junshi Weiyuanhui) ovvero l’organismo chiave con cui il Partito controlla le forze armate. Ne fanno parte tutti i capi di stato maggiore, il ministro della Difesa, e i responsabili degli armamenti. La Commissione ha al suo servizio 6,8 milioni di individui, non solo le forze armate ma anche tutti coloro che, a vario titolo, lavorano per l’industria militare.
 
Segretario Nel maggio del 1979, grazie all’intercessioni di suo padre, Xi Jingping diventa uno dei tre segretari personali del generale Geng Biao. Xi Jinping, 26 anni, neolaureato in ingegneria chimica con specializzazione in sintesi organica, si presenta al lavoro in una stiratissima divisa militare. Si distingue per puntualità e determinazione, presenzia alle riunioni più delicate dove non può prendere parola ma osservare il sistema dall’interno, conoscere personaggi potenti.
 
Ke Lingling Nel 1979 Xi Jinping sposa Ke Lingling, figlia di Ke Hua, ambasciatore cinese nel Regno Unito di due anni più grande di lui. Le loro nozze però dureranno solo tre anni. Lei sperava di convincere il marito ad andare a vivere a Londra ma Xi Jinping non ne voleva sapere e l’accusava di perseguire un modello di vita occidentale, fatto di benessere materiale, ribadendo che il suo posto era in Cina e nel partito. Dopo il divorzio lei raggiunse il padre in Inghilterra. Per tre anni, Xi Jinping aveva continuato a chiamarla nella speranza di convincerla a tornare, poi i rapporti si erano diradati. Si incontreranno di nuovo solo una volta per un funerale a Shenzhen. Tra loro, solo un imbarazzante stretta di mano, durata pochi secondi. Ke Lingling, oggi è dirigente di una struttura ospedaliera a Londra. Del marito ha detto che è un «uomo retto e di capacità, anche se molto testardo».
 
Zhending In Cina, per far carriera politica, bisogna partire dalla provincia. Solo così si possono dimostrare al governo le proprie capacità. Dopo numerosi colloqui e altrettante tazze di thè Xi Zhongxun riesce a ottenere per suo figlio la contea di Zhending, nella parte sudoccidentale della provincia di Hebei, a 260 chilometri da Pechino. La zona oggi conta mezzo milione di abitanti. Nei primi anni 80, quando Jinping vi arrivò in qualità di vicesegretario erano meno della metà.
«La decisione di abbandonare il comodo ufficio di Pechino per andare a misurarsi con la guida di una contea rurale verrà vantata e celebrata dalle biografie ufficiali dedicate a Xi Jinping. Nel 1986, lo scrittore Ke Yunlu scrive addirittura un romanzo, intitolato New Star (Xin Xing) (…). Dal romanzo di Ke Yunlu sarà tratta addirittura una serie televisiva di successo, molto seguita in Cina, in cui il protagonista è riconoscibile nella persona di Xi Jinping, il giovane dirigente che porta idee innovative e rompe gli schemi di un comunismo pauperista e retrivo».
 
Buche Nello Zhending Xi Jinping non è ben visto dal suo superiore Gao Yang, lo reputa «un elemento paracadutato dall’alto», un figlio di papà. Il giovane Xi però si distingue sporcandosi le mani. Come primo incarico vuole sistemare le strade della contea che erano tutte dissestate, ricoperte di letame e rifiuti. Invita tutta la popolazione a prendersi cura del tratto di strada vicino alla propria abitazione. Lui stesso si fa ritarare, pala alla mano, mentre ricopre una buca. Per far ripartire l’economia poi Xi assegna laboratori artigianali e terre a gruppi familiari favorendo la nascita di nuclei di contadini proprietari. I risultati positivi arrivano in poco tempo: nella contea di Zhengding si registra un aumento quantitativo e qualitativo della produzione agricola.
 
Figlio unico Nel 1983 Pechino lancia la politica del figlio unico.  La cosiddetta «pianificazione familiare» turba per i modi feroci in cui viene attuata. Saranno 25 milioni le bambine che verranno nascoste all’anagrafe. Per applicare le ferree regole Xi Jinping impone a trentamila donne della sua contea la sterilizzazione forzata e ad altre trentunomila strumenti di sterilizzazione intrauterina. Uno zelo che gli vale la nomina a segretario.
 
Usa Al fine di arricchire il proprio curriculum Xi Jinping partecipa a un progetto di interscambio negli Stati Uniti. A Muscadine, «la perla del Mississippi» la signora Sarah Lande ha convinto i suoi concittadini a ospitare giovani cinesi per mostrare loro le più avanzate tecniche dell’agricoltura americana. Xi Jinping viene ospitato da Eleanor e Thomas Dvorchak. Lui è un dirigente d’impresa, esperto di finanza. La coppia ha tre figli, tutti studenti: Paula, Mark e Gary, quest’ultimo ventunenne, che in quel periodo frequenta il college. Alle pareti della camera di Gary sono affissi giganteschi poster di Star Trek, serie della quale Jinping non aveva mai sentito parlare.
 Xi Jinping e Gary Dvorchak sono rimasti amici. Pare che il presidente cinese gli abbia dato una mano dopo una serie di affari andati male a Los Angeles. Ora Gary abita a Pechino dove aiuta le società cinesi quotate sul mercato statunitense a fare affari negli Usa.
 
Muscatine Nel febbraio del 2012, nel corso di una visita di Stato negli Usa, Xi tornerà a Muscatine con grandi onori, rivedrà la famiglia che lo aveva ospitato e l’anno dopo, alla signora Sarah Lande, verrà conferito il titolo e la medaglia d’oro di «ambasciatrice dell’amicizia» da parte dell’Associazione d’amicizia del popolo cinese con l’estero, un’onorificenza che solitamente veniva assegnata solo ai dirigenti di paesi alleati e comunisti e che solo otto americani hanno ricevuto.
La casa, al 2911 di Bonnie Drive, verrà acquistata anni dopo a un prezzo esorbitante da due imprenditori cinesi, Daniel Wang e Glad Cheng, proprietari della China Windows Group Inc., i quali ne hanno fatto un’attrazione storico-turistica. Dal 17 settembre 2015 è stata proclamata Casa dell’amicizia sino-americana, e da quel giorno aperta al pubblico gratuitamente. All’esterno, in vendita, un vasto campionario di paccottiglia kitsch: tazze, portachiavi, matite, penne, tutti rigorosamente con l’effigie di Xi Jinping.
 
Vicesindaco Il 15 giugno del 1985, al ritorno dagli Stati Uniti, Xi Jinping diventa vicesindaco di Xiamem, zona economica speciale. È da qui che provengono gran parte dei cinesi emigrati in Italia.
 
Peng Liuyan Peng Liuyan, nata il 20 novembre 1962 a Jungcheng, nella provincia di Shandong, figlia di Peng Longkun, preside di scuola, responsabile delle politiche culturali della contea di Yuchen. Sua madre era un’artista della cosiddetta Opera Yu. Già a 4 anni la mamma la faceva esibire nei festival canori per bambini. La rivoluzione culturale però segna la sua famiglia. Un suo zio paterno fugge a Taiwan con i nazionalisti. Per punizione Peng Longkun viene spedito in un lager di rieducazione, sua madre in un campo di lavoro, dove nel 1971 fu raggiunta dalla piccola Peng Liuyan, all’epoca novenne. A quattordici anni la madre riesce ad iscriverla alla scuola 51, una sorta di conservatorio. Nel 1982, ad appena vent’anni, si era esibita al gala di Capodanno della televisione di Stato (Cctv), una sorta di festival di Sanremo cinese. Nel 1983 era stata inserita in una delegazione ufficiale del partito inviata in Corea del Nord e si era esibita nel corso della riservata cena ufficiale. L’anno dopo, invece, era stata mandata, su richiesta del Dipartimento politico generale, a cantare al fronte, a Laoshan, sul punto più aspro del confronto tra cinesi e vietnamiti. Una rarissima foto la ritrae con le treccine da adolescente, circondata da soldati con l’elmetto mentre, sorridente, stringe la mano a un ufficiale. Indosso ha la divisa militare perché già nel 1980 era stata inquadrata nell’Esercito popolare di liberazione della Cina, nel quale avrebbe raggiunto il grado di generale. Poco dopo, nel luglio del 1985, è ammessa nel Partito comunista.
 
Incontro Verso la fine del 1986, a una festa, grazie a un amico comune, Xi Jinping conosce la famosa cantante Peng Liuyan. Tra i due, nessun colpo di fulmine. In lui, lei vede un burocrate ordinario, mal vestito, goffo, che dimostra molto più dei suoi 33 anni. Lui dice non aver mai sentito parlare di lei e di non averla mai sentita parlare. Lei, però, si ricrede non appena ha modo di apprezzare la straordinaria cultura di lui e per mera cortesia gli concede un secondo appuntamento. Un secondo appuntamento in ci lei canterà per lui Fiori di gelsomino, la più famosa canzone folk cinese. Il 1° settembre del 1987 i due convoleranno a nozze.
 
Nozze Alla cerimonia parteciperanno il sindaco di Xiamen e tutto il comitato centrale. Erano in pochi però a conoscerel’identità della moglie di Xi, la loro relazione era molto riservata tanto che il segretario locale del partito, la più alta autorità presente, domandò a Xi come mai la giovane e celebre cantante fosse presente al matrimonio: «È qui per esibirsi al banchetto di nozze?». Xi lo lasciò senza parole: «Tra qualche minuto sarà mia moglie».
 
Figlia  Nei primi anni di matrimonio i due si vedono poco. Lei, che cantava nel coro dell’esercito, è spesso lontana da casa. Quando poi, il 27 giugno 1992, Peng Liyuan dà alla luce la loro unica figlia, Xi Mingze, lui è impegnato nell’organizzare i soccorsi alla popolazione della provincia del Fujian, colpita in quelle ore da una tremenda alluvione. Solo qualche settimana dopo riuscirà a vedere sua figlia per la prima volta e la moglie. Xi Mingze studierà nelle migliori scuole cinesi, come la Hangzhou Foreign Languages School, e dal 2010 al 2014 andrà ad Harvard. Per consentirle l’accesso all’ateneo bostoniano il governo americano accorderà l’iscrizione sotto falso nome e la presenza, come falsi studenti, di alcuni agenti del servizio segreto cinese, oltre che la protezione dell’Fbi. Alla giovane figlia del futuro leader cinese gli Usa concederanno addirittura l’ambita Carta Verde e ad Harvard, Mingze si iscriverà alla confraternita Kappa Alpha Theta.
 
Supplente Nel maggio del 1990 Xi Jinping, a 37 anni, diventa il capo del partito nella città capoluogo Fuzhou, dopo di che assume anche la presidenza della scuola quadri del Partito comunista e nel 1997 riesce, per il rotto della cuffia, a fare capolino nell’agone della politica nazionale cinese. Tra i 151 membri supplenti nominati al quindicesimo Comitato centrale del Partito comunista, lui è quello che riceve meno preferenze, è ultimo in graduatoria. Nel 1999 diventa governatore del Fujian.
 
Aeroporto Xi Jinping fa costruire un aeroporto per i militari a Fuzhou, 174 milioni di dollari spesi per molti inutilmente dato che c’era già uno scalo a Xiamen.
 
Lai Changxing Xi Jinping, coinvolto nello scandalo di Lai Changxing, imprenditore truffaldino che evase 14 milioni di yuan (2 miliardi di euro) grazie all’ausilio di 64 alti funzionari, per poi nascondersi in Canada. Riuscì a cavarsela per mancanza di prove che lo collegassero all’imprenditore anche se tutti pensavano che non potesse esserne all’oscuro.
 
Corruzione Nel 2002 Xi Jinping diventa segretario di partito dello Zhejiang, posizione che gli vale l’ingresso nel sedicesimo Comitato centrale, questa volta non più in qualità di supplente, ma come membro effettivo. Xi si distingue per una dura lotta alla corruzione, portata avanti con una puntigliosità tale da guadagnarsi gli encomi di Pechino e la ribalta dei giornali nazionali. Sono significativi anche i successi economici, con una crescita provinciale che sfiora il 14 per cento, numeri che porteranno a fare della provincia di Zhejiang la quinta per ricchezza in Cina. Dal novembre del 1990, da quando le autorità cinesi ne concessero l’apertura, Shanghai è sede di una delle due Borse del paese (l’altra è quella di Shenzhen), e gli esperti valutano che oggi sia il quarto mercato azionario al mondo per livello di capitalizzazione.
 
Shanghai Shanghai, «sul mare», capitale economica della Cina. Con circa ventiquattro milioni di abitanti, è la seconda metropoli più popolosa della Repubblica Popolare (la prima è Chongqing, che ne conta più di trenta), il porto commerciale più rilevante dell’Asia, e una delle quattro città a godere dello status di provincia autonoma (le altre sono Pechino, Tianjin e Chongqing).
 
Hu Jintao Nel 2004 Hu Jintao, al vertice del Pcc, diventa presidente della Commissione militare centrale, mentre il leader uscente, Jiang Zemin, continuerà a esercitare una certa influenza. Hu Jintao teorizza il concetto di «società socialista armoniosa», ovvero l’eliminazione di ogni diversità, dissenso e pluralismo.
 
Relazioni Nella tela dei rapporti di Xi, c’è anche una speciale relazione con Hu Haifeng, giovane figlio di Hu Jintao, anche lui ex allievo di Tsinghua, manager al quale Xi fa spesso cortesie, ottenendone in cambio un canale diretto con il padre. Anche sua Peng Liyuan si da fare, stabilisce relazioni con mogli e figli di potenti, come l’ex primo ministro Li Peng, per far sì che mariti e padri sostengano le ambizioni dell’amato. Peng Liyuan aveva ottimi rapporti anche con un’altra cantante di grande successo, Song Zuying, famosa per essere accreditata come l’amante di Jiang Zemin, il leader cinese degli anni Novanta, che con lei aveva quarant’anni di differenza.
Anche il fratello minore di Xi Yuanping sposa una cantante e attrice, Zhang Lanlan, nota come la Marilyn Monroe della Cina.
 
Italia Il 14 novembre del 2003 Xi Jinping atterra per la prima volta in Italia. È a capo di una delegazione per sottoscrivere un accordo con la Sias, la società italiana che gestisce l’autodromo di Monza, per la costruzione di un circuito a Jinhua, città della provincia di Zhejiang. La pista che gli italiani realizzeranno in Cina fa parte di un progetto più vasto che prevede la nascita di una «città dell’auto», un complesso industriale che si sviluppa su 667 mila metri quadri, ricco di capannoni, aree espositive e uffici direzionali. Non a caso si parla di «Detroit dell’Asia». L’autodromo da costruire non è destinato solo alle gare sportive ma anche alla sperimentazione di nuovi modelli di macchine, prodotti nelle fabbriche della zona. l progetto viene affidato a eccellenti professionisti: l’architetto Mario Botta, l’ingegnere Giorgio Beghella Bartoli, responsabile tecnico dell’autodromo di Monza, Giuseppe Rapisarda e Angelo Sticchi Damiani. «Un po’ di Monza anche in Cina» scrive il quotidiano «la Repubblica», tra i pochi a dare la notizia ma solo nella sezione motori. L’incontro si svolge a Villa Condulmer è un lussuosissimo resort, un prestigioso golf club, a Mogliano, in provincia di Treviso, non lontano da Venezia.
 
Foulard A Venezia Xi Jinping, come un qualsiasi turista, acquista nelle botteghe veneziane foulard di seta per la moglie e qualche souvenir in vetro di Murano.
 
Segretario/2 A marzo del 2007 Xi Jinping diventa segretario del Partito comunista di Shanghai.
 
XVII congresso Il 15 ottobre 2007, un freddo lunedì, inizia a Pechino sotto a una nebbia fitta smog, il diciassettesimo congresso del Partito comunista cinese. 2213 delegati, tutti vestiti in abito scuro e cravatta rossa, decideranno le sorti della Cina. Per la prima volta fra loro ci sono personalità di successo: il primo astronauta cinese, Yang Liwei e una ventina di miliardari, uomini d’affari titolari delle loro compagnie societarie. Il congresso dovrà riconfermare Hu Juntao per un secondo mandato e, come da tradizione, indicare i successori. Tutti danno per scontata l’ascesa di Li Kegiang, delfino di Hu Juntao, ma a sorpresa per la vicepresidenza del Comitato permanente del Politburo, carica che prelude a quella di segretario generale del partito, verrà indicato Xi Jinping, ormai entrato nelle grazie di Zemin.
L’incoronazione dei nove uomini d’oro che compongono lo Standing Committee viene annunciata nel cosiddetto «incontro con la stampa» al quale però non sono ammesse domande.
 
Scuola Nel dicembre 2007 Xi Jinping è stato nominato a capo della Scuola centrale del partito,
 
Stadio Lo stadio nazionale di Pechino, con quella sua particolare architettura a «nido d’uccello», costato tre miliardi e mezzo, disegnato dallo studio di architetti svizzeri Herzog & de Meuron, costruito con 45.000 tonnellate di acciaio.
 
Olimpiadi Alle 20.08 del 21 marzo 2008, a Pechino Hu Jintao accende la fiamma olimpica e la la torcia olimpica e la passa all’atleta Liu Xiang, famoso ostacolista, che dà inizio al più lungo e ambizioso giro, che toccherà venti nazioni in 137 giorni, fino al ritorno a Pechino per l’apertura ufficiale dei giochi. A prendere parola poco prima dell’evento Xi Jinping divenuto anche presidente del Comitato statale che sovrintende all’organizzazione dei Giochi: «Oggi si corona il nostro sogno di ospitare questa manifestazione. La torcia e il suo viaggio uniranno la forza di tutta la nazione, che insieme renderà i Giochi unici e ben gestiti». I giochi si svolgono senza particolari problemi e per Xi Jinping la scommessa è vinta. Nel 2008 assume anche la direzione dell’Ufficio che si occupa degli affari di Macao e Hong Kong.
 
Tremonti Nel 2009 Giulio Tremonti era stato invitato a tenere una lectio presso la Scuola centrale di partito a Pechino per parlare degli effetti della globalizzazione. Il giorno dopo, assieme all’ambasciatore italiano, fu invitato a pranzo da Xi Jinping: «Rimanemmo tre ore insieme» rievocherà il ministro dell’Economia, «Xi aveva fame di conoscere, come se preparandosi a guidare la Cina volesse incamerare una serie di nozioni. Era molto interessato alle ricette economiche messe in campo per arginare la crisi, gli sembrava molto curioso che gli americani, alfieri del libero mercato, stessero di fatto nazionalizzando alcune banche.»
 
Vicepresidente Il 18 ottobre 2010, Xi Jinping viene nominato vicepresidente della Commissione militare centrale. Sarà lui il successore di Juntao. Xi Jinping è stato scelto da Jiang Zemin in base al criterio gedai zhiding, secondo il quale ciascun leader indica il suo successore a distanza di due generazioni, scegliendo, quindi, non il suo diretto discendente ma il successore del proprio successore.
 
Telefonino popolare Durante un viaggio in Venezuela da vicepresidente Xi Jinping accorda a Hugo Chavez la tecnologia cinese per costruire il «primo telefono cellulare bolivariano», un cellulare da 18 dollari, che consente all’allora leader di lanciare una delle sue campagne demagogiche con il «telefonino popolare e per tutti». Nel 2011 è di nuovo pin Italia, questa volta a Roma, per partecipare alla parata del 2 giugno nel 150esimo dell’Italia unita.
 
Scandalo A pochissimi mesi dall’apertura del congresso, il 29 giugno 2012, l’agenzia di stampa internazionale Bloomberg pubblica un’inchiesta dal titolo: Le relazioni milionarie di Xi Jinping rivelano le fortune dell’élite. «Xi Jinping, l’uomo in attesa di diventare il prossimo presidente della Cina, ha avvertito i funzionari in una teleconferenza anticorruzione del 2004: “Rinunciate a vantaggi per i vostri coniugi, figli, parenti, amici e personale, e promettete di non usare il potere per guadagno personale”. (…) Mentre Xi scalava le file del Partito Comunista, la sua famiglia allargata ampliò i propri interessi commerciali includendo minerali, beni immobili e attrezzature per telefoni cellulari, secondo i documenti scoperti da Bloomberg». Al centro di questo groviglio, la sorella maggiore del presidente, Qi Qiaoqiao, oggi settantenne, che ha avuto sempre una spiccata propensione per gli affari, insieme al marito, Deng Jiagui e a un altro cognato, Wu Long. Scrive Gabriele Battaglia, autore dell’articolo Cina, i conti in tasca al futuro leader pubblicato da «E-Il Mensile On Line» e che riprende i contenuti dell’inchiesta di Bloomberg: «Dai documenti emergono possedimenti per un totale di 376 milioni di dollari. Tra le altre cose, figurano una quota del 18 per cento in una società di terre rare – diciassette elementi contenuti in diversi minerali e necessari alla costruzione di una sfilza di prodotti high-tech – che ha un patrimonio di 1,73 miliardi di dollari e una partecipazione da 20,2 milioni di dollari in una società di telecomunicazioni quotata in borsa». Sorella e cognato – stando sempre a Bloomberg – possiederebbero anche rilevanti quote azionarie dello Shenzhen Yuanwei Investment Co., un potente gruppo immobiliare che avrebbe garantito alla coppia utili equivalenti a 230 milioni di euro. Le attività del cognato Deng Jiagui, che aveva iniziato commerciando in tabacco, vengono citate nei cosiddetti Panama Papers (gli oltre undici milioni di documenti riservati che nel 2016 hanno svelato le attività di numerose società offshore nei principali paradisi fiscali). Nel dettaglio emergono le sue ricche attività nel settore delle costruzioni, con gli appalti ricevuti dallo Stato, come quello per la costruzione di un ponte da 125 milioni di euro nella provincia dell’Hubei. Nell’articolo Bloomberg riferisce che in ben venticinque società cinesi risultano, in qualità di azionisti, presidenti o amministratori, i nomi di Qi Qiaoqiao, Deng Jiagui e Zhang Yannan (la loro figlia).
In Cina, nelle ore successive alla pubblicazione dell’inchiesta su Xi, viene bloccato l’accesso al sito di Bloomberg.
 
Scandalo 2 All’inchiesta di Bloomberg segue quella del «New York Times», a firma di David Barboza, che svela il patrimonio, di addirittura tre miliardi di dollari, riconducibile al premier uscente, Wen Jiabao, il cui figlio è uno dei cofondatori di una società di private-equity. Nel mirino la compagnia di assicurazioni Ping An, posseduta per una quota rilevante dai familiari di Wen, in particolare la madre ultranovantenne – secondo l’inchiesta – sarebbe intestataria di azioni per il valore di 120 milioni. Il premier Wen risponde chiedendo lui stesso un’inchiesta sul suo patrimonio, mentre le autorità decidono invece di espellere dalla Cina il giornalista del «New York Times», Chris Bukley e di negare il visto a un suo collega, Philip Pan.
 
Segretario generale L’8 novembre i 2270 delegati, in rappresentanza di quaranta collegi elettorali, sono radunati nella Grande Sala del Popolo. Il 15 novembre 2012 Xi Jinping è eletto segretario generale del Partito comunista, e anche capo della Commissione militare centrale. Il 14 marzo 2013 sarà eletto presidente della Repubblica Popolare Cinese dal diciottesimo congresso nazionale del popolo, ricevendo 2952 voti a favore, uno solo contro e tre astensioni. Ora è davvero Zongsiling, la parola che in cinese indica il «comandante in capo».
 
Uomini d’oro I sette nuovi uomini d’oro sono: Xi Jinping; Li Keqiang; Zhang Dejiang, presidente dell’Assemblea nazionale del popolo; Yu Zhensheng, il segretario esecutivo della Segreteria; Liu Yunshan, capo della propaganda, che sarebbe diventato il braccio operativo di una durissima censura e controllo dei media; Wang Qishan, capo della Commissione disciplinare; Zhang Gaoli che diventerà il vicepremier esecutivo. Dei sette, in cinque vengono ascritti alla corrente di Jiang Zemin, altri due, Li Keqiang e Liu Yunshan sono tuanpai. Nessuna donna entra nello «Standing Committee», solo due nel Politburo.
 
I sette pericoli Il 19 agosto 2013, il New York Times pubblica ampi estratti di un documento segreto, denominato Documento n. 9. Si tratta di un memorandum inviato alle altissime gerarchie del Partito, i cui contenuti sono stati ispirati e approvati da Xi Jinping in persona, nel quale vengono indicati i cosiddetti «sette pericoli» a cui sarebbe esposta la società cinese. Si tratta del «neo-liberalismo», dell’affermazione dell’esistenza di «valori universali», dei «diritti umani», della «democrazia costituzionale occidentale», della «promozione della partecipazione alla vita sociale», dell’affermazione del valore «dell’indipendenza dei media» e delle critiche «nichiliste» al passato del partito. «Sette correnti sovversive da sradicare» riporta testualmente il New York Times.
Nei giorni successivi alla diffusione in Rete del memorandum, due giovani che hanno postato sul web commenti negativi e preoccupati, vengono arrestati dalla polizia.
 
Pranzo dem Se Mao è diventato famoso per la sua «nuotata popolare», Xi decide di ammiccare ai media con un «pranzo democratico». Senza la scorta al seguito nell’ora della pausa pranzo si presenta in un ristorante della catena QingFeng, una sorta di fast-food, nel quartiere di Xinjiekou. Si mette in fila insieme agli impiegati, alla cassa ordina sei baozi, panini cotti al vapore, ripieni di maiale e fegato fritto, e un contorno di verdure. Paga 21 yuan, l’equivalente di 2,4 euro, si siede a uno dei tavoli collettivi, mangia e alla fine ripone il vassoio nell’apposito contenitore. Dopo poche ore, una serie di foto diventano rapidamente virali.
 
Coperte Xi Jinping si fa anche riprendere dalla televisione di Stato mentre consegna le coperte e i viveri agli sfollati di un’alluvione, abbraccia vecchiette e rincuora gli sfortunati residenti.
 
Coperta Quella volta che Vladimir Putin al Water Cube di Pechino, vedendo tremare per il freddo la first lady cinese, Peng Liyuan, le pose cavallerescamente una coperta sulle spalle, senza considerare che, per la sensibilità nazionale, potesse essere un gesto inappropriato. Il video, che fece il giro del web, venne censurato. Come spiega lo storico Zhang Lifan: «La Cina è tradizionalmente conservatrice per quanto riguarda interazioni in pubblico tra uomini e donne non imparentati» [Era nel novembre del 2014, al gran gala di chiusura del vertice Apec].
 
Esercito Il 21 aprile 2016, Xi si fa nominare «comandante in capo» del nuovo Centro di comando delle operazioni congiunte dell’Esercito popolare di liberazione. Spiega Ni Lexiong, studioso di affari cinesi e docente all’università di scienze politiche di Shanghai, il segnale è chiaro: «Non controlla i militari solo formalmente ma lo fa in maniera assoluta, pronto a comandarli personalmente in tempo di guerra». Jim Mattis, il segretario alla Difesa americano, denuncia che Xi con le sue politiche egemoniche stia «militarizzando» il Mar Cinese meridionale minacciando la stabilità dell’area Indo-Pacifica.
 
Guerrieri «Bisogna essere comandanti e guerrieri» (Xi Jinping ai dirigenti del partito popolare).
 
Plenum In Cina i congressi si celebrano ogni cinque anni, il Comitato centrale si riunisce in sessione plenaria una volta l’anno, ma nel corso del primo anno si riunisce anche per tre Plenum programmatici: i primi due sono dedicati a questioni di assetto organizzativo interno; il terzo è quello in cui la leadership espone una sorta di piano strategico e programmatico destinato a coprire tutto l’arco del mandato.
 
Vino Al terzo plenum (9-12 settembre 2012) del Comitato centrale Xi Jinping, abolisce i campi di lavoro, la repressione arbitraria della dissidenza politica e la politica del figlio unico, d’ora in poi di figli se ne possono avere due. Viene sancita la nascita di un Consiglio sicurezza nazionale, un organismo ispirato al National Security Council americano, da lui personalmente diretto. A sorprendere però è un elegante calice di vino rosso che Xi Jingping alza durante i lavori. Finora si poteva bere solo thè.
 
Trono di spade Xi Jinping è un appassionato del Trono di Spade, la saga televisiva romanzi di George R.R. Martin. Ne ama gli intrecci di potere che fanno da sfondo alla lotta per il dominio dei «sette regni», un contesto multipolare dal quale dovrà emergere un vincitore. In Cina ne esiste una versione ufficiale, depurata dalle scene di sesso e da quelle più cruente, e una versione integrale semiclandestina, quella che il leader si fa proiettare riservatamente nella sua residenza.
 
Patriottismo «La nazione cinese ha attraversato molte avversità, ma si è continuamente rafforzata; non ha mai rinunciato a desiderare ardentemente, e a inseguire, il suo magnifico sogno. Per realizzare il sogno cinese è necessario esaltare lo spirito cinese. Dobbiamo valorizzare lo spirito nazionale, pervaso di patriottismo, e lo spirito dei tempi, animato da riforma e innovazione, per ridare vigore all’intera nazione» (Xi Jinping).
 
Censura 1 Film censurati dal regime: Ritorno al bosco dei 100 acri, una produzione Disney diretta da Marc Forster e parte della saga letteraria Winnie the Pooh di A.A. Milne. Il blocco del simpatico orso era stato associato dal Guardian a Xi Jinping, sottolineandone, in maniera innocua e scherzosa, una certa somiglianza nella mole.
 
Censura 2 Il grande firewall, lo spazio internet autonomo e separato, tecnologicamente simile a quello del resto del mondo ma all’interno del quale si interagisce sotto l’occhio vigile del potere costituito. Il sistema impedisce ai cittadini cinesi di visitare i siti internet occidentali che l’autorità ha deciso di bloccare: quotidiani, televisioni, università, enti di ricerca, partiti politici. Secondo il «South China Morning Post», sarebbe in corso di realizzazione un sistema di riconoscimento facciale, capace di identificare oltre un miliardo di cinesi.
 
Rambo Xi Jinping incoraggia la produzione di film che esaltino il patriottismo come Wolf Warrior 2, che racconta le gesta di una sorta di Rambo cinese, militare dei corpi speciali, che combatte in Africa, nel continente dove realmente Pechino persegue una politica di espansionismo [Vedi sotto Africa].
 
App Ai tempi di Xi il libretto rosso di Mao viene sostituito con l’app xuexi qiangguo, da tradurre con «studiare Xi Jinping per rendere forti il paese», attraverso la quale è possibile accedere ai discorsi e alle pubblicazioni del nuovo timoniere.
 
Carcere Nel settembre del 2013 viene approvata una legge che punisce con tre anni di carcere i post sui social individuati come diffamatori, laddove per «diffamazione» si intende ogni contenuto che scalfisca o si contrapponga alla narrazione ufficiale del partito.
 
Mosche «La Cina è infestata di mosche da schiacciare e tigri da stanare». Le mosche sono i piccoli funzionari che corrodono la burocrazia con le richieste fastidiose di bustarelle e favori di piccola entità, le tigri sono gli alti papaveri dello Stato, che accumulano gigantesche ricchezze nel sistema delle opere pubbliche e delle grandi transazioni. Nei primi cinque anni del suo regno, Xi fa fuori oltre un milione e trecentomila «mosche» e 280 «tigri». Pare che, per spaventare i suoi sottoposti, il leader si sia davvero dotato di uno schiacciamosche di plastica terminando i suoi discorsi battendolo sulla scrivania di legno.
 
Tigri La «tigre» più ghiotta finita nella trappola di Xi è certamente Zhou Yongkang, un ex membro dello «Standing Committee» e del Politburo, e soprattutto ex capo della sicurezza interna, diventato poi magnate del ricco settore petrolifero. È stato accusato di corruzione, abuso d’ufficio e divulgazione di segreto di Stato; dai tempi della Banda dei Quattro, mai indagini erano salite così in alto nella nomenklatura del potere cinese, il suo caso mette fine alla regola secondo cui i membri del Comitato permanente dell’Ufficio Politico godevano dell’immunità, anche dopo la fine della carica. Prelevato di notte e condotto in detenzione in una misteriosa base militare della Mongolia interna, è stato espulso dal Pcc e condannato all’ergastolo, dopo un processo condotto a porte chiuse. I giudici dichiareranno di aver accertato tangenti per 129,7 milioni di yuan pari a oltre 16 milioni di euro.
 
Funzionari L’agenzia anticorruzione, messa in piedi nel 2012, colpisce centosessantamila funzionari nello stesso anno e centottantamila nel 2013. Ai delatori vengono garantiti l’anonimato e a volte anche dei compensi.
 
Piatti «Più si lavano i piatti, più si rischia di farne cadere uno» (Xi Jinping).
 
Libri Il caso Lam Wing-kei, manager della libreria di Hong Kong Causeway Bay Bookshop collegata alla casa editrice Mighty Currents, che contrabbanda in Cina libri proibiti, da Harry Potter a i pamphlet politici come Xi Jinping, Il Padrino della Cina o Xi Jinping and His Lovers, rapito nell’ottobre del 2015 assieme ai suoi quattro soci dalle autorità cinesi. Dopo due ani di prigionia i cinque vengono liberati a patto che chiudano il loro business e che neghino di essere stati rapiti. A Lam però viene imposta una condizione particolare: dovrà consegnare la lista dei loro clienti. Di ritorno a Hong Kong Lam però capisce che un numero notevole di famiglie ne subirà le conseguenze così decide di rilasciare un’intervista in cui racconta tutta la sua storia: «Se venderò la mia anima oggi, costringerò gli altri a vendere le loro anime domani». Lam vivrà ancora per qualche anno a Hong Kong da clandestino. Nell’aprile del 2019 è riuscito a raggiungere Taiwan, con l’idea però di volersi trasferire definitivamente negli Stati Uniti. Gli altri colleghi, raggiunti dai giornalisti, confermano, invece, la versione concordata: non sono stati rapiti e si sono presentati spontaneamente solo per collaborare.
 
Amanti Xi Jinping and His Lovers o Xi Jinping e le sue sei donne narra la vita di Xi tra il 1985 e il 2002 quando aveva ricoperto vari incarichi territoriali, la narrazione adombra solo ma non esplicita relazioni extraconiugali raccontando, tuttavia, di amicizie particolari con alcune donne poi salite nella gerarchia del partito.
Oggi questo volume può essere acquistato su Amazon al prezzo di 24,40 euro. Nella breve sinossi di presentazione del volume è scritto: «Questo libro racconta storie su diverse amanti del presidente cinese Xi Jinping. Questo libro avrebbe dovuto essere pubblicato a Hong Kong due anni fa…».
 
Rielezione Il 17 marzo 2018, Xi sarà rieletto presidente della Repubblica Popolare Cinese e riconfermato presidente della Commissione militare centrale. Stavolta 3.000 deputati lo rieleggono all’unanimità. Nessuno ha avuto il coraggio di dissociarsi. Per la prima volta, la cerimonia di giuramento è trasmessa in tv: Xi tiene la mano sinistra sulla Costituzione, da poco emendata in 21 articoli, e il braccio destro alzato con il pugno chiuso. Ripete la formula di rito: «Giuro di difendere la Costituzione e di essere leale verso il paese e la sua gente». Un mese prima, il 25 febbraio, il Comitato centrale aveva approvato la riforma che toglie l’obbligo dei due mandati.
 
Grande «Ora Xi è presidente a vita. È stato capace di farlo, e penso sia un grande» (Donald Trump)
 
Borse Il giorno della riconferma di Xi a presidente la Borsa di Shenzhen accade un fatto curioso: tutti i titoli di corporation che hanno nel loro nome la parola «imperatore» hanno un incremento notevole. Ad esempio la Emperor Technology, produttore di sistemi di smart-card, chiude con un + 7,36 per cento, Harbin Viti Electronics, che in cinese ha un nome che significa «imperatore potente», cresce del 4,43 per cento.
 
Cavallo Regalo del presidente francese Emmanuel Macron in occasione di una visita di Stato nel gennaio del 2018, un cavallo della Guardia repubblicana: un castrone baio di otto anni, simbolo dell’eccellenza francese, con un nome che richiama Napoli, visto che si chiama Vesuvio.
 
Scalo Il Beijing Daxing International Airport, il più grande scalo del pianeta con un terminal da 1,4 milioni di metri quadri, sette piste e la garanzia di impiegare appena otto minuti per l’imbarco o l’uscita.
 
Musica Il Parlamento approva una legge per sanzionare, con il carcere fino a tre anni, chiunque offenda o manipoli musica e parole dell’inno nazionale cinese, legge che vale anche per Hong Kong e Macao. Prima, atti di questo tipo erano puniti con quindici giorni di carcere.
 
Natale Xi Jinping non ama che le vetrine dei negozi a Natale vengano addobbate né che i cinesi lo festeggino con il lauto pranzo. «Se una festività straniera e la relativa tradizione cresce in modo troppo rampante in Cina, questo può gravemente danneggiare l’ecosistema culturale del nostro paese» sostiene Muo Duosheng, studioso di confucianesimo vicino al regime.
 
Democrazia Matteo Renzi: «Quando arriverete alla democrazia? Ci sarà un processo che vi condurrà a questo traguardo?».
Xi: «Democrazia? E perché? Se vedo quello che è successo in Gran Bretagna con Brexit, quello che è successo alla Clinton, e quello che potrebbe succedere a lei con il referendum, mi domando: la democrazia è la soluzione migliore?» (Il 16 novembre 2016, quando Xi Jinping in rotta verso il Perù si era fermato in Sardegna discutere con l’allora premier italiano le basi di un accordo per la nuova via della Seta. I due stavano cenando  all’hotel Fort Village di Santa Margherita di Pula. I due parlano della famigerata.)
 
Memorandum Il Memorandum che il premier italiano Giuseppe Conte firma nel marzo del 2019 a Villa Madama con Xi Jinping fornisce una cornice giuridica a 29 accordi, articolati in 10 intese tra aziende private e 19 tra soggetti istituzionali, per un valore di almeno 7 miliardi di euro. Allora le aziende in Italia possedute da investitori cinesi sono ormai 641, una parte non irrisoria della produzione interna, pari a 8,4 miliardi del Pil nazionale. L’investimento, a partire dal 2000, di 16,2 miliardi di euro, rappresenta la terza quota in Europa, dopo Germania e Gran Bretagna. 
 
Banca centrale cinese A gennaio del 2019, la Banca centrale cinese ha comunicato che le riserve valutarie sono cresciute nel dicembre precedente a 20,7 miliardi di dollari.
La People’s Bank of China è la Banca centrale cinese, possiede (considerando che i valori oscillano) il 2,005 per cento di Intesa San Paolo, il 2,014 per cento del Gruppo Generali, il 2,102 per cento di Eni, il 2,071 per cento di Enel, il 2,01 per cento di Terna, il 2,005 per cento di Unicredit e il 2,010 per cento del Monte dei Paschi di Siena, il 2,081 di Telecom Italia S.p.A. State Gride Corporation of China, colosso statale dell’energia, con 2,1 miliardi di euro ha acquistato il 35 per cento di Cdp Reti, veicolo societario della Cassa Depositi e Prestiti che gestisce partecipazioni in Snam, Italgas e Terna.
 
London Stock Exchange La sensazionale offerta (poi respinta) della Borsa di Hong Kong, che ha chiesto di acquisire il London Stock Exchange, la Borsa di Londra – che controlla anche Piazza Affari a Milano – non sarebbe stata possibile senza il semaforo verde di Pechino. L’offerta è stata di 32 miliardi di sterline (pari a 36 miliardi di euro), una cifra di dimensioni colossali, che avrebbe messo nelle mani cinesi un formidabile strumento di controllo finanziario globale.
 
Huawei Huawei sostiene di essere un’azienda di proprietà dei dipendenti. Il fondatore, Ren Zhengfei, possiede l’1 per cento mentre il restante 99 per cento appartiene a un Comitato sindacale, ma molti analisti sollevano dubbi sul fatto che sia immune dalle ingerenze del governo cinese. Si teme che i telefoni cellulari provenienti dai fornitori cinesi possano contenere backdoor, ossia sistemi spesso criptati o comunque segreti, che consentirebbero una sorveglianza costante da parte delle autorità governative, tenuto conto che una legge di Pechino obbliga le aziende del paese ad assistere i servizi segreti nella raccolta di informazioni. Tutte accuse verosimili ma ancora da provare in tribunale. Huawei opera in Italia dal 2004 e giudica strategica la Penisola. Detiene un terzo del mercato degli smartphone, ha trentotto partner industriali e 41 progetti in corso, tra cui la rete 5G a Milano, la capitale economica italiana, e nell’area Bari-Matera, per un investimento di 60 milioni di euro. Il fatturato in Italia ammonta a 1,5 miliardi di euro.
 
Parata Il 1° ottobre del 2019 Xi ha festeggiato in pompa magna il 70 anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Nel centro di Pechino, hanno sfilato 150 tank, non solo carri armati ma anche piattaforme per i missili balistici intercontinentali (quelli in grado di raggiungere e colpire gli Usa), droni e mezzi sottomarini senza pilota.
 
Crescita I dati economici del secondo trimestre 2019, indicano la crescita più bassa dopo 27 anni, anche se si tratta di un ragguardevole 6,2 per cento che farebbe la felicità di qualsiasi nazione occidentale.
 
Fame «I tormenti della fame, la mancanza di cibo e di vestiti che avevano perseguitato il nostro popolo per migliaia di anni sono finiti e non torneranno» (Xi Jinping).
 
Hong Kong L’isola di Hong Kong, passata dalla Cina al Regno Unito dopo la sconfitta dell’Impero cinese nella Prima guerra dell’oppio nel 1842; la penisola di Kowloon (Jiulong), ceduta a Londra nel 1860 e separata dall’isola da una meravigliosa baia; quelli che furono chiamati i Nuovi Territori e che furono concessi in fitto dalla Cina alla Gran Bretagna per 99 anni, si spingono verso il confine con la Repubblica Popolare, includendo piccole isole.
 
Sistemi «Una Cina, due sistemi» o, come spesso si dice, «un paese due sistemi», è la sofisticata formula elaborata dal cervello politicamente raffinato di Deng Xiaoping, nel 1979, all’avvio dei colloqui con la Gran Bretagna per il ritorno di Hong Kong alla sovranità cinese. Con questa formula da un lato viene affermata l’unicità della Cina; dall’altra si riconosce che possano esistere aree amministrate secondo un diverso ordinamento giuridico-costituzionale che incide non solo sull’economia ma anche sulla legge penale.
 
Economia Hong Kong, con i suoi sette milioni di abitanti, costituisce la trentacinquesima economia del mondo e dispone della settima Borsa.
 
Città «Esuberante ed esotica, ricca e misteriosa, Hong Kong travolge il visitatore che arriva qui per la prima volta e quello che da anni continua a tornarci, notando ogni volta i suoi immensi cambiamenti ed ogni volta restandone stupefatto. Il più grande mutamento di tutta la sua storia sta giusto per avvenire e la domanda è: che cosa ne sarà di questo minuscolo lembo di terra d’Oriente su cui solo 150 anni fa c’erano a mala pena una dozzina di buie capanne di pescatori e su cui oggi fiorisce una delle più scintillanti, moderne, vitali e intraprendenti città del mondo» (Tiziano Terziani, il 20 giugno 1997, a poche ore dal ritorno di Hong Kong alla Cina).
 
Ombrelli Tra il 26 settembre e il 15 dicembre del 2014, il movimento democratico di Hong Kong dette vita a quella che i media chiamarono la «rivoluzione degli ombrelli», una serie di proteste, in alcune fasi molto dure e accese, contro una legge elettorale poco democratica. Di recente, Xi Jinping ha affermato pubblicamente che «la Cina continuerà ad applicare in pieno il principio “un paese due sistemi”, mantenendo un alto livello di autonomia». Poi, il 14 ottobre 2019, dopo l’escalation delle manifestazioni di piazza, incontrando il premier nepalese K. P. Sharma Oli, un indispettito Xi Jinping ha dichiarato: «Chiunque sia impegnato in spinte separatiste, in qualsiasi parte della Cina, sarà ridotto in polvere e fatto a pezzi».
 
Giudizio «Xi è una persona estroversa e rilassata, parla con autorevolezza e, a differenza dei suoi predecessori, ha una perfetta padronanza del mandarino. È un uomo con un’incredibile stabilità emotiva, che non permette alle sue disavventure personali di influenzare la sua capacità di giudizio. È impressionante» (David Shambaugh, direttore del programma sulla Cina presso la George Washington University).
 
Importante Henry Kissinger ha detto di lui che «è più assertivo di Hu Jintao, quando entra in una stanza si sa che ci si trova davanti una presenza importante».
 
 
Fenice «La grande fenice non si libra in volo grazie alla leggerezza di una sola piuma, il destriero non corre veloce grazie alla forza di una sola zampa… Se la Cina vuole volare alto e correre veloce, allora deve fare affidamento su un miliardo e trecento milioni di persone» (Xi Jinping nel libro che raccoglie i suoi discorsi, riferendosi al filosofo e poeta Wang Fu dell’antica dinastia Han).
 
Sogno «Per realizzare il sogno cinese è necessario esaltare lo spirito cinese. Dobbiamo valorizzare lo spirito nazionale, pervaso di patriottismo e lo spirito dei tempi, per ridare vigore all’intera nazione» (Xi Jinping).
 
Ere L’intellettuale cinese Jiang Shigong suddivide la storia recente della Cina in tre ere, quelle di «Mao Zedong, Deng Xiaoping e Xi Jinping» e le connota rispettivamente con «il levarsi, l’arricchirsi e il rafforzarsi».
 
Fiore «L’economia privata è diventata un fiore esotico nel giardino del socialismo con caratteristiche cinesi» (Xi Jinping).
 
Usa Secondo molti analisti economici, il prodotto interno lordo della Cina supererà quello degli Stati Uniti.
 
Miliardari Alcune indagini avevano ipotizzato che nel 2015 la Cina avrebbe superato gli Stati Uniti per il numero di miliardari: in quell’anno i super ricchi americani erano 537, quelli cinesi 596. In percentuale è meno, perché la base della popolazione cinese è di gran lunga superiore, ma si tratta, comunque, di un segno particolarmente indicativo dei nuovi tempi.
 
 
 
Tagli
Il termine guoxue (letteralmente «studi nazionali») indica la ricerca prima accademica, poi pedagogica, della cultura nazionale, del sapere filosofico e letterario cinese, con una forte impronta confuciana. Xi Jinping, nei suoi discorsi, fa spesso riferimento a Confucio e Mencio.
 
 
Zhao Ziyang che sotto la tutela di Deng Xiaoping divenne primo ministro e segretario del partito. Zhao, che la notte del 19 maggio del 1989 tentò di convincere gli studenti a non sfidare le autorità verrà destituito a seguito della strage di Tienammen, verrà confinato ai domiciliari e sostituito da Jiang Zemin.
 
All’epoca di Deng Xiaoping il motto era: «Nascondere la luminosità e nutrire l’oscurità»
 
Il documento Eu-China – A strategic outlook, pubblicato il 12 marzo 2019 dalla Commissione Juncker, ha definito la Cina «avversario sistemico», oltre che «concorrente economico».
 
Chiamami col tuo nome, il film di Luca Guadagnino, premiato nel 2018 con un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale scritta da James Ivory, dopo essere stato annunciato al Beijing International Film Festival, è stato cancellato dai titoli in programma. Gli apparati di censura del partito non hanno gradito le tematiche omossessuali.
 
Nel 1986 migliaia di giovani studenti scendono in piazza nelle aree metropolitane, a cominciare da Pechino e Shanghai, per rivendicare riforme politiche di segno democratico. Le proteste iniziano all’università delle Scienze e della Tecnologia di Hefei, guidate dall’astrofisico Fang Lizhi, scienziato di fama molto stimato nella comunità accademica, vicerettore dell’ateneo, che sostiene esplicitamente la necessità di riforme politiche che mettano fine al monopartitismo comunista.
 
 
al 1980 al 1987, sia pure sotto la tutela politica di Deng Xiaoping, le redini del paese vengono assegnate a Zhao Ziyang, prima con l’incarico di primo ministro, poi anche con quello di segretario del partito. Zhao è forse l’unico dirigente che crede alla possibilità di concedere spazi di libertà e a una qualche forma di apertura democratica, anche se non in termini accentuati come Hu Yaobang. Nel 1989 viene brutalmente destituito dopo i fatti di piazza Tienanmen, perché fautore di una linea del dialogo (è l’unico a votare contro la proclamazione della legge marziale per reprimere la protesta), mentre Deng Xiaoping – come sappiamo – ha deciso di far intervenire l’esercito. Zhao viene ricordato per il discorso che tenne la notte del 19 maggio 1989 davanti agli studenti per convincerli a non sfidare le autorità. Estromesso da ogni incarico e confinato agli arresti domiciliari, è sostituito da Jiang Zemin, un tecnocrate, leader a Shanghai, assolutamente fedele a una linea politica che prevede espansione del mercato senza nulla cedere sul terreno delle libertà politiche. Sarà lui lo abbiamo accennato – a fare da principale sponsor a Xi Jinping.
 
 
Africa la Cina sta investendo miliardi di dollari in Africa, egemonizzando le reti infrastrutturali di buona parte del continente. Stando al New York Times sarebbero n milioni i cinesi che si sarebbe trasferiti nel continente nero per costruire un nuovo impero. Nei report di interscambio commerciale, secondo l’agenzia Xinhua, la Cina è il primo partner dell’Africa (dato 2018, ultimo disponibile)

Hao Shengli, imprenditore cinese emigrato in Mozambico, teorizza la colonizzazione sessuale. Ha fatto sposare i suoi cinque figli che ha fatto sposare in loco con donne del Mozambico, che gli daranno altrettanti nipoti, che lui farà studiare. Così, nell’arco di due generazioni, si costituirà un gruppo sino-africano che dovrà essere la classe dirigente del paese.

Dall’Africa, la Cina ottiene il 20 per cento di petrolio, il 90 per cento del cobalto, il 35 per cento del manganese e il 30 per cento del tantalio, tutte risorse decisive per l’industria tecnologica, sulla quale Pechino sta investendo molto.

Il China-Africa Economic and Trade Expo in China, un collegamento permanente del libero scambio con il quale Pechino si è impegnata nella costruzione di oltre 30 mila chilometri di autostrade e nella gestione di 85 milioni di tonnellate l’anno di attività portuali.

Si ritiene che il continente nero possieda il 60 per cento della terra coltivabile ma non sfruttata e la Cina, che ha il 20 per cento della popolazione mondiale, ha fame di terre coltivabili.

Molti degli investimenti cinesi in Africa si riveleranno delle vere e proprie trappole. Ad esempio Pecchino ha investito miliardi di dollari in Kenya e in Pakistan, soldi che servono a migliorare e creare nuove infrastrutture (ferrovie, porti, corridoi di interscambio). Se però Nairobi e Islamabad, com’è probabile, non riusciranno a ripagare i debiti rischieranno di perderne la proprietà.