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 2020  ottobre 01 Giovedì calendario

Distanze e protezioni salveranno 13 mila vite

Mascherine e distanziamento potrebbero salvare 13mila vite nel nostro Paese. Sempre i comportamenti corretti porterebbero ad avere, a fine anno, circa 12mila contagiati in meno ogni giorno. Le proiezioni di Ihmi, l’Istituto dell’università di Washington finanziato dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates, fanno capire quanto il rispetto delle norme possa cambiare la storia del coronavirus. I ricercatori hanno calcolato che in Italia a fine dicembre ci sarà una crescita dei decessi.
Se si continuerà a comportarsi come oggi, il totale delle morti il primo gennaio 2021 arriverà a 67.944, oltre il doppio di adesso. Sarebbero 54.358 se saranno rispettate tutte le regole. Se invece si abbandonassero le cautele, ricominciando a fare la vita di un anno fa, un caso solo di scuola, il numero dei decessi sarebbe (ma l’ipotesi non è realistica) 116mila. Cosa ci dice questo studio? «Che siamo stati bravi a non mollare finora e che se ci comportiamo bene correremo lungo la linea più bassa tra le tre previste. Non è bellissima nemmeno quella, lo so, ma si può far scendere ancora di più». A parlare è Lorenzo Monasta, epidemiologo del Burlo Garofolo di Trieste e referente italiano di Ihmi. «Dobbiamo rispettare tutte le indicazioni per evitare di sforare, come Francia o Spagna». Per l’università di Washington all’inizio di dicembre le morti potrebbero essere 600 al giorno, se si segue la curva intermedia, oppure 259 se gli italiani si comportano benissimo. «Ricordiamoci che siamo nel campo delle previsioni e in questo caso pure a lungo termine. Però adesso vediamo un aumento dei casi preoccupante».
Secondo i ricercatori Usa a fine dicembre i contagiati potrebbero essere 20mila o 32mila (l’irrealistica terza ipotesi ne calcola 10 volte tanto) ogni giorno. Anche la più bassa, oggi, sembra una previsione pessimistica. Il dato meno negativo riguarda gli ospedali. I letti disponibili dovrebbero bastare sia a fronteggiare i casi che richiedono il ricovero ordinario che quelli in rianimazione. Il 31 dicembre servirebbero circa 12mila posti di degenza e i letti stimati sono molti di più, circa 50mila. Perché se si stimano tanti morti, i letti non sono pieni? «I letti indicati sono di tutto il sistema sanitario e servono anche per malattie diverse dal Covid» dice Monasta. «E una cosa è il totale dei letti a livello nazionale, un’altra la loro occupazione in aree più colpite, che possono andare in crisi di posti».