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 2020  ottobre 01 Giovedì calendario

Le discoteche affossano i liquori

Le discoteche affossano i produttori di superalcolici. Prima il lockdown, poi la temporanea apertura ma solo per il mese di agosto, e ora una nuova chiusura fino a data da destinarsi: se per le sale da ballo il 2020 è stato un anno no, nel loro affondare si sono portate dietro anche le aziende produttrici di superalcolici. Che chiuderanno l’anno incassando da questi locali il 68% in meno. Il dato, drammatico per il settore, arriva da Federvini, che ieri ha reso note le sue previsioni per il 2020. Per il vino e i superalcolici, il mercato di chi beve fuori casa vale ogni anno quasi 3,3 miliardi di euro. La fetta più larga viene dai ristoranti, che da soli garantiscono oltre 1,4 miliardi di euro di incasso. Per i soli liquori, bar e discoteche rappresentano 960 milioni di euro. A mitigare il tracollo delle vendite nelle discoteche per fortuna ci sarà l’incasso proveniente dai locali serali, che quest’anno calerà “solo” del 30%. Ma il risultato complessivo per la categoria “spirits” sarà pur sempre una perdita del fatturato del 33%. Lazio, Sardegna, Lombardia e Veneto sono le regioni dove il crollo dei consumi di wine&spirits si farà sentire di più. Guarda caso, le regioni dove più si concentrano i locali notturni e anche gli arrivi dei turisti stranieri: sempre secondo Federvini, il netto calo dei viaggiatori, e soprattutto di quelli extraeuropei, quest’anno costerà al settore un mancato fatturato del 57%. Anche il comparto dei vini naturalmente piange: le informazioni attuali fanno prevedere una chiusura del 2020 pari al -28%. Un crollo consistente, seppur comunque inferiore alla media del mercato del food consumato fuori casa, che per quest’anno è dato in perdita del 33%. Merito dei ristoranti di fascia medio alta, che impattano per circa il 40% del venduto per la categoria vini e che stanno subendo di meno la contrazione dei consumi. «I dati evidenziati dallo studio rimangono molto penalizzanti per vini e spiriti – ha detto Sandro Boscaini, presidente di Federvini -. Dobbiamo ammettere che l’impegno da parte del governo a supportare il canale Horeca c’è stato, ma le azioni messe in campo per proteggere il valore della produzione non hanno fornito i risultati sperati». Per quanto riguarda i soli superalcolici, invece, Federvini ricorda che le richieste dei produttori aspettano ancora una risposta: «L’abolizione del contrassegno di stato e la dilazione del pagamento delle accise sono due esigenze rimaste al momento inascoltate. È giunto il momento di attuare una visione di prospettiva, andando oltre l’emergenza e considerando la situazione come sostanzialmente strutturale. Per questo motivo è opportuno ragionare considerando le intere filiere in modo sistemico e lavorare per sostenere i consumi con azioni concrete».