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 2020  settembre 30 Mercoledì calendario

Per i dipendenti Ama i bidoni del porta a porta sono troppo pesanti

Ama e Campidoglio cedono ai sindacati, fanno marcia indietro e sostituiscono i bidoncini del porta porta con i cassonetti per l’indifferenziata. Da oggi nel quartiere della periferia Est di Roma, a Colli Aniene, torna la raccolta in strada per 5 mila famiglie. La rivoluzione (un ritorno all’Ancien Regime) coinvolge 17 mila persone ed anche commercianti. «Invece di andare avanti si va indietro» dicono in coro i residenti che da sempre lamentano le difficoltà nella raccolta. Nella parte Est del quartiere, nel 2008, è partito il progetto pilota, il primo a Roma sul porta a porta, un modello che doveva essere esportato nel resto della Capitale per aumentare la percentuale sui rifiuti differenziati. E invece, tutto azzerato. Sedici le strade dove oggi ricompaiono i cassonetti: da via Bardanzellu a via Franceschini. 
I MOTIVI
Il comitato di quartiere Colli Aniene Bene Comune giorni fa ha ricevuto una lettera lapidaria che annunciava il ritorno ai cassonetti. La scelta è motivata da ragioni imprescindibili – si legge – prima fra tutte la non conformità agli standard di sicurezza nella movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori Ama rilevata e denunciata dalla competente Asl con intimazione a provvedere. Insomma, salire e scendere gradini, trascinare fuori i bidoncini, è troppo faticoso. Non vi è ragione – si legge ancora – di temere un calo delle percentuali di raccolta differenziata visto che gli abitanti hanno dimostrato di rispettare le regole del porta a porta. Turni saltati, topi nei condomini, spese per le derattizzazioni, sono queste alcune delle conseguenze del porta a porta flop nel quartiere. La scelta del ritorno ai cassonetti da parte di Ama è apparsa schizofrenica ai residenti e c’è il pericolo che la decisione venga estesa nel resto di Roma visti i motivi alla base del dietrofront. «Già dal 2008, dopo un sopralluogo con operatori Ama, era stato appurato che gli stanzini per i bidoncini non erano adatti, c’erano problemi di areazione, erano difficilmente raggiungibili dagli operatori, ma per 12 anni si è andati avanti così» dice Stefano Grossi, responsabile del settore rifiuti del comitato di quartiere. E aggiunge: «Ci sono condomini con 32 appartamenti e solo 8 bidoncini, la raccolta sin dall’inizio è stata organizzata male, non sono state accertate le reali difficoltà che poi abbiamo affrontato». Il comitato era stato invitato a un vertice sul nuovo piano. «Ma abbiamo rifiutato – dice Gabriella Masella, presidente del comitato – non siamo stati coinvolti sulle decisioni, non abbiamo saputo in anticipo neanche dove sarebbero stati collocati i cassonetti». Il comitato sbotta: «Dopo che centinaia di abitanti si sono affannati a individuare i locali per i bidoncini, pagato gli adeguamenti, sopportato per anni secchi strabordanti e cigli di marciapiedi ridotti a selve, si azzera tutto». Nessuna consultazione quindi con i residenti che avrebbero voluto, ad esempio, mini isole ecologiche territoriali. Intanto la Finanza ha acquisito nuove documentazioni sulla raccolta nei negozi in base all’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti.