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 2020  settembre 30 Mercoledì calendario

Il peggior dibattito della storia dei dibattiti

Lo Shitshow
Due anziani, uno pallido uno apoplettico, hanno dibattuto stanotte a Cleveland. Uno, il presidente Trump, urlava e interrompeva come un deputato di Forza Italia in tv ai tempi di Ruby nipote di Mubarak. L’altro, l’ex vicepresidente Joe Biden, in certi momenti sembrava il candidato del Pd che dibatte con Cetto Laqualunque. Al netto dei paragoni patriottici, il primo dibattito tra Donald Trump e Joe Biden è stato un disastro. «Il peggior dibattito presidenziale della mia vita», secondo George Stephanopoulos, ex clintoniano della ABC. «Uno shitshow», uno spettacolo di merda, come ha detto scusandosi ma neanche tanto Dana Bash della Cnn. Così shitshow che la maggioranza dei commentatori, retribuiti e da social, ieri sera decideva di non aver bisogno di altri due dibattiti, proprio no.


I duellanti
Il riporto gigante di Trump (70 mila dollari l’anno di parrucchiere, esentasse) faceva un’onda da mal di mare sulla fronte. Biden, fresco di barbiere, era implume con cravatta triste. Trump ha attaccato non stop, Biden non ha perso il controllo, ma più che un quasi presidente è venuto fuori come un signore in età giustamente indignato. A volte travolto dalle supercazzole di Trump (la commedia all’italiana e non fornisce strumenti interpretativi). A un certo punto interprete dei sentimenti di molto pubblico, quando è sbottato in un «Will you shut up, man?», «vuoi stare zitto?», ed è stato l’unico momento di soddisfazione globale virale antitrumpiana.
Trump non è stato zitto, molte repliche di Biden sono state deboli, è anche riuscito a dire che paga tante tasse (la moderazione di Chris Wallace è stata giudicata disastrosa; un poi era difficile tenere Trump, un po’ c’era poco da aspettarsi da un conduttore, seppur ogni tanto indipendente, di Fox News).


Un pesce di nome Trump
Durante il dibattito, Trump è stato paragonato a Otto di un pesce di nome Wanda (una delle migliori interpretazioni di Kevin Kline), quello che va in bestia se si pensa che gli si dia dello stupido. Ha perciò accusato Biden di essere stato somaro al college. Oltre che, come al solito, di essere schiavo di Bernie Sanders e della sinistra radicale. Quando Biden ha detto di aver battuto Sanders, gli ha urlato «hai perso la sinistra». Biden ha replicato: «Sono io il partito democratico», frase che ormai imbarazza in molti paesi.


L’affetto per i proud boys
Tornando alle commedie, o alle sitcom. Era più facile far scusare Fonzie di Happy Days che convincere Trump a distanziarsi dai suprematisti bianchi. Non c’è riuscito neanche stavolta. A domanda di Wallace ha risposto: «Proud Boys (milizia di estrema destra attiva nel West e Midwest, ndr), datevi una calmata. Ma vi dirò…Qualcuno deve fare qualcosa contro Antifa e la sinistra». I Proud Boys sono subito intervenuti sui social network per ringraziare Trump. «Mi fa così felice», ha scritto uno, e in effetti (Trump sta perdendo gli anziani, le donne, i famosi bianchi suburbani laureati; ha bisogno del suo zoccolo duro, è truculento per gli elettori che si aspettano il peggio da lui e farebbero il peggio per lui).


Biden greatest hits
Il candidato democratico aveva studiato e a volte sembrava recitasse a memoria. Ma è stato convincente più che altro quando faceva battute. Non solo «shut up, man». Nella compilation ci sono «Il presidente vede un sobborgo solo se sbaglia uscita»; «Sei il peggior presidente che l’America abbia mai avuto». «Con questo presidente siamo diventati più deboli, malati, poveri, divisi e violenti». «È il cucciolo di Putin». E soprattutto, «Ma guardate questo clown».


Beau e hunter
Biden stava parlando del figlio-Abele, Beau, attorney general del Delaware, ufficiale in teatri di guerra, morto di tumore. Trump l’ha interrotto attaccandolo  sul figlio-Caino, Hunter, che entra nei board di società ucraine e cinesi e mette spesso il padre nei guai. Biden ha risposto scosso, ha detto che Hunter, come molti americani, ha avuto problemi di droga, che li aveva affrontati e lui come padre era fiero di lui. Lo scambio è stato il più avvilente di un avvilente dibattito, secondo quasi tutti.


Legge e ordine
Quando si è arrivati al segmento “legge e ordine” (dopo faticosi passaggi sull’economia, con altre supercazzole; e una supercazzola sulle tasse in cui non è stato abbastanza attaccato da Biden) il contrasto tra i due è stato diciamo netto. Biden, per quanto moderatissimo specie sul tagliare i fondi alla polizia, è riuscito a parlare di George Floyd soffocato a Minneapolis, e di razzismo. Trump si è subito concentrato sulla repressione (non dei Proud Boys). Poi si è vantato di stare mettendo fine ai programmi federali di «racial sensitivity training» perché «sono razzisti» e «insegnano a odiare l’America».


Info e disinfo
Il New York Times e altri siti hanno fatto fact-checking in tempo reale. I fact checker hanno lavorato tantissimo. Moltissime affermazioni erano inaccurate o false, per la maggior parte di Trump.


Quello che Trump non dice
Alla fine, Trump ha raccontato che alle schede per posta succedono cose terribili, per esempio «le buttano nei fiumi» (lui vota per posta). Quel che non ha detto è «accetterò i risultati delle elezioni, qualunque siano». E di fatto promette, tranne in caso di vittoria travolgente di Biden, altri shitshow, postelettorali. In strada (invitato a farlo, non ha voluto dire ai suoi sostenitori di stare calmi) e alla Corte Suprema (ha detto che gli serve la nuova giudice).


60 a 28
Sono le percentuali, secondo un sondaggio istantaneo della Cnn, della vittoria di Joe Biden nel dibattito. Vittoria assegnata per disperazione degli spettatori, si teme. Anche perché, subito prima del dibattito, sulla Cnn era apparsa Elizabeth Warren (poi insultata da Trump). Brillante, preparatissima, propositiva, vecchia ma molto meno di Trump e Biden. Forse qualcuno ha dei rimpianti, anzi senza forse (è anche meglio di Kamala Harris, che è meglio di Biden ma meno propositiva, e più che altro fa delle facce; comunque oggi Biden va sui monti Allegheny, tra i trumpiani rurali, e si vedrà).