la Repubblica, 29 settembre 2020
QQAN80 Scoprire Fognini leggendo il suo libro
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Ritornando al Roland Garros, non sul Centrale dove aveva l’abitudine di giocare due anni fa ma su campi più modesti, Marco Cecchinato ha superato al primo turno l’ispano-australiano De Minaur che si ripromette un posto nella squadra di Coppa Davis che fu di Laver e Rosewall.
Di un giocatore come Cecchinato non si parlava più da un istante precedente l’attuale euforia per Berrettini, Sinner e Musetti (vincitore del Challenger di Forlì). Accade che un semifinalista di un grande Slam prenda all’improvviso memoria del risultato e dica: «Dal 2017 di errori ne ho fatti tanti. Non sono stato in grado di imparare quanto avrei dovuto di quello che mi è capitato nel 2018. Ma ora mi sento di nuovo come dopo le semifinali di Parigi».
Il suo ultimo avversario è una speranza per la Davis australiana. Si allena per lo più in Spagna, ad Alicante, con Adolfo Gutierrez e gioca bene anche a golf, rivelando una ambizione nel drive che si apparenta a un servizio che non è lontano da quello di Lleyton Hewitt, suo estimatore. Cecchinato, per parte sua, lavora attualmente con Max Sartori, ex coach dell’accademia di Riccardo Piatti, che ha lasciato. Vedremo il suo valore nel prosieguo del torneo.
Un atleta che invece non ha rinnovato al Roland Garros le sue migliori prodezze sulla terra rossa è Fabio Fognini, del quale mi è arrivato un libro, dal titolo Warning, che mi ha fatto cambiare l’opinione che avevo di lui. Non che fosse negativa, perché con me era stato sempre gentile, ma meno gentile lo avevo visto con altri, addirittura con suo padre, a Montecarlo.
Spiegando che adora la velocità, è competitivo però non è un buon pilota, Fabio ricorda, in Warning, suo padre, per lui l’uomo più importante della sua vita. Papà Fulvio, quando Fabio ha 12 anni, gli fa firmare un contratto per accaparrarsi un allenatore come Leonardo Caperchi che Fabio seguirà nei primissimi anni della sua vita.
Caperchi aiuterà Fognini a scegliere il tennis invece del calcio, proprio nei primi anni, e qui la storia della gioventù finisce con un insolito contratto a proposito del quale Fabio dice: Vado in Spagna. È un sogno, scrive Fabio, credevo di essere ad Arma di Taggia, e invece sto dormendo nella mia casa di Barcellona.
Il libro è dedicato con la data del 21 aprile 2019 a Farah, Federico e Flavia, la tennista Pennetta, la mia vita. Stavolta invece di leggere il libro ho visto Fabio perdere un match contro il russo Kukushkin comprato dal Kazakistan del presidente Nazarbayev, appassionato di tennis. Un Fabio zoppicante su una delle due caviglie di recente operate. Di quest’intervento non ha fatto a tempo a scrivere.