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 2020  settembre 29 Martedì calendario

Lo spreco alimentare si riduce in Italia

«Avete bisogno di un po’ di guerra!», dicevano una volta i nonni ai nipotini quando storcevano il naso davanti alla solita minestra. Beh, sembra che il lockdown abbia avuto un po’ il medesimo effetto sugli italiani: difatti secondo un’indagine Coldiretti/Ixè diffusa per la Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, che si celebra oggi per la prima volta, oltre metà dei connazionali (esattamente il 54%) ha diminuito o addirittura annullato gli sprechi in cucina durante il periodo di clausura forzata.
Maggior attenzione alla data di scadenza degli alimenti, riuso degli avanzi, spesa più oculata e ’a chilometri zero’ con prodotti freschi che durano di più... L’emergenza coronavirus, costringendo le famiglie nelle case, sembra aver fatto aumentare la cura per quanto si mette in tavola nonché la consapevolezza sul valore (anche economico) del cibo: se non altro in conseguenza alle ricorrenti notizie di crisi e per rispetto a chi ha perso il lavoro.
Il Centro Agroalimentare di Roma fa ad esempio sapere di aver recuperato tra marzo e maggio 2 milioni di porzioni di cibo (+14% rispetto al 2019), ben 400 tonnellate di frutta, verdura e pesce fresco ricollocate nel circuito solidale della capitale a beneficio di oltre 41mila nuclei familiari. Il Car gestisce inoltre il laboratorio ’Papa Francesco’ per la trasformazione della frutta e della verdura recuperate presso i mercati generali, dando lavoro a ex detenuti. Anche Altroconsumo ha reso noto la sua inchiesta, con numeri leggermente più bassi ma comunque significativi: la riduzione di sprechi ’da lockdown’ interesserebbe il 41% degli italiani; l’88% degli intervistati sostiene che non sia etico buttare il cibo e l’83% riconosce l’impatto negativo sull’ambiente. La quarantena ha generato insomma un cambiamento positivo nelle abitudini: ad aprile il 68% dei connazionali ha dichiarato di non sprecare cibo in casa (era il 42% prima del virus), il 38% compilava più spesso la lista della spesa, il 37% ha pianificato meglio i pasti e il 32% ha riutilizzato gli avanzi.
Lo spreco alimentare in Italia peraltro si attesta comunque sulla considerevole quantità annua pro capite di 36 kg di alimenti deperibili (in particolare verdura e frutta fresca, pane, latte e yogurt) ma pure a più lunga conservazione, come cipolle, aglio, formaggi, salse e sughi: un controvalore di quasi 5 euro a settimana per famiglia.
In totale finiscono nella spazzatura oltre un milione e mezzo di tonnellate di cibo l’anno per un valore di 6,5 miliardi di euro, contando solo lo spreco ’casalingo’ – mentre 820 milioni di uomini nel mondo soffrono di denutrizione. E non è solo questione etica ed economica: c’è anche un impatto ambientale importante, sia per lo spreco di energia durante la produzione di alimenti poi non effettivamente consumati, sia per lo smaltimento dei rifiuti con emissioni di gas serra pari all’8% del totale.
E al ristorante? Anche lì si butta via troppo: il 12% dello spreco alimentare complessivo. Dunque la Federazione Italiana Cuochi annuncia un suo «Manifesto per la ristorazione sostenibile» e incita a introdurre sistemi di lavorazione che riducano gli scarti, ad esempio monitorando meglio la fornitura e la conservazione delle materie prime e creando menù ’circolari’ con nuove creative ricette di utilizzo delle rimanenze.
Immancabile infine il webinar, ’Zero Waste Global Convivium’, maratona digitale sui canali di Future Food Institute che dalle 8 alle 16 offrirà oggi i contributi informativi e di riflessione di ricercatori, chef ed altri esperti internazionali sullo spreco di cibo. Alle 16 collegamento con l’evento della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata a cibo e agricoltura, che solennizza questa prima Giornata con un messaggio del proprio direttore generale Qu Dongyu.