Lo ha fatto pensando alla vecchiaia?
«Non solo, anche al presente, perché cominciavo ad avere seri problemi perfino a camminare dentro casa. Ho temuto di non avere più un futuro nella vita e nel lavoro. Nel mio ultimo film, Si vive una volta sola , che deve ancora uscire in sala, mi è scappata una battuta autobiografica. A un certo punto il mio personaggio si rivolge ai colleghi dicendo: "C’ho un’anca che m’è partita". Nel mio caso, erano partite tutte e due».
Assecondando il suo noto interesse per la medicina, prima dell’operazione si è informato sulle modalità dell’intervento?
«Non potevo non farlo, anche se in certi casi è meglio non sapere nulla. Si tratta di un’operazione per certi aspetti cruenta, anche se il paziente è sedato e non si accorge di nulla. Il fatto è che interventi di questo tipo sono paragonabili al lavoro dei carrozzieri sulle automobili. Gli strumenti che usano gli ortopedici sono sega e martello: per questo i colleghi di altre specializzazioni, ovviamente scherzando, si divertono a definirli macellai».
Però maghi, perché nel video, che lei ha pubblicato su Facebook, si definisce "miracolato".
«Con il video volevo condividere una grande gioia. Ero seduto sul divano di casa e mi era venuta voglia di suonare la chitarra: così, dimenticando le stampelle che avevo accanto, mi sono alzato, ho attraversato il salotto e, solo allora, mi sono accorto che stavo camminando e non provavo alcun dolore. Dopo anni di sofferenza, mi è sembrato davvero un miracolo e, a quel punto, ho pensato di postare l’esperienza in un video».
Definendosi, tuttavia, "un esempio da non seguire". Perché?
«Perché è importantissimo rispettare i tempi del recupero post operatorio. Ed io stesso, per il momento, continuo ad usare regolarmente le stampelle e sottopormi agli esercizi di fisioterapia. Se non lo facessi, sarei un cretino».
È tentato di scrivere una commedia sull’esperienza vissuta?
«Sarebbe una sfida complicata. Penso si potrebbe scrivere la storia di un uomo, che, come accade spesso nella realtà, si sottopone a esercizi sportivi esagerati per il suo fisico, finendo per rovinarsi le anche. O raccontare come lo stesso personaggio, dopo la buona riuscita dell’operazione, infischiandosene delle prescrizioni mediche, decide di mostrare agli altri quanto brevi siano i suoi tempi di recupero. E comincia così a postare video sempre più scatenati, col risultato di rovinarsi definitivamente».
Che consiglio darebbe a un amico sofferente per la stessa
malattia?
«Scegli l’intervento, perché se è vero che di artrosi all’anca non si muore, è altrettanto vero che, senza l’operazione, la vita può diventare orrenda. Adesso mi dico: ma non potevo farla prima? Perché ho aspettato, infliggendomi anni di questo calvario?», conclude Verdone “il miracolato”.