ItaliaOggi, 26 settembre 2020
Periscopio
Le persone ti considerano pazzo quando tu parli di cose che loro non capiscono. Elvis Presley.
In polemica con Vittorio Feltri: «Noi meridionali inferiori? Dipende da quello che decidiamo di misurare». Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Corsera.
Roberto D’Agostino è un uomo abituato a guardare negli occhi il proprio tempo. Leonardo Filomeno. Libero.
Il segretario del mio partito, Nicola Zingaretti, era andato a fare un brindisi a Milano, sui Navigli per dimostrare che il Covid non c’e. Ma siccome Dio c’è, Zingaretti s’è beccato il Covid. Vincenzo De Luca, governatore della Campania. Adnkronos.
Persino Tajani, tradizionalmente prudente, immagina un settembre diverso dal presente: «Non reggono. Dopo le regionali qualcosa succede». Augusto Minzolini. Il Giornale.
Sono un credente convinto. Tendo al calvinico (calvinista, ndr) da buon alsaziano abituato ai templi senza immagini. Philippe Daverio, storico dell’arte (Giancarlo Perna). Libero.
«Un leguleio meridionale. Un Azzeccagarbugli terrone. Un retore della Magna Grecia». Il disprezzo di Ambrati per il presidente del consiglio, se possibile, è cresciuto. Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Voto 9 - GIANMARCO MAZZI . Ha diretto sette Festival di Sanremo. Ha creato la Nazionale dei cantanti. Amico delle star (Celentano, Morandi, Cocciante, Mogol), aveva portato Elton John all’Arena di Verona. Il 2 giugno si è superato facendo cantare Fratelli d’Italia dal tenore Vittorio Grigolo nell’anfiteatro romano. Share del 21 per cento su Rai 1. Il top per un manager che non conosce le note. Stefano Lorenzetto. Arbiter.
Vittorio Di Trapani, il responsabile del sindacato Rai (Usigrai), napoletano precocemente romanizzato è un quarantenne di potere cresciuto alla scuola Rai di Beppe Giulietti (ulivista, dipeitrista, presidente della Fnsi, il sindacato dei sindacati giornalisti). Guida l’Usigrai dal 2012, secondo mandato in scadenza nell’estate del 2018 visto che per statuto non esiste terzo mandato. E invece proprio a giugno 2018 verrà modificato quel certo articolo dello statuto e Di Trapani si ritroverà confermato con una maggioranza da plebiscito. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.
In fondo, lo si era capito sin dall’inizio, «saremmo persino disposti a un’altra dittatura purché cambiasse titolo», una variante sul tema di quanto già l’ex fascista Maccari aveva messo in evidenza: «Per indisposizione del dittatore, la democrazia si replica». Stenio Solinas. Il Giornale.
Quando vedo i nuovi tifosi interni e internazionali di Berlusconi, ancor piu confermo lo scetticismo e il dubbio che poi vogliano usarlo come stampella di qualche rinato Gentiloni bis, o simili. Se non per il rilancio del suo vero delfino, Renzi, figlio di fecondazione artificiale: il seme di Silvio nell’ovulo sterile del Pd. Marcello Veneziani, scrittore. Il Tempo.
Sui social, vado per capire il mondo in cui crescono le mie figlie. Ma ancora non capisco la fine del pudore. Sembrerò un vecchio rimbambito, ma davanti a quelli che fermano una partita per mettersi in ginocchio e dire: «Mi vuoi sposare?», penso che io, quello, non me lo sposerei mai. Per me l’intimità è un sapere misterico. È: io so di te cose che so solo io. Luca Zingaretti (Candida Morvillo). Corsera.
In prima fila, in piazza San Pietro, poltrone di velluto con inginocchiatoio. In seconda, poltroncine in legno. In terza, sedie di plastica. Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Pio aveva infilato gli zoccoli nel cestino di fibra della colazione e camminava scalzo. «Ce l’ha per vizio», pensò Stefano sorridendo: avrebbe costretto anche stasera la madre a lavargli i piedi, e il cestino. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Edizioni Ares.
Alla Trattoria Guallina, poco fuori Mortara, con l’oca, vanto locale. La potete delibare sotto forma di paté di fegatini; di terrina di fegato grasso con la confettura di cipolle e fichi; dell’assortimento di salumi, tra i quali non può mancare il roseo salame. In ogni caso, c’è anche altro: le ancestrali lumache alla borgognona, per dirne una. O la battuta di manzo a coltello con la bagna cauda. Di primo, se siete in due, non mancate un’altra genialata della tradizione: il risotto con fagiolini all’occhio, pasta di salame d’oca e vino Bonarda. I risotti «rossi» sono una gloria della storia culinaria pavese, e quello della Guallina non fa eccezione. Sono stupendi anche i ravioli quadrati ripieni d’oca, conditi col burro, mentre sono di barocca grandezza gli gnocchetti di zucca con le nocciole tostate, il radicchio e il carpaccio di fegato grasso d’oca. Tommaso Farina. Libero.
Io sto dentro la tradizione letteraria italiana. Da una parte c’è Francesco Petrarca che scrive per non far capire alla gente. Dall’altra c’è Dante Alighieri che usa il volgare fiorentino per le masse. Antonio Pennacchi, scrittore (Maurizio Caverzan). La Verità.
Non c’è paese in Europa con mamme più anziane di quelle italiane, né paese con tasso di natalità più basso del nostro. E, nonostante questo, non c’è paese che spenda meno per politiche e servizi a sostegno delle famiglie con figli o che vorrebbero averne, e non c’è paese che più di noi spreca il talento femminile tenendolo fuori dalla porta del mondo del lavoro. Francesco Cancellato. Il Foglio.
L’amore guardò il tempo e rise, /perché sapeva di non averne bisogno./ Finse di morire per un giorno, / e di rifiorire alla sera, / senza leggi da rispettare. / Si addormentò in un angolo di cuore / per un tempo che non esisteva. / Fuggì senza allontanarsi, / ritornò senza essere partito, /il tempo moriva e lui restava. L’amore e il tempo. Luigi Pirandello.
Sara aveva poco più di cinquant’anni. Secca come un palo del telefono, lisci i capelli e il petto, il volto puntuto. Possedeva però due occhi vivacissimi e una voce armoniosa che la rendevano interessante. Luigi Preti, Un ebreo nel fascismo. Rusconi, 1974.
Mia nonna si sentiva molto libera di suo, era riuscita a uscire dalle restrizioni di una vita borghese. Aveva molti amori e non ne faceva mistero. La famiglia Guggenheim provò a comprare tutte le copie dell’autobiografia per bruciarle, ma non ci riuscì. Karol Wail, nipote di Peggy Guggenheim (Dario Pappalardo). la Repubblica.
Per tre volte nel giro di pochi giorni, all’altezza di Alseno (Piacenza) si apre lo sportello di un treno di passaggio, e tutte le volte ne cade un bambino che resta ucciso. 20 agosto 1949. Libertà. Antonella Lenti.
I soli peccati di cui bisogna pentirsi sono quelli non commessi. Roberto Gervaso.