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 2020  settembre 26 Sabato calendario

Biografia di Giuseppe Zeno raccontata da lui medesimo

Alla fine, anche se si vede benissimo che sarebbe felice di non rispondere, Giuseppe Zeno vuota il sacco: «La motivazione principale per cui ho scelto di recitare ha a che fare con l’infanzia e l’adolescenza. Sono sempre stato un tipo schivo, chiuso in me stesso, abituato a non dire una parola di troppo. Questo mestiere offre la possibilità di esternare la varietà di sentimenti che, per pudore o per paura, non fai emergere. Attraverso la metastoria si possono risolvere cose che, nella vita, non hai risolto affatto. Non la voglio buttare in psicanalisi, però, sicuramente, quando scegli questa professione, la componente emotiva è forte». Napoletano, classe 1976, innamorato del teatro, ma diventato famoso grazie alla tv, Zeno dà l’idea di un uomo in guerra costante contro le etichette, risolto nella vita personale, ma forse non del tutto in quella professionale: «Le difficoltà esistono in qualunque ambito - conviene -, le mie, insieme alla concorrenza spietata con cui devi vedertela ogni giorno, riguardano certi cliché con cui gli addetti ai lavori tendono a inquadrarti».
Figli di una rivoluzione minore di Salvatore Romano, esce in sala il 2 ottobre. Più importante il cinema o la tv?
«Per fortuna certe barriere si stanno assottigliando, in questo senso le piattaforme digitali si sono rivelate utilissime, la qualità è cresciuta. E comunque le soddisfazioni più grandi ho sempre continuato ad averle dal teatro, che non ho mai abbandonato».
Qual è l’incontro più importante della sua carriera?
«Come diceva Vinicius de Moraes la vita è l’arte dell’incontro. Gli incontri sono sempre importanti, anche in modo inatteso. Magari da un impegno preso quasi controvoglia ho ottenuto di più rispetto a un altro artisticamente più elevato che, però, non mi ha dato nessun riscontro. Nessun incontro mi ha fatto sentire arrivato, ancora oggi so di dover ogni volta conquistare la fiducia di chi ho davanti e vivere in quel perenne stato di instabilità che è poi la caratteristica di questo mestiere».
Forse la stabilità l’ha trovata sul piano privato, è sposato con l’attrice Margaret Madè, da cui ha appena avuto la seconda figlia.
«Probabilmente avrei messo su famiglia anche se avessi fatto il pescatore. Non si crea una famiglia per bisogno di stabilità, ci si incontra, ci si innamora e si decide di stare insieme. Certo la famiglia da più responsabilità, fa vedere tutto in un’ottica diversa, lavorare corrisponde anche a una necessità di sostentamento, non è più solo un bisogno egocentrico, di affermazione personale».
Quanto è difficile la vita di coppia di due persone che fanno lo stesso mestiere?
«Non molto, basta la consapevolezza reciproca, ricordare che questo lavoro ha dei tempi, impone distacchi. Quest’estate sono stato contemporaneamente su due set Mina Settembre, la fiction, con Serena Rossi, tratta dal romanzo di De Giovanni, e Luce dei tuoi occhi , con Anna Valle. E poi ho recitato in teatro, nel Faust di Stefano Reali. Certo, anche se il divertimento non deve mai mancare, è stato faticoso».
Essere classificato «di bell’aspetto» può diventare una gabbia?
«Non mi sono mai sentito bello, questa definizione me l’hanno appioppata i giornali. Se mi fossi visto come un Adone avrei scelto altre strade, in cui l’aspetto fisico è elemento preponderante. Invece ho fatto scelte, e rinunce, proprio per non essere considerato solo da quel punto di vista. Certo, se piaccio, ben venga, ne sono lusingato».
C’è un desiderio, un progetto che sogna di realizzare?
«Sarei un ipocrita se non dicessi che, dentro di me, desidero un confronto autoriale in campo cinematografico. Penso di aver raggiunto l’età e la maturazione giuste per puntare a una prova del genere».
Se dovesse descriversi, quali aggettivi userebbe?
«Mi piace tantissimo giocare: con la mia prima figlia: torno indietro, mi metto sulla sua frequenza e divento suo coetaneo. Nella vita restare fanciulli dentro aiuta molto, io credo di riuscirci, non per immaturità, ma perché penso che il sorriso serva a preservare energie».