ItaliaOggi, 25 settembre 2020
La rivista Il Mulino celebra il Viagra
È singolare che una rivista blasonata ed essenzialmente dedicata ai temi politici, Il Mulino, decida di celebrare una data inusuale: il 14 settembre 1998. Cos’è successo in quel giorno? È stato messo in commercio il Viagra. Raffaella Ferrero Camoletto, docente di Sociologia al Dipartimento di cultura politica dell’università di Torino, rende omaggio a questa data storica da un’angolazione ovviamente culturale. Questo il suo ragionamento: «Il Viagra e i suoi analoghi vanno considerati come oggetti culturali, individuando nei modi in cui questi farmaci sono pubblicizzati, prescritti, diffusi e consumati il diffondersi di processi di medicalizzazione e di farmacologizzazione che interessano la costruzione delle nostre soggettività e della nostra vita quotidiana, in quella che lo scrittore spagnolo Paul.B. Preciado ha definito come era farmacopornografica. Attraverso l’espansione di un immaginario farmaceutico, la soluzione medica anche ai problemi inerenti genere e sessualità assume la forma della «pillola magica» da cui ci si aspetta semplicità e rapidità dei risultati. Discorsi e pratiche intorno al Viagra e farmaci analoghi promuovono quindi due esiti apparentemente in contraddizione tra loro: da un lato, sostengono l’ideale di una sessualità maschile primordiale e naturale sempre pronta, dall’altro inducono a modificare e superare i limiti della «natura», cancellando incertezza e instabilità della performance sessuale in un’ottica di ottimizzazione e potenziamento della capacità penetrativa. In quest’ottica medicalizzata e farmaco-mediata, anche i mutamenti della sessualità legati all’invecchiamento tendono ad essere ridefiniti come processi patologici, che la medicina consente ora di correggere e contrastare».Ma allora il Viagra è un bene o un male? La conclusione della sociologa è: «La collocazione dell’avvento del Viagra come data di un calendario civile ci serve a coglierne la natura di opportunità (in parte) persa: la commercializzazione di questo farmaco ha aperto uno spazio discorsivo per poter parlare pubblicamente della sessualità maschile, spesso ridotta alla battuta da bar, e ha così permesso, almeno potenzialmente, di pensare alla sessualità in maniera diversa, meno meccanica e più aperta al cambiamento».