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 2020  settembre 24 Giovedì calendario

QQAN66 Bizzarrie su cadaveri, bare e funerali

QQAN66

La morte pone molte domande. Solo ai vivi. Ad esempio, “quando muoio, il gatto mi caverà gli occhi”? Questo e altri crucci heideggeriani sono ora raccolti in un irriverente saggio da Caitlin Doughty, “necrofora di Internet” nonché impresaria funebre.
Il mio gatto mi mangerà gli occhi? E altre grandi domande sulla morte debutta oggi in libreria con i tipi del Saggiatore. L’esperta risponde: “No, il gatto non vi mangerà gli occhi. Non subito, perlomeno”. Ci vorrà qualche giorno prima che il micio, affamatissimo e solo, inizi a sbranare le parti più soffici del padrone: faccia, guance, collo… Se il gattino è naturaliter un “assassino opportunista”, anche il cane non scherza. Davanti a un cadavere: “Un caso molto triste riguarda una donna alcolista. Dopo la sua morte, mancavano pezzi di carne dal naso e dalla bocca. Il setter aveva provato più volte a destare la sua umana, con sempre più forza, ma non era riuscito a svegliarla”. Viceversa, gli uomini sembrano più scrupolosi nei confronti dei loro animaletti: “Se li dissotterrate dopo 15 anni troverete ossa, mentre tra uno e tre anni saranno un po’ più integri e puzzolenti”.
Cannibali domestici, ricrescita dei peli e peso specifico delle ceneri, l’autrice ne ha per tutti: “Cosa succede al cadavere di un astronauta? Il mio criceto può essere sepolto con me?” (No). “Che cosa succede se per sbaglio mi seppelliscono mentre sono in coma?” (Facile, non succede). “Che cosa succede quando un cimitero è pieno di corpi e non ce ne stanno altri?” (Banale, se ne fa un altro). “Posso tenere i teschi dei miei genitori quando muoiono? Molto difficile ottenere il permesso legale per esibire lo scheletro di un parente… Forse un giorno le leggi cambieranno”.
La macabra e ironica Caitlin fa a pezzi anche molte leggende, a cominciare dalla presunta crescita di unghie e capelli post mortem: è solo apparenza; non sono loro a crescere, ma la pelle a ritirarsi. Perciò, i direttori di pompe funebri sono così attenti all’estetica cadaverica, trattando il morto con “una maschera idratante al viso e una piccola manicure al letto ungueale. Il trattamento di bellezza che tutti meritiamo”. Come sono colorati e rilassati, i cadaveri: meglio chiuder loro subito gli occhi e la bocca per non farli deturpare a mo’ di zombie, “in questo modo avrete più l’impressione di un corpo addormentato e meno delle pupille ‘annebbiate e senza vita di papà che vi trafiggono l’anima’”.
Il corpo è duro a morire: continua a digerire il cibo nello stomaco ed espellere liquidi, più o meno imbarazzanti, dopo il decesso: “Potreste fare la cacca quando morite… Tutti i muscoli del vostro corpo si distendono; l’irrigidimento subentra circa tre ore dopo… La decomposizione, poi, non è solo opera dei batteri”. Esperienze magnifiche, risparmiate però a chi sceglie di farsi cremare; in questo caso contano i pesi: due chili di ceneri per le donne e tre per gli uomini, in base all’altezza, ovvero alle ossa, non alla ciccia. Farsi bruciare con una cerimonia vichinga (una barca al largo incendiata dai dardi infuocati dei parenti) è tuttavia impossibile: solo a Hollywood sono in grado di celebrare funerali simili; in realtà, la fisica e la chimica impongono che la zattera si incenerisca prima del cadavere, “bruciacchiato e a galleggio per le acque comunali”. Ultimo mito da sfatare è la luce bianca che appare ai morenti poco prima del trapasso. La luce c’è, ed è pure bianca, ma non sono gli angeli del Signore a portarla: è solo frutto di un’ischemia retinica.