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 2020  settembre 23 Mercoledì calendario

Biografia di Carl Fabergé

Qualche anno fa, nello storico negozio d’antiquariato Wartski di Londra, varca la soglia d’ingresso un americano che reca con sé un segreto. All’incredulo conservatore, l’uomo mostra le foto di un tesoro che si pensava smarrito e getta una luce nuova sul sanguinario epilogo degli zar di Russia quando, nel 1917, la dinastia viene deflagrata dalla neonata Unione Sovietica. Si tratta del leggendario terzo uovo imperiale del mastro gioielliere Carl Fabergé (1846-1920), reputato disperso in quel cimitero a cielo aperto che è stato l’excipit della Grande Guerra. Domani che ricorrono i cento anni dalla morte del grande artista (dirlo tale solo in merito all’oreficeria sarebbe poco), è doveroso inquadrare la sua esistenza e la sua carriera come l’ultimo atto di splendore della Grande Russia. La famiglia Fabergé fugge a est dall’originaria Francia per via delle persecuzioni contro gli Ugonotti protestanti volute da re Luigi XIV, così Carl nasce a San Pietroburgo nel maggio 1846. Il padre è orefice e subito intravede nel figlio un talento straordinario. Lo fa viaggiare in Europa per studiare le collezioni d’arte e, tornato in patria, lo fa impiegare come volontario all’Hermitage dove si occupa di restaurare dei monili d’oro ripescati nel Mar Nero. Il risultato è tale che nel 1882 è invitato a partecipare all’esposizione Panrussa di Mosca dove proprio la zarina Marija Fëdorovna acquista da lui un paio di gemelli a forma di cicala per lo zar. Colpire l’attenzione della famiglia imperiale era l’unico modo per diventare qualcuno nella Russia del tempo: il lavoro fatto da Carl sui monili porta alla ribalta la testimonianza di un’arte preistorica russa capace di competere con il resto dell’Occidente. Nel 1885 Carl diviene mastro gioielliere di corte e qui inizia anche la sua fortuna: le uova, the eggs, les œufs, yaytsa.
Il primo uovo fu un regalo fantasioso che lo zar Alessandro III volle fare alla moglie Marija, di origini danesi. Le uova sono un simbolo dell’arte danese, così gli chiese per Pasqua un uovo che contenesse una sorpresa. L’uovo di smalto bianco con all’interno un tuorlo d’oro (e al suo interno una gallinella d’oro con ancora al suo interno un pendente) è un successo. La zarina ne è entusiasta! È deciso: ogni anno Fabergé realizzerà un uovo diverso che contenga una sorpresa e diverta la zarina. Carl è ormai l’artista favorito di corte e le sue uova una delle maggiori attrazioni dell’arte gioielliera russa nel mercato internazionale. Tant’è che, versato per gli affari, Carl si apre all’Occidente: inaugura una filiale a Londra, realizza oggetti, delikatessen d’oro potremmo definirli, per palati raffinati quali i reali inglesi ma anche le famiglie ricchissime come i Rothschild o i Nobel. Intanto, lo zar Alessandro III muore nel 1894 e gli succede il figlio Nicola, che prosegue la tradizione, anzi la raddoppia: ogni Pasqua, un uovo all’imperatrice madre Marija e uno per la moglie, la nuova zarina.
In tutto, si calcola che Fabergé abbia realizzato 52 uova imperiali. Di queste, otto sarebbero andate disperse, forse distrutte, forse trafugate, a seguito della rivoluzione del 1917 (che pretenderà la testa dello zar Nicola II) cui però il vecchio Carl sopravvive: ai bolscevichi che lo vanno a prendere nel suo negozio a San Pietroburgo, chiede un minuto per mettersi il cappotto e il cappello e, nel frattanto, sgattaiola dalla porta sul retro e fugge in Svizzera, a Losanna, portando con sé abiti e casse di vino. Qui morrà tre anni dopo. Ma se le uova di Fabergé (e con esse, Carl) sono entrate nella memoria collettiva è da un lato per il loro numero limitato e la loro irripetibilità (il motto di Warhol non era ancora in voga), dall’altro perché costituiscono una capsula del tempo, capace di disseppellire la Storia di un mondo altrimenti scomparso in una forma piccola e perfetta. Per questo, il ritrovamento del terzo uovo imperiale – un uovo d’oro increspato con un diamante come apertura e dentro un orologio Vacheron Constantin – come centrotavola nella cucina di un americano della middle class è un avvenimento dalle molte letture storiografiche (anche sul mercato sommerso dell’arte, ovvio), che suggerisce quante siano ancora le cose che non sappiamo sul passato e quindi sul futuro di un uomo che ha trovato la fortuna dentro a un uovo di Pasqua.