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 2020  settembre 23 Mercoledì calendario

Biografia di Luciano Nobili

La maschera più efficace del renzismo devastato, annichilito, ridicolizzato da una serie clamorosa di errori e sconfitte, è il sorriso tondo di Luciano Nobili. La quintessenza della rimozione della realtà e della sopravvalutazione di sé: un trattato vivente sull’opportunismo e la hybris di un gruppo di politici che si sono arrampicati sul tetto del Paese senza nemmeno sapere come, e poi sono caduti all’improvviso, con la violenza di un temporale estivo.
L’altro giorno, mentre prendeva forma la definitiva umiliazione di Italia Viva, Big Luciano continuava stancamente a twittare la versione del capo: “Decisivi in #Toscana per la vittoria di @EugenioGiani: anche stavolta #Salvini lo abbiamo fermato noi”. Un’interpretazione surreale. Il partito di Renzi è irrilevante persino nel suo ex feudo: 4,5% è una cifra che lascia raggelati. Per fortuna c’è Ivan Scalfarotto in Puglia, 30mila voti in una regione da 4 milioni di abitanti: Iv prende l’1,1%. Un’impresa. Ma nulla turba Renzi e Nobili. Luciano è politico di razza, non ha mai fatto altro. È un grande incassatore: prende cazzotti a ogni elezione, ma si rialza senza colpo ferire.
Inizia da giovane rutelliano: nel 2008 è l’ideatore della “Lista civica under 30” per aiutare l’ex sindaco contro Alemanno. Rutelli perde. La lista di Nobili raccoglie un incoraggiante 0,7%. Altro giro, altra corsa: il giovane margheritino aderisce con entusiasmo al Pd. Diventa un dipendente del partito, regolarmente stipendiato. E continua a essere pagato dal Pd anche quando molla i dem per seguire “papà” Rutelli in Api. Ricordate l’Alleanza per l’Italia con Tabacci? Probabilmente no: esperienza non indimenticabile. Api fallisce presto, il giovane Nobili rientra fischiettando nel partito che continuava a pagargli lo stipendio.
Poi irrompe Renzi: per Nobili è un’epifania. Nel 2012 si mette dietro al toscano e scala le gerarchie. Prima è uno dei sicari che tagliano la testa a Ignazio Marino (2015, ultimo sindaco del Pd a Roma), poi è il brillante coordinatore della campagna elettorale di Roberto Giachetti contro Virginia Raggi (2016). Tanto per cambiare, una sconfitta clamorosa.
La sua fedeltà però è sempre ricompensata: nel 2018 Renzi lo infila in posizione blindata in un listino Pd del Lazio, Nobili viene catapultato alla Camera senza aver mai vinto un’elezione in vita sua.
Da allora si dedica soprattutto a Twitter. Lo fa con spessore. È esperto di necrologi: nel giorno della morte di Ennio Morricone lo omaggia con un video in cui il maestro è una comparsa e il protagonista è Matteo Renzi. Quando si tratta del povero Willy Monteiro, con innegabile buongusto, Nobili strumentalizza la tragedia per fare polemica contro il Reddito di cittadinanza.
Luciano è così: ha un ego grande come un pianeta, composto della stessa materia di Italia Viva. Nulla. Chissà se proverà a tornare di nuovo nel Pd: pure stavolta aveva continuato a prendere lo stipendio per mesi. Poi l’hanno licenziato.