La Stampa, 20 settembre 2020
Intervista a Nerio Alessandri (fondatore di Technogym)
Ad appena 22 anni, nel 1983, Nerio Alessandri ha fondato Technogym che oggi è un’azienda leader a livello internazionale nel settore dei prodotti e dei servizi digitali per il tempo libero e lo sport. Ha creato il suo primo attrezzo ginnico nel garage di casa sua a Cesena.
Perché questa idea e che macchina era?
«Volevo diventare un imprenditore e avevo un’esperienza di fashion design. Quando avevo 21 anni la palestra di Cesena era poco più che un seminterrato per culturisti dove io mi sentivo molto magro e fuori posto. Mi sono reso conto che l’attrezzatura era inadeguata in termini di sicurezza, efficacia e formazione. E che era possibile aiutare le persone ad allenarsi in modo più facile e sicuro applicando il design, così ho realizzato l’innovativo "hack squat" nel mio garage».
Come ha fatto?
«A quattordici anni avevo trasformato il nostro garage in un’officina perché volevo guadagnare qualche soldo e costruire cose. La prima macchina da fitness l’ho realizzata nei fine settimana e di notte. Poi ho creato l’intera linea, che era tecnologicamente molto avanzata. Il campo della meccanica in Romagna è molto sviluppato, quindi era pronta per Technogym».
Ma il fitness non esisteva nel 1983. L’ha inventato lei?
«Ho inventato la parola "wellness", che fa parte del nostro marchio. Nel 1992 abbiamo lanciato il "wellness lifestyle". Technogym non aveva a che fare con il bodybuilding, sin dall’inizio eravamo più orientati ai settori del fitness e biomedico. Poi per differenziarci dallo stereotipo americano del fitness abbiamo lanciato il wellness. Nel 1987/8 abbiamo fornito macchine al Milan, che Berlusconi aveva acquistato da poco e che aveva la palestra più grande del mondo. Abbiamo fatto parte della grande trasformazione dei metodi di allenamento del calcio nell’87, ’88 e ’89, con i Mondiali del 1990 in Italia con Luca di Montezemolo e il grande centro di allenamento di Roma. Stavamo vincendo tutti e in Italia abbiamo riempito le palestre con questa linea».
Oggi esistono 80 mila centri benessere nel mondo e 300 mila nelle abitazioni private.
«Sì, in 300 mila delle case più belle del mondo. Il posizionamento è "Italian design" e "furniture like". Posso fare fitness nel mio garage, ma il massimo è se metto in mostra le meravigliose attrezzature di Technogym nel mio soggiorno come oggetti di design. Poi abbiamo introdotto il "wellness on the go": la possibilità di connettersi al proprio programma di personal training sempre e ovunque».
La differenza tra le macchine per il fitness e quelle per il wellness?
«Le macchine per il wellness hanno un approccio più confortevole e sono più facili da usare. Nel 1988 siamo stati i primi al mondo a usare l’elettronica con i cardiofrequenzimetri. Nel 1996 abbiamo lanciato il sistema software per gestire l’allenamento e abbiamo aggiunto lo schermo tv sulle attrezzature per il fitness nel 2000. Siamo stati i primi a connetterci a Internet e a creare una piattaforma basata sul cloud: oggi ci sono oltre 15 milioni di persone collegate. Qual è il prodotto più importante per voi?
«Il tapis roulant. Poi ci sono i contenuti e l’ecosistema del software. Vendiamo soluzioni, non solo per i fitness club, ma anche per gli ospedali e per le aziende - Facebook, Google, Apple».
Un giorno i cinesi copieranno le vostre macchine?
«Lo hanno già fatto, ma i loro prodotti sono diversi e non buoni come i nostri. Abbiamo il nostro posizionamento, e la qualità e il design, che ci rendono unici».
Oggi le persone sono più sane?
«No, sono più vulnerabili rispetto al passato. Ci sono più obesi, più malattie croniche, più anziani e maggiori rischi dovuti a stress, cattiva alimentazione, alcol e abitudini di vita scorrette. Le persone sono più a rischio rispetto a 1000 anni fa, ma allora non avevano a disposizione i trattamenti medici e i macchinari che abbiamo oggi, quindi l’aspettativa di vita è aumentata. Sul fronte del benessere e della prevenzione cresce la consapevolezza, ma serve più educazione, soprattutto nelle scuole».