il venerdì, 11 settembre 2020
Se volete tanti soldi fate come Warren Buffett
Investire con successo non è solo questione di preparazione e di fortuna, ma anche di controllo delle proprie emozioni. «Puoi avere un gran fiuto nello scegliere le azioni in cui investire ma se, quando si profilano crisi come quella del 2008 o di marzo 2020, vai nel panico e vendi tutto, allora saper scegliere le azioni giuste non ti servirà» ci spiega il giornalista finanziario Morgan Housel, editorialista del Wall Street Journal e partner di The Collaborative Fund. «Tutto il lato tecnico della finanza può essere dirottato dalla tua psicologia, ecco perché l’aspetto psicologico è così importante». Housel condensa il suo approccio nel nuovo saggio The Psichology of Money: Timeless Lessons on Wealth, Greed and Happiness (Harriman House, pp. 300, euro 17,41), ovvero “La psicologia del denaro: lezioni senza tempo su ricchezza, avidità e felicità”.
Perché l’aspetto psicologico è così importante quando si investe?
«Ci insegnano che la finanza è una serie di formule, che arricchiamo di dati perché ci suggeriscano come investire. Ma non è così che le persone prendono decisioni finanziarie nel mondo reale. Più che di fronte a un foglio Excel, tanti decidono quando sono a tavola con il coniuge e i figli, basandosi sulle emozioni che hanno, sulla tolleranza al rischio. È una decisione soprattutto psicologica. Puoi avere un’ottima formazione sulla finanza, ma se lasci che emozioni come l’avidità o la paura offuschino il tuo giudizio, e se non riesci ad essere lungimirante, le tue competenze matematiche non ti aiuteranno. Per capire perché gli investitori vendono le loro azioni arrivati in fondo a un mercato ribassista, non c’è bisogno di studiare la matematica dei profitti futuri attesi, basta pensare all’angoscia di guardare i tuoi cari chiedendoti se i tuoi investimenti ne stanno mettendo a rischio il futuro».
Lei parlava di lungimiranza. Cosa possiamo imparare, a questo proposito, da Warren Buffett?
«La lezione più importante è la durata temporale dei suoi investimenti. Buffett ha avuto un ritorno annuale medio del 22 per cento sui suoi investimenti nel corso della sua vita, e già questo è straordinario. Ma la chiave del suo successo non è tanto l’essere un investitore fenomenale, quanto l’esserlo stato per tre quarti di secolo, visto che ha iniziato a investire a 11 anni e a 30 aveva già il suo primo milione di dollari. La sua specialità è investire, ma il suo segreto è il tempo. Se Buffett avesse iniziato a investire a 25 anni e fosse andato in pensione a 60, non avremmo mai sentito parlare di lui, perché la sua ricchezza non si sarebbe accumulata oltre una soglia tale da attirare l’attenzione di tutti».
Davvero?
«Certo, Buffett – che ha appena compiuto i 90 – ha guadagnato dopo il suo 65° compleanno ben 81,5 degli 84,5 miliardi di dollari che oggi possiede. Se avesse smesso di investire a 60 anni, come molti fanno, sarebbe stato certo molto ricco ma non uno degli uomini più ricchi del mondo. Jim Simons, definito dal Financial Times ’il miliardario più intelligente del mondo’, ha avuto un incredibile ritorno medio del 66 per cento (contro il 22 di Buffett) per trent’anni sui suoi investimenti a interesse composto. Ma Simons oggi ha un capitale di 21 miliardi di dollari: è del 75 per cento meno ricco di Buffett perché ha iniziato a investire a 50 anni. Esistono migliaia di libri sui segreti del successo di Buffett, ma nessuno ha il titolo che sceglierei io: ’Questo signore ha investito con continuità per tre quarti di secolo’. Un titolo più conciso per riassumere la sua strategia vincente sarebbe: ’Sta’ zitto e aspetta’».
Per questo lei sottolinea l’importanza degli investimenti a interesse composto, come quelli di Buffett, dove l’interesse maturato va ad aggiungersi al capitale e quindi produce, a sua volta, interessi.
«Con l’investimento a interesse composto non conta tanto avere un ritorno sugli investimenti altissimo, che potrebbe essere occasionale. Conta avere un ritorno decente ma che possa ripetersi per il periodo più lungo possibile. Se investi un capitale in un fondo a interesse composto, dopo i primi 10 o 20 anni avrai dei ritorni discreti, in termini di capitale accumulato. Ma quando superi i 30 anni, o i 40, allora ti ritroverai ad avere un capitale molto più grande, perché moltiplicato».
Certo, per tenere soldi investiti per tutto quel tempo bisogna non spendere troppo.
«Arricchirsi non è facile. Ma rimanere ricchi è ancora più duro. Bisogna resistere alle tentazioni, e la psicologia può aiutarci a capire quanto siano ingannevoli. Le faccio un esempio che mi viene da quando da ragazzo, per mantenermi agli studi, facevo il parcheggiatore in un hotel di lusso. Chi guida una Rolls-Royce e vede le teste degli altri voltarsi al suo passaggio, pensa che gli altri siano impressionati da lui come persona. In realtà, chi guarda ammira soprattutto la perfezione dell’auto e sogna se stesso al volante: il proprietario passa in secondo piano».
Bisogna anche resistere alla tentazione di vendere tutto quando sembra profilarsi una crisi…
«È facile diventare preda del panico, perché il pessimismo è seducente. Quando senti qualcuno dire che l’economia andrà bene, ti viene istintivo pensare che sia un venditore. Invece chi si mostra pessimista e vaticina l’arrivo di una recessione ti appare come un amico, uno che sta cercando di aiutarti. Per fare investimenti a lungo termine, come quelli di Warren Buffett, ti serve una certa dose di ottimismo. Il pessimismo, a breve termine, sembra sempre più invitante e persuasivo».