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 2020  settembre 18 Venerdì calendario

QQAN20 La movimentata vita sessuale di Elsa Morante

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Simpatica no, non lo era per niente. Generosa certamente lo era ma come forma di potere-prepotenza sui più deboli. Bella nemmeno, occhi grandi ed espressivi ma s’infagottava in vestitoni a quadri e foulard legati sotto al collo. Elsa Morante è stata una grande, grandissima scrittrice, è stata l’autrice de “L’isola di Arturo” e de “La storia”, un libro da milioni di copie che ha fatto conoscere la letteratura italiana contemporanea nel mondo.
Per decenni però ha cercato di tenere nascosta a tutti la vera storia della sua vita. Cosa c’era nella sua esistenza da mantenere segreto? Adesso le notizie sulle menzogne e i sortilegi della sua complessa esistenza stanno filtrando grazie anche ai biografi di Alberto Moravia, come Renzo Paris che ne ha scritto di recente e che ha fatto luce sui misteri della coppia e anche su quelli più personali della Morante.
Elsa detestava che si parlasse della sua vita privata, diceva che odiava il pettegolezzo, una disdicevole forma di intrusione nei fatti degli altri. Però proprio lei litigava con i suoi amici poiché si infilava nelle loro vicende personali e le valutava sul metro del politically correct formulato secondo gli schemi di “Lotta continua”, la sinistra fondamentalista in cui si riconosceva (troncò ferocemente con tanti suoi intimi, da Dario Bellezza a Pier Paolo Pasolini che si vendicò stroncando “La Storia”, criticata anche da Rossana Rossanda e da Alberto Asor Rosa).
Era bacchettona e molto prude con i suoi amici. Ma proprio lei aveva parecchio da nascondere. Aveva circa vent’anni Elsa e faceva l’escort. Lo faceva per mantenersi con un certo agio. Si accompagnava a personaggi scelti e molto, molto danarosi. Cosa avrebbero detto negli anni Settanta i compagni di Lc del fatto che la giovane Elsa si prostituiva?
Ohibò, vendere il proprio corpo a magnati ricchi e reazionari non era un comportamento che i rivoluzionari radical chic come Adriano Sofri, Goffredo Fofi, Fabrizia Ramondino e Ginevra Bompiani avrebbero mai apprezzato. I nomi dei suoi partner occasionali ancora oggi non sono conosciuti.
Fu l’incontro con Moravia (che guarda caso scrisse “La romana”, storia di una prostituta) che la liberò dalla schiavitù del mercimonio. Il famoso scrittore la sposò, le regalò una bella casa, la introdusse nella cerchia degli intellettuali di grido, la aiutò a pubblicare i suoi romanzi presso editori importanti. E lei poté concedersi il lusso di comporre con grande libertà.
La libertà Moravia gliela lasciò però anche in ambito sessuale, dal momento che la tradiva compulsivamente e ripetutamente: così la rese indipendente e senza lacci per trovarsi altri uomini. Da giovane praticò l’amore saffico e dopo… non si sa. Però le donne le odiava, soprattutto se belle e giovani, detestava le femministe e prediligeva gli omosessuali, in primis Luchino Visconti da cui era stata morbosamente catturata. Il quale avendo ben altre preferenze la maltrattava con piacere sadico. E lei subiva.
Poi si innamorò del pittore omosessuale Bill Morrow, con cui ebbe un rapporto molto intenso, spartendoselo con il compagno gay di Bill, fino a che quest’ultimo non si suicidò gettandosi dalla finestra. A spingerlo al gesto estremo fu l’uso delle droghe che consumava con Elsa e che andavano dalle anfetamine all’Lsd.
Dopo la separazione da Moravia che le lasciò un bell’attico, alcuni dei suoi amici maligni dissero che lo aveva sfruttato. Però dal momento che era una grandissima scrittrice la corteggiavano e poteva godere dell’affetto e della protezione di un’ampia cerchia di compagni molto radicali.
Il suo carattere aspro e prepotente non accettava critiche o contraddizioni. Le risse e i litigi erano deflagranti e lei non risparmiava i colpi bassi anche al pacifico e pacifista Fofi o all’amica del cuore, la poetessa gay Patrizia Cavalli. Ogni tanto rubava qualche fidanzatino agli amici omo.
Così Bellezza, ferito dal comportamento disinvolto e fedifrago di Elsa nei confronti dei suoi amanti, scrisse contro di lei “Angelo”, un libro dove Elsa era rappresentata come una scrittrice cinica e drogata. Fu come un gancio allo stomaco poiché il poeta che conosceva l’amore per la segretezza della romanziera ne metteva in piazza la dipendenza dalla droga.
L’elenco delle avventure hot della Morante non è terminato ed è destinato a crescere e ad arricchirsi di episodi. Ma fa capire perché la Morante, la quale  voleva restituire l’immagine di una scrittrice di estrema sinistra rigorista e moralista, di una poetessa che sapeva distinguere il Bene e il Male e voleva insegnarlo pure agli altri, teneva il suo esplosivo privato chiuso in un armadio. La grandezza della scrittura e la tenuta morale e comportamentale degli intellettuali e degli scrittori vanno tenute sempre e comunque disgiunte.