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 2020  settembre 18 Venerdì calendario

Intervista a Riccardo Orsolini

Scatenare l’Orso, nel senso di Riccardo Orsolini, attaccante esterno del Bologna, è come fare un Poker a carte coperte. Può uscire di tutto. 
Orsolini: prima del lockdown lei pareva Batman. E nel post?
«La nonna di Batman».
Bologna si chiede: tornerà l’ala da 70 milioni?
«Anche di quella dei 70 milioni dopo ne parliamo. Quanto al ritorno, beh, ci conto, ci spero e sono convinto di poter tornare come un anno fa. Sto lavorando molto duramente, io come gli altri. La nonna di Batman non fa gol, ecco...».
Poi non ne parliamo più: cos’era successo dopo il lockdown?
«Mi ero fatto cento domande e forse anche mille paranoie. Cercavo scusanti o giustificazioni: fisicamente non ero né grasso né non a posto; era la testa. Mentalmente mi ero anche costruito l’idea che non si potesse ricominciare a giocare, e questo forse mi ha scaricato. In breve: il cervello non era connesso al corpo. E poi...».
E poi?
«Sarò fatto male ma io senza l’urlo del pubblico soffro. Quando dribblo una volta, poi la seconda e sento che la gente attorno si scalda e ci crede, beh, mi esalta. Senza pubblico sentiamo solo le urla di Sinisa... quindi meglio il pubblico». 
Sinisa che, urbi et orbi, disse: «Orso si deve svegliare».
«Successe prima di Bologna-Napoli. Me lo ricordo bene. Ci rimasi maluccio: perché lo disse prima a voi che a me».
Ma in campo gliel’avrà detto cento volte: non era un’esclusiva.
«Ma certo: Sinisa è Sinisa. Anzi, spesso mi ha detto anche robe che non si possono dire... Ma in quel frangente mi irritò un po’. Non andavo bene e lo sapevo, cercavo le mie cose ma non le trovavo pur spendendomi. Andava così. Se gliel’ho detto? Sì certo: e ci siamo chiariti e abbracciati. Zero strascichi, mai».
Quindi è pronto a tornare il ciclone di un anno fa esatto?
«Prontissimo. E avere il Milan alla prima giornata aiuta».
Si ricorda quando Leonardo la voleva al Milan?
«Sì, sì: ma sono ancora qui».
È felice? Perché lei resterà a Bologna, giusto?
«Eccerto che resto, dove cavolo vado... Felice perché è in pratica il terzo anno e posso dare continuità. Conosco tutti e adoro la piazza, e se giocherò sarà solo perché me lo sono guadagnato, visto che con Sinisa se sgarri sei fuori».
Il chiodo fisso è doppio: riappropriarsi di Bologna e prendersi Euro2021.
«Bologna sarà, spero, il mio passepartout per ciò che non nomino ma sanno tutti. Cosa mi ha detto Mancini? Che gli è dispiaciuto non farmi giocare, a me come ad altri, nelle due gare, e io l’ho presa con filosofia. Perché rientrare nel giro azzurro dopo il lockdown e l’ultima parte di campionato fatta così così lo reputo un onore e un premio».
Ha mai avuto, in queste settimane, l’opportunità di andare via?
«Nel frattempo ho cambiato procuratore (da Di Campli a Minieri mantenendo lo storico Camaioni, ndr) ma da quel che so io, no, niente che mi sia arrivato in maniera concreta».
Quanto l’hanno infastidita o sbilanciata le ricorrenti voci (passate) sulla Juventus?
«Zero: perché ogni tre mesi erano sempre le stesse, e allora...».
Walter Sabatini, nel corso del suo anno a Bologna, ha detto di lei: ha un sinistro da Recoba, vale 70 milioni e deve imparare l’arte del sacrificio. Quale delle tre è più vera? 
«La terza. Sabatini è un grande con senso forte dell’ironia. Quelle su Recoba e i 70 milioni ci hanno fatto sorridere: non le dico quanto mi hanno preso in mezzo i miei compagni, pur sempre in amicizia. Ma visto che non sono permaloso, le gag ci hanno unito anche di più. Serve autoironia...».
Sabatini le ha detto anche che deve fare le cose semplici.
«Ma non sarei io. Se fai le cose semplici sei come gli altri. Io voglio fare cose differenti. Voglio essere... estrOrso». Ride.
Sinisa dice: dobbiamo prendere meno gol. Ma la chiave sarà anche sbagliarne meno.
«D’accordissimo. Quanti inizi di gara ci hanno visto tirare in porta a valanga e segnarne zero? Tanti. Quanto al prenderne sempre è dura: 33 partite di fila con gol preso è una bella botta. A me piacerebbe una gara vinta 1-0 con gol brutto, sporco e cattivo. Le rimonte piacciono alla gente e ci riescono, ma viste e vissute da dentro sono una sofferenza...».
Squadra che ha molti giovani: se crescono è fatta, sennò...
«Serve alzare l’asticella, tutti. Io so che devo fare 5-6 gol più del solito, che magari fanno punti e quindi Europa. Questo devono pensarlo tutti».
Alt, Europa: la società ha attutito quella parola. Per ora.
«Giusto: non che ce ne sia, ma lavorare senza pressioni va meglio. E gli stimoli, creda, non ci mancano. Con Sinisa poi...».
Chiosa: questo Bologna sfonderà se...?
«Mostrerà crescita e, mi perdoni, culo. Quant’è che non vinciamo partite di fondoschiena? Non me ne ricordo una. Anche il Fattore C serve. Eh, se serve».