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 2020  settembre 18 Venerdì calendario

Da “Soul” a “Ivan”, la Disney sul lettino

Cartoni sul lettino dell’analista, in preda a dubbi esistenziali e riflessioni cosmiche, ben oltre la loro natura di disegni animati. L’ultima creazione del geniale Pete Doctor, vincitore di due Oscar per Up e Inside Out, s’intitola Soul, è stata scelta per aprire la prossima edizione della Festa di Roma (15-25 ottobre) diretta da Antonio Monda, e racconta l’avventura di Joe Gardner, insegnante di musica di scuola media che, nel giorno in cui ha finalmente ottenuto l’ingaggio del locale jazz più importante della città, precipita in un tombino e si ritrova nell’«Antemondo», luogo in cui le «nuove anime» in attesa di arrivare sulla Terra «sviluppano personalità, interessi, manie». Intorno a questo tema, ovvero dove nascono le nostre passioni, i sogni che ci ispirano e gli interessi che ci animano, i maghi Disney Pixar hanno costruito un film che mescola ironia e rimpianto, domande profonde e risate semplici, ipotesi azzardate e personaggi esilaranti: «Ancora una volta – dice Monda – la Pixar riesce a commuovere, divertire, far riflettere e, soprattutto, a raggiungere la profondità nella leggerezza». Un’altalena su cui adulti e bambini potranno lanciarsi, seguendo Joe alle prese con l’anima numero 22, decisamente refrattaria all’idea di doversi stabilire in un corpo umano: «Dopo aver visto il film – osserva la produttrice Dana Murray – gli spettatori inizieranno a riflettere sulle loro vite. Siano abituati ad andare avanti seguendo una lista di priorità. E invece Soul ci ricorda quanto sia importante apprezzare le piccole cose, gustare un pezzo di pizza per strada con gli amici, piccolezze che, mai come adesso, appaiono essenziali».
Mentre Soul è pronto per il debutto nella capitale, è da poco disponibile su Disney +, L’unico e Insuperabile Ivan, ibrido di live-action e CGI, basato sul libro di Katherine Applegate (Mondadori) e diretto da Thea Sharrock. Anche qui tema impegnativo. Chiuso nella gabbia di un centro commerciale, senza aver mai potuto assaporare l’esistenza nella giungla dove è stato catturato bambino, il gorilla Ivan entra in crisi quando incontra l’elefantina Ruby, separata dalla famiglia con cui viveva in libertà. La vicenda è ispirata alla storia vera di un gorilla che ha vissuto per 27 anni in una vetrina di Tacoma, nello Stato di Washington, in attesa di essere trasferito in un’area protetta. Non c’è bisogno di essere animalisti per scandalizzarsi: «L’autrice del libro – dice Angelina Jolie, nella doppia veste di produttrice e doppiatrice dell’elefantessa Stella – è entrata nella mente di Ivan, analizzando il modo in cui gli umani lo vedono e ciò che essi si aspettano dagli animali. Ivan parla a tutti noi di vita e di libertà».
La potenza emotiva del protagonista deriva, secondo Sam Rockwell, voce del gorilla nella versione originale, dalla «sindrome da stress post-traumatico, legata alle esperienze vissute nella jungla, dove Ivan ha assistito all’uccisione di suo padre e sua sorella». Insomma, se non si trattasse di un enorme scimmione, verrebbe voglia di immaginare un sequel a base di sedute psicanalitiche: «I miei ragazzi – racconta Jolie – hanno letto il libro e lo hanno molto apprezzato. Ne abbiamo parlato a lungo, le ultime generazioni hanno capito benissimo quello che oggi sta accadendo agli animali nel mondo, e sono importanti le storie in cui le loro azioni riescono a provocare cambiamenti. Anche se è molto divertente, il film ha significati seri e scopi importanti». D’altra parte, confessa Jolie, che via Zoom appare in tunica grigia con la silhouette di un elefantino sullo sfondo, lo scambio con i più piccoli è sempre fruttuoso: «La mia creatività sta fondamentalmente nel rapporto con i figli. Inventare storie per loro e guardarli crescere è come osservare un altro mondo, dove tutto è da imparare».