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 2020  settembre 17 Giovedì calendario

Intervista a Flavio Briatore

Flavio Briatore, come sta dopo tre settimane di Covid e due tamponi negativi?
«Bene, ho appena fatto quasi cinque chilometri di camminata e ho ripreso il lavoro normale di prima».
Che sintomi ha avuto?
«L’anno scorso, con la polmonite, ero stato molto peggio. Ora, a parte la prostatite per cui ero entrato in ospedale, ho avuto solo due giorni di febbre a 38. Ma so che non va a tutti così. Paura non ne ho avuta. Credo al destino: il momento o arriva o no e io ero al San Raffaele di Milano, un centro di eccellenza. Mi sono messo tranquillo e quello che mi davano prendevo».
Come è stata la quarantena da Daniela Santanchè?
«Leggevo giornali, telefonavo, stavo alla tv. Sono state brutte la solitudine e l’impossibilità di vedere mio figlio».
Era annoverato fra i negazionisti del virus. Lo era?
«Ho solo dato ragione al dottor Alberto Zangrillo quando diceva che il virus era clinicamente inesistente, non che non esistesse più. Oggi i medici lo conoscono e trattano meglio. Infatti, l’ho preso e ne ho avuto conferma».
Come stanno i dipendenti del Billionaire?
«Bene, l’80% era asintomatico e il ragazzo con problemi polmonari gravi sta uscendo dalla terapia intensiva. I positivi, comunque, erano 30, non 100 come ho letto».
Poteva smentire.
«Sarebbe stato inutile: il caso Sardegna è stato un attacco mediatico orchestrato politicamente e il Billionarie è stato strumentalizzato perché noto in tutto il mondo. Il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia zero: solo le discoteche di destra avevano il virus, quelle di sinistra no».
«Attacco politico e mediatico» sono le parole del governatore Christian Solinas.
«Certo: hanno attaccato un governatore di destra, che però aveva una Regione Covid free, ha chiesto il test di negatività per chi entrava e non gliel’hanno concesso. L’isola ha avuto dieci milioni di turisti e 1.300 positivi ed è apparsa come il focolaio dei focolai, ma il virus è arrivato coi ragazzi sbarcati da Ibiza e Grecia senza controlli».
Col senno di poi, lei cosa ha sbagliato coi dipendenti?
«Ne ho mille nel mondo. Io che colpa ho e loro che colpa hanno se lavoriamo? Devo licenziarli? A Londra, a Montecarlo, siamo stati sempre aperti. Mi devo scusare perché do lavoro? È una follia».
Allora, cosa non ha funzionato? Lei aveva programmato solo cena e spettacolo. Poi, è arrivato il via libera della Regione al ballo. Era meglio non ballare?
La sfida a calcio
La partitella con Mihajlovic? Ho giocato un minuto e mi hanno fatto fare gol per finta
«Non discuto la norma. I miei manager hanno fissato la capienza con le autorità e i contagi ci sono stati anche in Emilia, Toscana, Puglia...».
Insomma, il governo neanche doveva fermare le danze, il 17 agosto?
«Dico questo: se le discoteche non aprivano, dove andavano i ragazzi? In spiaggia e nelle case con la distanza di un centimetro e mezzo».
Sul «Corriere» Antonio Polito ha descritto un’Italia divisa fra negazionisti di destra e prudenti di sinistra.
«Bisogna usare mascherine eccetera, ma far ripartire l’economia. Dare i bollettini ogni giorno spaventa e distrae da disoccupazione, ritardi nell’erogare i sussidi e incapacità del governo. In Francia hanno ridotto la quarantena a sette giorni e vedo che funziona. In Italia i 10 giorni mi sembrano una buona idea».
Quest’estate ha annunciato petizioni per chiedere i danni al governo e ha paventato una manifestazione sotto Palazzo Chigi se non arrivano contributi a fondo perduto. Farà il capopolo?
«Se non riprendiamo a produrre, se non c’è una visione politica a vent’anni, se non si investe su ricerca e sviluppo ma si fa solo assistenzialismo, qualcosa dovremo fare. Io non lancio il sasso e tiro via la mano. Poi, devo pensarci, visto l’odio scatenato dal mio ricovero. Hanno parlato pure di “giustizia divina”».
È stato l’assessore bolognese Pd Claudio Mazzanti.
«Ai poveracci non bisogna neanche rispondere».
Per il governatore campano Vincenzo De Luca lei ha la prostatite nei polmoni.
«Lui ha la prostatite 50 centimetri più su dei polmoni».
Ha sentito Berlusconi?
«Non ancora».
Alla fine, si sente di chiedere scusa per qualcosa?
«A chi? Perché? Dovrebbe essere il governo a chiedere scusa a noi imprenditori».
Si è pentito della partitella con Sinisa Mihajlovic?
«Ero lì per caso, ho giocato per un minuto e mi hanno fatto fare un gol per finta. Fine. Anzi no: ora, Sinisa mi vuole titolare al Bologna».