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 2020  settembre 17 Giovedì calendario

Un articolo di Johm Elkann

Guardare alle persone implica confrontarsi con una realtà magmatica, ricca di sfumature e di visioni contrastanti, non di rado contraddittorie. Qui sta forse l’aspetto più interessante, oltre che sorprendente del libro. Ciò che resta dopo una vita di trattative e di affari conclusi sui tavoli negoziali di tutto il mondo è un’unica grande certezza: che non esiste una sola realtà. Ciascuno ha la sua prospettiva ed è portatore di una sua verità.
Il senso di questo libro è racchiuso qui: se vuoi capire davvero come stanno le cose, devi osservarle da vari angoli. Ognuno di questi diversi punti di vista illuminerà un pezzo di realtà, che a prima vista ti era sfuggita.
È il “metodo Rashomon”, o relativismo prospettico, codificato da Fresco sin dagli albori della sua carriera e praticato ogni giorno nella sua vita, di lavoro e non solo. Cosa c’entri il maestro del cinema giapponese Kurosawa con Paolo Fresco, amico fraterno del Paolo Villaggio di Fantozzi, lo scoprirà il lettore. A me qui interessa sottolineare due punti che ritengo interessanti, particolarmente per l’edizione italiana di questo libro.
In primo luogo penso che la carriera di “Mr Globalization” rappresenti il successo di un italiano che per tutta la sua vita ha saputo coltivare la curiosità e l’apertura verso il mondo, mettendo a frutto il suo talento non meno che le sue radici.
Un patrimonio di sensibilità e di cultura che Fresco – un po’ Machiavelli e un po’ Marco Polo – ha saputo usare di volta in volta con maestria, quale che fosse l’obiettivo: sbrogliare matasse negoziali grazie a sottili intuizioni psicologiche, inventare soluzioni attraverso colpi di scena inattesi, o al contrario costruire con pazienza certosina quella convergenza di interessi che si chiama affare.
Partito dall’Italia e all’Italia ritornato, Fresco ha dimostrato che l’attaccamento nazionale non deve far rima necessariamente con visione provinciale, e che sostenere la causa della globalizzazione non comporta affatto la mortificazione della dimensione locale. Chiunque abbia scelto di lavorare e di vivere a contatto con culture diverse dalla propria, per raccogliere sfide di portata mondiale, troverà nell’esempio di Paolo Fresco un’utile fonte d’ispirazione oltre che alcuni spunti di riflessione.
In un momento storico in cui le appartenenze d’origine sembrano tracciare solchi invalicabili e intrappolare le persone nei loro destini, fa bene Fresco a ricordarci che «La tua patria non è il luogo dove sei nato, ma dove sei fiorito».
Cultura, preparazione, talento, tenacia e determinazione sono risorse necessarie quando si ricoprono posizioni di responsabilità. Eppure non bastano: quando pensiamo di aver tutto sotto controllo, la vita si incarica di rimescolare all’improvviso le carte, quando non di ribaltare persino il tavolo.
Sono i momenti in cui non è possibile essere preparati: bisogna invece essere pronti, interpretando il proprio ruolo fino in fondo, senza paura e senza arretrare davanti alle difficoltà. Nella mia esperienza, ho visto – purtroppo o per fortuna – un certo numero di queste situazioni. Non sono certo esperienze che ti auguri di vivere spesso, ma quando ne sei fuori ne capisci l’importanza. Sono momenti preziosi perché capaci di formare il carattere e di rivelare l’essenza di ciascuno. Paolo Fresco è stato protagonista di alcuni di questi momenti, e ha saputo uscirne a testa alta, dando un contributo decisivo.
Se FIAT ha potuto creare a un gruppo straordinario come FCA, che oggi si appresta – attraverso un’ulteriore evoluzione – a dare vita a una delle più grandi realtà automobilistiche del mondo, lo deve anche a tutti coloro che nelle diverse situazioni hanno saputo fare la loro parte fino in fondo. Paolo Fresco è uno di essi.
E ha ragione quando riconosce che i conflitti vissuti vent’anni fa, agli occhi dell’uomo maturo rivelano oggi una natura diversa. Non certo una lotta tra bene e male, piuttosto la manifestazione di prospettive e personalità diverse: dinamiche conflittuali che appartengono alla natura delle cose e degli uomini, dove ognuno cerca di difendere le proprie idee.
Rashomon, dunque.
È questo il messaggio che “Mr Globalization” ci affida e che possiamo mettere in pratica nella vita di ogni giorno.
introduzione a “Mr Globalization”, di Paolo Fresco (con Enrico Dal Buono), La Nave di Teseo, 2020