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 2020  settembre 14 Lunedì calendario

Gradi al femminile nell’esercito tedesco

La Bundeswehr, l’esercito federale tedesco, si appresta a declinare al femminile i suoi gradi gerarchici e intanto pensa all’introduzione di quote rosa nei ranghi. Discussa e avviata in una riunione segreta in luglio, la proposta di introdurre gradi differenziati per genere sarà presentata la prossima settimana alla ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer, che aveva sollecitato la modifica. Secondo le prime indiscrezioni, in futuro nel caso di una donna non si dirà più Major bensì Majorin, Leutenant diventerà Leutenantin e General sarà Generalin. Ancora, a una Feldwebel, sergente, ci si dovrà rivolgere con il termine Feldwebelin. La riforma riguarderà anche la Marina, dove un nostromo donna, finora chiamata Frau Bootsmann, sarà più semplicemente una Bootsfrau. Ma quella che si vuole come modernizzazione di un linguaggio arcaico e tutto al maschile si scontra con le critiche sia da parte della truppa che della politica. Sorpresa: a sollevarle non sono tanto gli uomini quanto le donne. Tant’è. Già nel 2018, al tempo in cui responsabile della Difesa era Ursula von der Leyen, poi trasmigrata al vertice della Ue, la proposta era stata messa da parte perché tutti i sondaggi interni all’esercito avevano rivelato che la maggioranza delle donne in servizio erano contrarie ai gradi al femminile. Due anni dopo, Kramp-Karrenbauer ha rotto gli indugi, ma le resistenze rimangono. «Quando parlo con le soldatesse della Bundeswehr – spiega la deputata Siemtje Moeller, portavoce per i temi della Difesa nel gruppo Spd al Bundestag – si lamentano non dei gradi al maschile, ma della scarsità di attrezzatura da combattimento, come giubbotti antiproiettile, stivali e perfino di divise della misura giusta». È un fatto che da anni la Bundeswehr è sottofinanziata e si trova in condizioni disastrose: oltre a penuria di stivali, equipaggiamenti, pistole e fucili, metà dei carri armati fuori uso, elicotteri che non volano, aerei obsoleti, navi e sottomarini che non possono prendere il mare. Celebre l’aneddoto che a una esercitazione della Nato in Norvegia, i soldati tedeschi si presentarono con manici di scopa al posto dei fucili. Intervistata dalla Bild Zeitung, una Oberleutenant (in futuro Oberleutenantin) si esprime contro la riforma: «Il cambio dei gradi al femminile – dice Wiebke Hönicke, 27 anni – per me non ha nulla a che fare col femminismo o la parità di genere. Anzi, rischia di introdurre nuove distinzioni e danneggiare l’integrazione. Parità di genere dovrebbe significare che il grado di servizio deve assicurare eguali diritti e doveri a donne e uomini». La Bundeswehr è stata uno degli ultimi eserciti europei ad aprire alle donne, nel 2000 sotto il governo rosso-verde di Schröder e Fischer. Ma vent’anni dopo la loro presenza resta limitata, appena il 12% del personale in servizio, anche se in crescita. Per questo nei giorni scorsi, Eva Högl, commissario parlamentare per le Forze Armate, ha proposto di arrivare al 30% entro breve tempo, aprendo alle donne anche le forze speciali.