Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  settembre 12 Sabato calendario

Periscopio

Io non prendo droghe. Io sono una droga. Salvador Dalì.
I politici preferiti dagli italiani sono dei miti pop, come Garibaldi. Philippe Daverio, storico dell’arte (Giancarlo Perna). Libero.

Gara a dipingere l’Italia come razzista. E allora spiegatemi perché vengono tutti qua. Francesco Storace. il Tempo.

Renzi è un illusionista. Il renzismo è la prosecuzione del berlusconismo sotto altre spoglie. Matteo sta amabilmente pattinando nella nostra patinoire domestica ma, prima o poi, prenderà una facciata. Tomaso Staiti di Cuddia, ex deputato del Msi (Giancarlo Perna). Libero.

La Lombardia, ma soprattutto Milano, se la tira oltre i suoi meriti, facendo fatica, a volte, a corrispondere alla sua fama. Però Milano è davvero tra le tre-quattro città più importanti d’Europa ed è diventata ancora più centrale da quando la Gran Bretagna è uscita dall’Unione europea. Questo significa che Milano e la Lombardia possono avere la sensazione di essere altro dal resto del Paese. Luca Doninelli, scrittore (Luca Mirenzi). Huffington Post.

Cossiga ebbe un’indole anfibia e bipolare che si potrebbe definire schizofrenica creativa. Fu cattolico e amico della massoneria, fu notabile dc e guastatore, fu moderato e fu estremista, fu liberale e fu eversivo, fu statista e fu destabilizzatore, fu tragico e fu grottesco, fu protagonista ufficiale e insieme divertito osservatore della scena politica. Marcello Veneziani. LaVerità.

Certo che ho avuto anche amori lesbici M’innamoro degli occhi, il resto viene dopo. Il fascino non c’entra con il sesso. M’innamoro di chiunque. Con le donne mi diverto di più. Non hanno il problema dell’erezione, una prova tremenda. Siamo libere, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Nei maschi il fallo è la clessidra della loro vitalità, da quando si accorgono di averlo fino alla morte. Barbara Alberti, scrittrice (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Il problema della modernizzazione dello Stato è affrontato dal «programma nazionale di riforma», presentato in Parlamento l’8 luglio scorso. Vi si può leggere che «modernizzare il Paese significa innanzitutto disporre di una pubblica amministrazione efficiente, digitalizzata, sburocratizzata, veramente al servizio dei cittadini». Bei propositi, seguiti purtroppo da ben poco: semplificazione, sblocco delle opere pubbliche, digitalizzazione, nuove assunzioni, regolamento per gli appalti. Anche su questi pochi obiettivi, non una parola su tempi, strumenti, responsabili. Nulla su come dare nuovo impulso alla macchina dello Stato, come scegliere i migliori per la funzione pubblica, come motivare il personale, come riorganizzare i metodi di lavoro, come ridare dignità alla dirigenza. Sabino Cassese. Corsera.

Con la vicenda Autostrade stiamo dando un segnale molto pericoloso a danno dell’economia italiana: non venite qui a investire, perché rischiate di essere messi alla porta. Era già successo a Taranto. E questo profilo di Paese inaffidabile lo si paga anche a livello politico. Non a caso i paesi frugali europei non vogliono che i fondi vadano all’Italia. Andrea Illy, industriale (Giuseppe Bottero). La Stampa.
Il dado non fa male. La «sindrome del ristorante cinese» non ha fondamento. Il glutammato di sodio è un prodotto di decomposizione delle proteine presente anche nel parmigiano. La differenza di sapore fra un grana di 36 mesi e uno di 18 è tutta qui. Dario Bressanini, dietologo (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Arturo Diaconale, componente del cda Rai, mi dice che gli «piacciono molte mie proposte», mi confida, sul finire della mia esperienza in Rai. Quindi? «Sì, ma non mi piace il metodo, insomma siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Acqua passata, Arturo, che c’entra adesso? «Niente, però ci tenevo che tu lo sapessi». «Ma che cosa devo sapere?». «Che io le cose te le dico in faccia e che manovre e manovrette non mi piacciono». Quindi? «Quindi a posto così». E se ne andò con un sorriso che non sorrideva. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.

L’Avvocato Agnelli telefonava alle 6 e mezza del mattino e chiedeva di mio marito, che chiamava con il suo soprannome, Pèpolo. Lo ammirava e un po’ lo invidiava: aveva avuto l’età giusta per fare la guerra di Spagna, mentre Gianni era troppo giovane. Mio marito in Spagna combattè nell’aviazione. L’Italia aveva dato il suo supporto e mio marito si trovò a far parte della Squadra dei caccia, la Cucaracha. Volavano su Fiat CR42: scatolette di legno, bussola con l’acqua per indicare il Nord, l’anemometro per segnalare la velocità. Marida Recchi, 102 anni (Aldo Cazzullo). Corsera.

Io non condivisi l’espulsione di Severino dalla Università Cattolica anche perché era una grande perdita per l’università. Ma c’era una disciplina e lo stesso Severino ne era consapevole. Bontadini si prodigò per trovargli un ruolo in un’altra università. Per caso fui io a favorire il suo ingresso all’Università di Venezia. Enrico Castelli mi propose di insegnare alla Ca’ Foscari dove stava per nascere la facoltà di Lettere e Filosofia. Ero da poco ordinario a Genova e declinai l’offerta. Ma dissi che Severino probabilmente sarebbe stato disponibile. Incontrai Vittore Branca, incaricato di far partire la facoltà, e gli raccontai la vicenda dell’espulsione. Branca mi chiese se era bravo come si diceva. Gli risposi che non era un professore di filosofia, ma un filosofo. Fu così che nel 1970 Severino poté approdare a Venezia. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Cervantes, l’inventore di Don Chisciotte, si sentiva un figlio di un’altra epoca, un sopravvissuto del secolo precedente. Aveva combattuto a Lepanto, la madre di tutte la battaglie per la cristianità, aveva sognato che Filippo II diventasse una specie di nuovo Goffredo di Buglione partendo alla riconquista di Gerusalemme. Ma poi si rese conto che quel sistema era tramontato. Francisco Rico, massimo esperto di Cervantes. Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.

Nella stanza da pranzo, dove il crepuscolo di aprile entrava dalla finestra, cominciò allora il pianto delle donne e l’enorme, assurdo, chiacchiericcio dei dolenti. L’Adalgisa chiuse mezzo portone, e di lì a poco, i passanti si fermarono a leggere un annuncio listato a lutto. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 19

Lo sport fa bene alla salute di chi già ce l’ha. Roberto Gervaso.