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 2020  settembre 12 Sabato calendario

In morte di Roberto Finzi

Il suo ultimo libro è un curioso e appassionante dialogo tra nonno e nipote che si interrogano su Cosa hanno mai fatto gli ebrei? (questo il titolo), uscito per Einaudi Ragazzi l’anno scorso. Proprio per rispondere alla domanda della nipote Sofia che chiede al nonno, grande studioso e autore di libri e articoli, in Italia e all’estero, «per quale motivo in tanti li odiassero a tal punto da permettere che fossero perseguitati», questo libricino guida in poco più di 150 pagine la ragazzina – e con lei tutti noi — in un viaggio attraverso la Storia per capire l’origine e il significato dell’antisemitismo e di un odio tanto antico e mai sopito. Sì perché Roberto Finzi, scomparso a Bologna a 79 anni – a darne la notizia proprio la nipote Sofia – negli ultimi decenni si è occupato soprattutto di persecuzione contro gli ebrei in Italia e di “questione antisemita”: non ebraica, la «questione ebraica non esiste, sono gli antisemiti che l’hanno creata», sostiene nel suo saggio più recente che si intitola Breve storia della questione antisemita, pubblicato da Bompiani sempre nel 2019.
Non solo antisemitismo, però. Nella sua lunga carriera è stato anche insegnante, alle scuole medie e superiori prima e all’università poi, dove ha tenuto le cattedre di Storia economica, Storia del pensiero economico e Storia sociale tra gli atenei di Bologna, Ferrara e Trieste. Nato a Sansepolcro (Arezzo) nel 1941, Roberto Finzi ha spaziato dalla storia dell’agricoltura e delle condizioni di vita nelle campagne tra il XVII e il XX secolo alla storia del pensiero economico – in particolare nel Settecento – e del movimento socialista. Ed è stato uno studioso attento anche dei pregiudizi e delle discriminazioni. Per esempio, nei confronti delle donne. Come denuncia nel saggio Il maschio sgomento. Una postilla sulla questione femminile (Bompiani, 2018). Oltre che in Italia, dove i suoi lavori sono stati pubblicati da alcune tra le maggiori case editrici e apparsi in numerose riviste, Finzi è stato tradotto molto anche all’estero: negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia, Spagna, sino all’Argentina, il Brasile, la Cina o il Giappone. È stato inoltre tra i fondatori dei periodici Storia del pensiero economico e Passato e presente, la rivista di storia contemporanea che, da quando è nata agli inizi degli anni ’80, ha cambiato più volte pelle ed editore.