La Stampa, 12 settembre 2020
Le bufale della Storia smascherate con la biochimica
Le tecniche in stile Csi (la famosa serie di telefilm sulla scienza forense d’avanguardia) possono essere applicate alla storia e alla letteratura, per scoprire fatti del tutto nuovi o per confermare sospetti finora indimostrati oppure, al contrario, per smentire affermazioni riportate con assoluta certezza dagli specialisti ma che non reggono alla prova dei fatti.
Facendo, di volta in volta, un po’ tutte queste cose, un biochimico italiano, Pier Giorgio Righetti, ha scoperto che Stalin assumeva sali di litio nelle esatte dosi prescritte per curare il disturbo bipolare, la paranoia e la depressione. Righetti, inoltre, con la sua metodologia «Eva» (validata da riviste scientifiche internazionali) ha svelato particolari sconosciuti sulla salute e sulla morte di Bulgakov, di Checov e di Orwell. Ha dimostrato che Keplero praticava l’alchimia (sulle sue carte personali abbondano i resti di elementi alchemici usati per le trasmutazioni). Ancora, Righetti ha individuato i medicinali che Casanova usava per curarsi la gonorrea; e lo scienziato italiano ha pure scoperto che molte presunte vittime della peste dei Promessi sposi sono decedute, in realtà, per colpa di un’epidemia di carbonchio (antrace), coeva e sovrapposta a quella di peste ma del tutto ignorata dagli storici e dagli epidemiologi fino alle analisi chimiche dello stesso Righetti.
Il più recente di tali contributi, quello relativo a Stalin, è stato validato e pubblicato pochi giorni fa dalla rivista scientifica internazionale Analytical and Bioanalytical Chemistry, con un articolo firmato assieme al collega russo-israeliano Gleb Zilberstein. Racconta Righetti: «Abbiamo analizzato un romanzo di Aleksej Tolstoj su Ivan il Terribile proveniente dalla biblioteca personale di Staline. Il volume è stato letto e maneggiato dal dittatore nel 1942, e lo sappiamo perché reca numerose annotazioni scritte di suo pugno e riferite a fatti di quell’anno. Con la tecnica "Eva" abbiamo catturato sui fogli tracce di saliva e sudore e così abbiamo scoperto che Stalin era curato (segretamente) con sali di litio per bipolarismo, paranoia e depressione. I suoi medici non hanno mai voluto o potuto parlarne, perché venivano fucilati, e per lo stesso motivo non sono state conservate cartelle cliniche».
Righetti riferisce pure un aneddoto: «Uno dei revisori dell’articolo si opponeva alla pubblicazione perché, a suo dire, l’uso dei sali di litio contro la depressione è cominciato solo nel 1949 e quindi era impossibile nel 1942. Ma l’ho smentito, dimostrando che già negli Anni 30 la bibita SevenUp vantava un effetto "up" proprio perché conteneva, e lo scriveva negli ingredienti, sali di litio. Oggi nella SevenUp non ne mettono più, ma il loro effetto era già notissimo nel 1942».
Diverse rivelazioni di Righetti e Zilberstein hanno suscitato polemiche (poi soffocate dalle prove); per esempio, molti scienziati hanno trovato inaccettabile arrendersi all’evidenza che Keplero si dedicava anche all’alchimia; eppure la sue carte sono piene di tracce dei cinque elementi alchemici, in particolare gli incartamenti del periodo in cui l’astronomo è stato ospite a Praga del re occultista Rodolfo II. Forse Keplero non credeva nell’alchimia, se ne sarà occupato solo per compiacere il sovrano, ma che cosa non si fa per mangiare…
Su Bulgakov c’è stata resistenza, da parte dei biografi, ad ammettere che era morfinomane (d’altra parte non per vizio, ma per curare dolori cronici); nel caso di Orwell sono entrate in gioco le impronte digitali: è stato trovato il bacillo della tubercolosi «in tre punti di una lettera battuta a macchina, cioè in corrispondenza della firma, unica parte scritta a mano, e sui due angoli in alto, là dove un foglio viene toccato per estrarlo dal rullo».
Un altro intreccio fra letteratura e chimica: «Casanova - dice Righetti – ha sofferto di gonorrea, ma non si sapeva come si curasse. Nel manoscritto delle sue memorie abbiamo individuato solfuro di mercurio, che all’epoca era considerato un medicinale, valido anche contro la gonorrea, benché oggi sia classificato come veleno».
Eh già, il mondo cambia e la biochimica si evolve.