Corriere della Sera, 11 settembre 2020
Abbracciare gli alberi fa bene alla salute
No, non siamo in Giappone, nella zona montagnosa della foresta vergine di Shirakami-Sanchi, ma questo posto lo ricorda. E, da pochissimo, anche nello spirito. Ci troviamo in Trentino, a Fai della Paganella, in un bosco ricco quanto quello giapponese di faggi, alberi «miracolosi», intorno ai quali è diventato salutare abbracciarli, respirarli e passeggiare.
Cosa sta accadendo? «Alcuni studi hanno messo in evidenza come delle sostanze volatili aromatiche, prodotte dalle foglie degli alberi, riescono ad aumentare la funzionalità delle cellule naturali-killer del nostro sistema immunitario», osserva Marco Nieri, 63enne bolognese, esperto in salute dell’habitat, oltre che referente italiano e trainer del Forest Therapy Institute, sede in Portogallo.
Ma Nieri è soprattutto colui che, negli ultimi due anni, ha trasformato, insieme all’agronomo Marco Mencaglia, il concetto di Forest bathing – espressione che si ispira alla giapponese Shinrin Yoku, ovvero Bagno di foresta —, in un parco terapeutico nel cuore delle Dolomiti, il Parco del respiro, a Fai della Paganella. «Su un’area di quaranta ettari, abbiamo selezionato alcuni sentieri – destinati a cinque attività —, attraverso i quali è possibile inalare le migliori sostanze aromatiche volatili rilasciate dalle foglie degli alberi, come faggi, pini ed abeti», spiega il coautore (con Mencaglia) de «La terapia segreta degli alberi».
Tutto sta a non perdere di vista (e soprattutto di olfatto) Monoterpeni e Fitoncidi, sostanze aromatiche ed olii essenziali rilasciati dalle foglie e dal legno dei faggi, dalle proprietà antiossidanti e immunitarie. «Inoltre, alcune piante riescono ad emettere campi elettromagnetici favorevoli al nostro organismo, standocene anche a dieci, quindici metri di distanza; così come, questi boschi sono aree molto ricche di ioni negativi, soprattutto in prossimità di un corso d’acqua, e assimilabili soltanto respirando».
Nel Parco del respiro, tra le cinque attività della passeggiata nel bosco di Fai della Paganella («Da svolgere possibilmente al mattino, prima delle 9, o nel primo pomeriggio, e per un massimo di 15-16 partecipanti, in modo da essere tutti quanti in connessione con la natura»), oltre a quelle della Bioenergetic landscapes, Therapeutic landscapes, Ioni negativi e Tree hugging, la parte del leone la fa, soprattutto in questo periodo, tra settembre e ottobre, il Forest bathing, lungo il Sentiero dei Reti, tra abete rosso e pino silvestre, oppure, quello di Acqua e Faggi, che prosegue verso Nord fino alla confluenza di due ruscelli.
Il resto è tutto merito della luce, sottolinea Nieri: «Davvero sorprendente nel primo periodo autunnale: mai forte né cupa, ma filtrata dalle tante piccole foglie della faggeta che regala al sottobosco un colore verde, unico, e che tutto il mondo ci invidia». Giappone compreso.