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 2020  settembre 11 Venerdì calendario

Periscopio

Per carità, già è difficile a tenere dietro ai doveri, se ci mettiamo a tener dietro ai diritti non si finisce più. Walter Siti, Scuola di nudo. Rizzoli, 2014.
Abbiamo un governo tanto fortunato, quanto poco capace. Alberto Brambilla, economista, la Stampa.

Oltre il cervello c’è una coscienza che solo in parte dipende dalle reti neurali. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli), la Repubblica.

Mi è rimasto impresso, purtroppo, il finale del post del filosofo del linguaggio Raffaele Simone: «Come c’è un giudice a Berlino, così c’è un Covid-19 anche per i potenti e i prepotenti». Secoli di primato della ragione mandati in fumo dalla presunzione di attribuire a una pandemia che ha seminato il lutto in migliaia di case una funzione purificatrice. Il coronavirus come contagio morale che seleziona i cattivi da togliere di mezzo. È proprio vero che l’odio ha questo di orribile: riesce a renderci peggiori di coloro che odiamo. Massimo Gramellini, Corsera.

Dopo tante battaglie l’esternatore Cossiga smise di esternare, preferì chiudersi nel silenzio, murandosi nel suo nuraghe interiore. Scrisse nel suo ultimo libro: «Io ero già morto ma la gente non se ne era accorta». E invece dieci anni dopo c’è chi avverte la sua mancanza. Ci vorrebbe un Cossiga… Marcello Veneziani. La Verità.

Conclusa l’esperienza di Palazzo Chigi, Claudio Velardi scoprì di averne fino sopra i capelli del partito, di D’Alema, delle ottusità della sinistra e che il vasto mondo offriva di meglio. Uscì da tutto, si reinventò lobbista, e smise di votare per quasi tre lustri. Ha rimesso la scheda nell’urna alle europee 2014 e solo per sostenere Renzi, il suo nuovo amore politico sbocciato quando vide il fiorentino sbaraccare il Pd da impiastri come Bersani, D’Alema, Fassina e intenzionato a fare altrettanto con l’Italia semi stecchita degli ultimi decenni. Giancarlo Perna. Libero.

Sono nato il 3 settembre 1939, alle 7 del mattino. Alle 11 la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania di Hitler e alle 17 la Francia fece altrettanto. Ma fin da subito c’era il segno della Provvidenza. Perché il mio arrivo consentì a mio padre di non essere chiamato al fronte in quanto padre di cinque figli. Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan), la Verità.

In fondo sono passati solo pochi anni da quando la Lega Nord se l’era dato come obiettivo programmatico. Non era un disegno sconnesso dalla realtà. C’erano (sebbene io non le sentissi mie) delle ragioni. Una era fondamentale, ed è rimasta: il potere politico della Lombardia continua a essere di gran lunga inferiore alla forza economica che esprime. Luca Doninelli, scrittore (Luca Mirenzi), Huffington Post.

La moglie di Romiti era una delle mie migliori amiche. Ma la prima volta che Cesare venne a casa nostra feci una gaffe. Preparai in suo onore la fonduta con il tartufo; lui detestava sia i formaggi, sia il tartufo. Così gli preparai due uova strapazzate. Marida Recchi, 102 anni (Aldo Cazzullo). Corsera.

I sali sono, più o meno, tutti uguali. Di sicuro, quello rosa dell’Himalaya, prodotto non dai nepalesi ma dai pakistani, non contiene affatto gli 84 elementi preziosi che gli vengono attribuiti. E meno male, altrimenti sarebbe tossico. Quanto alla colorazione, è data dall’ossido di ferro che si deposita nelle miniere. Ruggine, per capirci. Dario Bressanini, dietologo (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Nel Sessanotto, più che alla politica ero interessato all’avanguardia. Ho vissuto quella stagione con una curiosità intellettuale che ha finito per produrre numerosi ricordi e oggi è difficile per me isolare l’impegno dall’entusiasmo per le novità artistiche. Anche perché quel periodo ha liberato idee tra le più diverse, che hanno resistito per anni, anche quando poi mi sono trasferito a Roma. Ricordo quella volta che Gino De Dominicis doveva girare un video: l’arte sparisce e dunque bisogna filmarla. Andammo sul Lungotevere. Gino voleva riprendere decine di colombe che dal fiume volassero in cielo. Un alto significato alchemico: il pesce che diventa uccello. Peccato che le ali delle colombe, appesantite dall’acqua, impedirono quel vagheggiato volo iniziatico e il fiume finì per riempirsi di uccelli bianchi. Per la cronaca: li salvammo tutti. Flavio Caroli, storico dell’arte (Roberta Scorranese). Corsera.

I medici sono persone, sono state chiamate da certa informazione a caccia non di notizie serie, ma di qualsiasi cosa. Ma i medici non sono più vanitosi dei giornalisti che vanno nei talk show. Anzi, loro perché ci vanno? Perché un giornalista va in uno di quegli orridi talk show? Per vanità. Accetta pur sapendo che dirà qualcosa che verrà sotterrato dalle stupidaggini degli altri. Ci va per farsi vedere. Ma stai a casa tua, studia, vai con l’amante, fai qualcosa di divertente, impara il tango, non andare in tv. Natalia Aspesi (Arnaldo Greco). Linkiesta.

Renato Pozzetto, 80 anni, vive quasi sempre sul Lago Maggiore, «ho aperto la Locanda Pozzetto, si mangia benissimo e c’è una gran vista». Ma non si è ritirato: a giorni inizierà le riprese di Lei mi parla ancora, di Pupi Avati, dall’autobiografia di Giuseppe Sgarbi, padre di Elisabetta e Vittorio. Luigi Bolognini. la Repubblica.

Ho affermato che «il matrimonio è un’istituzione basata sulle corna». Era una battuta. Però vera. Ho sposato Amedeo Pagani due volte: a Londra per far felice mio padre e nell’abbazia di Casamari per soddisfare sua madre, dopo un fidanzamento con 300 invitati alla Casina Valadier, dove mi presentai rapata a zero. Era bellissimo. A 18 anni si vestiva dal sarto. Veniva ai cortei studenteschi in giacca e cravatta di seta e mi diceva: «Sta’ vicino a me, così la polizia non ti mena perché mi scambia per un fascista». Oggi lo considero il mio maestro. Barbara Alberti, scrittrice (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Alla fin fine, tutto questo apparato psicanalitico di lettino e bloc-notes, di mugugni di approvazione che fanno star bene il paziente, di libri fascinosi e di meno poetiche parcelle; questo macchinario poderoso ed elegiaco, questa spremitura di menti sublimi alla fin fine ha prodotto un placebo zuccherino, una cura omeopatica sciapa. Renato Farina, Libero.

Ho fatto le magistrali perché era il liceo dei poveri. E durava un anno in meno: così avrei potuto lavorare prima. Purtroppo ho grandi lacune. Ho anche dato tutti gli esami all’università, ma non mi sono mai laureato, preferendo suonare e gozzovigliare. Francesco Guccini, cantautore (Aldo Cazzullo). Corsera.

Gli stati di grazia o di disgrazia sono il privilegio o la sventura dei folli. Roberto Gervaso.