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 2020  settembre 10 Giovedì calendario

L’Unità di Berlino cambia nome

L’Unità è scomparsa, mi dispiace quando un giornale muore. A Berlino, 3,7 milioni di abitanti, quanto Roma, escono ben sette quotidiani, la lotta per la sopravvivenza è dura. Ma a 31 anni dalla caduta del Muro, a 30 dalla riunificazione, esce ancora Neues Deutschland, il quotidiano ufficiale della Sed, il partito comunista della scomparsa Germania Est. Ora cambia nome, bastano le iniziali ND, ma in rosso. Le radici non si tagliano.
Vende per l’esattezza 19.581 copie, che non mi sembrano poche, comunque il 70% in meno rispetto al 1998. Potrebbero essere di più? In fondo, all’ultima elezione nella metropoli, la Linke, il partito erede della Sed, ha raggiunto il 15,6% con 255 mila voti, e fa parte della giunta che governa la città, insieme con i socialdemocratici e i verdi. E la Linke è al secondo o terzo posto nei Länder della ex Ddr. Alla vigilia della caduta del muro, Neues Deutschland vendeva un milione di copie, su una popolazione di 17 milioni. Ma non conta, perché la lettura era obbligatoria.

Ai vecchi tempi, L’Unità, aveva una bella pagina dall’estero, grazie ai corrispondenti sparsi nei paesi dell’Est, bravi colleghi che riuscivano a fornire notizie interessanti oltre le imposizioni del Pci, e alla censura dei paesi che li ospitavano e pagavano in gran parte le loro spese. Costavano poco. Il corrispondente da Berlino Est era una fonte di informazioni preziose, lo invitavamo a cena all’ovest, lui ovviamente poteva passare il muro, ma rifiutava sempre con qualche scusa. Riceveva appena cento Deutsche Mark capitalistici al mese, il suo stipendio in Ostmark valeva poco nel settore occidentale, e si sentiva in obbligo di restituire l’invito. Lo avevano trasferito nella Ddr dalla Cecoslovacchia, non erano piaciuti i suoi servizi durante la breve Primavera di Praga.

A Varsavia ho dormito a casa del corrispondente italiano de L’Unità, perché gli hotel erano esauriti il giorno dopo che Wojtyla divenne papa. Una notte insonne perché il frigorifero marxista faceva un rumore infernale. L’Unità non ha pagato solo la caduta del Muro. Dopo, sono stati compiuti gravi errori. Ricordo il titolo su tutta la prima pagina «Principessa perdonaci», quando Diana si schiantò a Parigi nel tunnel dell’Alma. Che colpa mai avrebbero avuto i lettori del giornale di Gramsci? Ma questo è un mio parere personale.

Neues Deutschland nacque il 23 aprile del ’46, prima delle due Germanie, con una tiratura di 400mila copie e quattro pagine. La carta era preziosa. Confesso di non averla mai letta, anche quando me la regalavano. Non trovavo mai notizie. Ricordo la copia omaggio all’inaugurazione della Fiera di Lipsia, nel marzo 1987. Ci andavo sempre perché era un’occasione per parlare con la gente senza controlli, e con i responsabili delle imprese dell’Est. Quel giorno, Neues Deutschland pubblicò ben 43 foto del compagno Erich Honecker, mi dispiace non aver conservato quella copia. Sospetto che i colleghi del quotidiano esagerarono nel culto della personalità per paradossale autoironia. E i lettori compresero.

La Ddr aveva ancora due anni di vita. Uno degli ultimi direttori fu Günther Schabowski, che il 9 novembre dell’89 si confuse nella storica conferenza stampa, e annunciò senza capirlo che il Muro era diventato superfluo, Hals und Beinbruch agli irriducibili redattori di ND. Letteralmente, è un augurio che si rompano il collo e le gambe, ma equivale all’italiano in bocca al lupo.