Il Messaggero, 10 settembre 2020
Navarretta entra alla Consulta
OMA Un’altra donna alla Corte costituzionale. Il capo dello Stato ha scelto Emanuela Navarretta, docente, civilista esperta di diritti umani. La decisione arriva a cinque giorni dalla scadenza del mandato di Marta Cartabia, la prima donna nella storia a ricoprire la carica di presidente della Consulta. Con questa nuova nomina è completo il collegio dei quindici giudici che mercoledì dovranno eleggere il nuovo presidente.
IL PROFILOOrdinaria di Diritto privato all’Università di Pisa, dove ha svolto tutta la sua attività accademica, Navarretta è anche vice presidente della Scuola superiore della magistratura. Ha 54 anni, è sposata, ha due figli, è originaria di Campobasso, ma vive a La Spezia. Nel 2001 ha fatto parte della Commissione legislativa per la predisposizione del Testo Unico sul trattamento dei dati personali. «Avverto un forte senso di responsabilità come cittadina, studiosa, donna e spero di poter dare un utile contributo alla Corte in qualità di civilista che, con lo sguardo rivolto alla complessità delle fonti e all’Europa, si è sempre interrogata sul ruolo dei diritti fondamentali dell’uomo nella vita delle persone», ha detto dopo la nomina, esprimendo gratitudine al Presidente della Repubblica per la fiducia accordata.
La prossima settimana, forse il 15, Navarretta presterà giuramento assieme all’altro nuovo giudice della Consulta, Antonio Buscema, eletto in sostituzione di Aldo Carosi, dai magistrati della Corte dei Conti di cui è stato presidente sino al luglio scorso. Perciò il giorno successivo il collegio al completo sceglierà il suo nuovo presidente.
PRESIDENTE DELLA CONSULTAÈ questo un tema su cui il confronto è aperto. Se si dovesse rispettare rigorosamente il criterio dell’anzianità di servizio, la scelta dovrebbe ricadere sul vice presidente Mario Morelli, eletto dalla Corte di Cassazione nel 2011. La sua sarebbe però una presidenza breve: solo 3 mesi, visto che il suo mandato scade a novembre. Non sarebbe la prima volta di una presidenza breve. Anche Giuliano Vassalli e Giovanni Conso furono al vertice della Corte costituzionale solo per tre mesi. E ancora meno di loro Vincenzo Caianiello.
A riguardo dentro la Corte convivono due anime. C’è chi ritiene che il rispetto rigoroso del criterio dell’anzianità esalti la collegialità della Corte e chi invece pensa che un vertice con una prospettiva limitata ponga un problema di funzionalità e dunque auspica una soluzione di più ampio respiro, anche in nome della maggiore visibilità acquisita dalla Corte negli ultimi tempi con la sua capacità di modernizzarsi. Se dovesse prevalere questa impostazione avrebbe maggiori chance Giancarlo Coraggio che, eletto dal Consiglio di Stato nel novembre del 2012, garantirebbe una presidenza lunga poco più di un anno. Saranno i nuovi arrivati, Navarretta e Buscema ad essere determinanti.
Proprio nel solco della modernizzazione della Consulta, in cui ha fortemente creduto Cartabia, diventa ora disponibile su smartphone e tablet una app con il logo della Corte che riporta tutte le notizie sull’attività del giudice delle leggi.
Val. Err.