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 2020  settembre 09 Mercoledì calendario

Periscopio

Se le mogli fossero buone, Dio si sarebbe già sposato. Proverbio russo.
Non mi piacciono le persone che prendono la droga... i doganieri per esempio. Mick Miller.

Della quarantena ci resteranno chili d’incubi e ricordi o solo chili. Gianni Paratici, scrittore.

Con la radicalizzazione degli schieramenti, i giornali che un tempo ti difendevano, anche se dicevi cose scomode, hanno smesso di farlo. Pure l’Ordine dei giornalisti non ti difende più. Quando D’Alema mi querelò per 3 miliardi di lire per la vignetta in cui sbianchettava la lista Mitrokin, Ezio Mauro, direttore di Repubblica, non mosse un dito per difendermi. Rischiavo che la magistratura di sinistra mi condannasse al pagamento della somma, senza copertura del giornale. Inoltre, per avere ironizzato sull’allora premier e capo dei comunisti, cominciarono a darmi del fascista e berlusconiano. Giorgio Forattini, vignettista politico (Giancarlo Perna). Libero.

Sia il dispositivo cristiano-borghese che disciplina la persona-individuo, sia quello marxista non sono più in grado di affrontare lo tsunami tecno-antropologico che ci sta investendo. Aldo Schiavone, storico (Antonio Gnoli), la Repubblica.

Il comunista odia il ricco, e va bene. Ma meno se l’abbiente lo è da generazioni e assai di più se invece esce dalle viscere stesse del popolo, come per esempio Silvio Berlusconi. Nella visione arcaica e primordiale dell’immaginario comunista, il ricco nuovo è da disprezzare, non solo perché tale ma perché ha osato distaccarsi dalla massa, vi è riuscito, e magari sostiene pure che il suo esempio possa essere seguito da altri. Suprema bestemmia per la mentalità comunista, per cui il gregge ha da restare gregge indistinto, sempre. Marco Gervasoni, storico. nicolaporro.it

Machiavelli combatté soprattutto e condannò i signori inetti e i monaci fannulloni, mentre ammirò i personaggi coraggiosi ed energici, i condottieri di eserciti che si gettavano nella mischia, i governanti che non aspettavano «il vantaggio del tempo». In una parola sostenne col Boccaccio che meglio pentirsi per aver fatto qualcosa piuttosto che non aver fatto nulla. Giuseppe Prezzolini, L’Italia finisce. Rusconi libri, 1994.

Da un professore emerito di filosofia del linguaggio come Raffaele Simone, autore e curatore di pubblicazioni importanti tra cui un dizionario di sinonimi e contrari per la Treccani, tutto mi sarei aspettato tranne il post in cui esulta per la positività al virus di Berlusconi: «Confessiamolo, chi non ha pensato: forse questa è la volta buona?». Lo confesso: in tanti non lo hanno pensato, pur avendo passato la vita a fargli le pulci con ogni mezzo lecito, a cominciare dallo sberleffo. E non, come scrive il professor Simone, «per paura che la consorteria si ritorca contro chi augura il male», quasi che la mitezza d’animo fosse una forma di scaramanzia, ma perché il labile confine che separa un essere umano da un grumo di livori rimane la sua capacità di non augurare la morte a nessuno, tantomeno a chi non gli piace. Non serve scomodare Jung per sapere che l’avversario è uno specchio che riflette le nostre parti irrisolte. Basta Giorgio Gaber: «Non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me». Massimo Gramellini, Corsera.
Il delirio della chiusura delle chiese per decreto del presidente del consiglio è ciò che ci aspetta, non ci si esce. Ci si adegua. Il mondo è irrimediabilmente cambiato e io credo che non ci sia niente da fare. Il livello profondamente negativo e mutante della globalizzazione sta arrivando e non ho parole consolatorie a riguardo. Giovanni Lindo Ferretti, dressatore di cavalli e musicista (Luca Valtorta). Repubblica.

Molti ristoranti si possono spostare sulla spiaggia o sui prati, gli agriturismi possono mettere delle tende, delle casette prefabbricate. Se avete seconde case affittatene una, rinunciate a un viaggio all’estero e spendete il vostro denaro in Italia e, più in generale proponetevi tutti di comperare il più possibile italiano, è denaro che vi ritorna in tasca in altro modo. Francesco Alberoni, sociologo. il Giornale.

Recovery Fund. A questa parola doppia sembra sia appeso il nostro presente e futuro. Gli italiani sono in gran parte convinti che sia un’espressione inglese da tradursi letteralmente «fondi per il ricovero», più popolarmente «soldi per l’ospizio». Denari che arriveranno dall’Europa per assicurarci una decorosa quiescenza nei ricoveri per anziani, case di riposo. Ospizi insomma. In realtà letteralmente significa «Fondo per il recupero», alias rilancio, ripresa, rinascita. Invece insistono: «Recovery Fund». Renato Farina. Libero.

«Non sarà mai possibile», scrisse Orwell in Omaggio alla Catalogna, «giungere a un rendiconto dettagliato e obiettivo degli avvenimenti di Barcellona, perché i documenti necessari di fatto non esistono. Gli storici non avranno nulla su cui basare il loro lavoro se non la propaganda di partito. Io stesso non possiedo altro se non ciò che ho visto con i miei occhi e le testimonianze dirette di persone che ritengo affidabili. Tutto ciò mi spaventa molto perché mi fa pensare che il concetto stesso di verità oggettiva stia lestamente scomparendo dalla faccia della terra. Dopo tutto, è più probabile che siano quelle bugie, o bugie simili, a passare alla storia (…) L’obiettivo implicito di una simile linea di pensiero è un mondo da incubo in cui un dittatore, o qualche cricca al comando, controlli non soltanto il futuro, ma anche il passato. Se il dittatore dice che questo o quell’avvenimento non è mai successo, allora, l’avvenimento non è mai successo. Se dice che due più due è uguale a cinque, beh, due più due sarà uguale a cinque. Diego Gabutti. Informazionecorretta.it

Fellini si era innamorato di Claudia Cardinale, aveva un’ossessione per la sua segretaria di edizione, la Viperetta. E poi Sandrocchia, Sandra Milo, per lui era una donna-totem. La Masina fu gelosa di Francesca Dellera e di Anna Magnani. E poi c’era Anna Giovannini, la farmacista, detta la Paciocca. Un giorno entrai nel suo negozio e sorpresi Fellini con lei. Lui mi disse: hai visto che hai dei poteri magici? E mi volle come cartomante. Marina Ceratto Boratto, autrice de La cartomante di Fellini. Baldini&Castoldi.

Battisti non cantava, all’inizio, perché si sentiva autore e basta. Però, quando faceva fare i provini ai cantanti, che avrebbero dovuto interpretare le canzoni, e lui gliele cantava, era più bravo di loro! Dovetti litigare con la Ricordi per accettarlo come interprete, ma ce l’ho fatta. Mogol (Emilia Costantini). Corsera.

La terza età ti rende più scettico, la quarta, se non ti rimbambisce, più cinico. Roberto Gervaso.