www.repubblica.it, 9 settembre 2020
Il ritorno degli scacchi
A dieci anni mi regalarono una scacchiera elettronica. Vista oggi, era un oggetto molto rudimentale ma per i tempi era fantascienza. Era piuttosto grande e sulle caselle c’erano dei piccoli led che si illuminavano ad indicare la mossa del computer. Da allora ho amato gli scacchi. Non ero solo. Gli scacchi, i soldatini e il subbuteo erano i videogame della mia generazione; solo che i soldatini sono diventati Fortnite e Call of Duty; al posto del Subbuteo c’è Fifa che è oggettivamente molto meglio (anche solo perché non devi ridipingere a mano i giocatori quando vuoi cambiare squadra); solo gli scacchi sono rimasti gli scacchi. Identici da millenni.
Pensavo che fossero destinati a un onesto, inevitabile, declino. Neanche male in fondo: le partite in strada fra anziani nelle periferie migliori, un nuovo giovane campione con cui provare ad innamorarsi di nuovo dopo l’addio di Kasparov, e qualche partita online, ogni tanto, tramite le app del telefonino. Pensavo che i videogame avessero dato scacco matto non solo al Re, ma a tutta la scacchiera. Roba da boomer. E invece viene fuori che gli scacchi stanno tornando di moda nel modo più imprevedibile. Avete presente Twitch? È la piattaforma video di Amazon dove seguire le battaglie reali dei videogamers. Ci “abitano” milioni di ragazzi. Lì, gli scacchi vanno alla grande. Il merito è in particolare di un gran maestro americano (e del lockdown, che costringendo le persone a casa, ha creato un pubblico che non c’era).
Il gran maestro si chiama Hikaro Nakamura, è nato in Giappone da una mamma americana con cui è arrivato negli Stati Uniti che aveva due anni. Oggi ne ha 32, è stato 5 volte campione Usa, nel ranking mondiale è nei primi venti, ma è il campione assoluto degli scacchi ultrarapidi, quelle partite che durano pochi minuti dove per fare una mossa hai a disposizione pochi secondi, a volte meno di uno. La svolta qualche mese fa quando è stato ingaggiato da uno dei team di Twitch e si è messo a giocare in streaming: sottofondo di musica tecno, la sua avvincente telecronaca in diretta della partita (sì, lui parla e gioca, questo sì è decisamente irrituale, ma è anche il pezzo forte dello show); e soprattutto il suo stile di gioco, coraggioso, al limite del temerario. Qualcuno dirà che non sono veri scacchi ma si sbaglia. Gli scacchi sono anche questi. La cosa stupefacente è che gli spettatori delle sua maratone live continuano a crescere: ieri sera erano quasi in ventimila, più di quelli che in quel momento seguivano i videogiochi che vanno per la maggiore. E complessivamente ha superato il mezzo milione di followers. Ormai Hikaro Nagamura non è più il solo a giocare a scacchi in streaming: è solo il più bravo. Insomma, gli scacchi sono ancora vivi, sono rispuntati lì nel mondo dei videogiochi più raffinati e costosi, e resistono, nella loro irresistibile, quasi sempre crudele, semplicità. E per ora hanno dato scacco matto al declino.