Corriere della Sera, 9 settembre 2020
Al Festival della Bellezza una donna su 21 invitati
Possiamo anche cre-dere agli organizza-tori del Festival della Bellezza in corso a Verona, «molto dispiaciuti» per le polemiche social scatenate dal loro programma di 22 appuntamenti (21, senza Philippe Daverio) di cui uno soltanto affidato a una donna, Jasmine Trinca (a onor del vero c’è pure la pianista Gloria Campaner, di supporto musicale ad Alessandro Baricco). Pos-siamo anche credere che Alessandra Zecchini (coordinamento genera-le), Alcide Marchioro (direttore artistico) e Marilisa Capuano (pro-grammazione editoriale) abbiano incassato il no di Charlotte Rampling, Ute Lemper, Jane Birkin e Patti Smith (tutte attrici e tutte straniere: davvero nes-sun’italiana nei paraggi?), «impossibilitate a parteci-pare per le problematiche relative al Covid» (Zoom e Skype non pervenuti). E crediamo anche che «mol-te altre figure femminili sono state invitate, ma non se la sono sentita di intervenire» (sottinteso: a differenza dei maschi). Quello che però è difficile credere, nell’Anno Domini 2020, è che nessuno degli eccellenti relatori (Ales-sandro Piperno, Pupi Ava-ti, Igor Sibaldi, Gianni Canova, Stefano Massini, Luca Barbareschi, il già citato Baricco, Mogol, Edoardo Bennato, Massi-mo Recalcati, Morgan, Vittorio Sgarbi, Federico Buffa, Flavio Tranquillo, Umberto Galimberti, Gioele Dix, Massimo Cacciari, Stefano Bollani, Vittorio Sgarbi, Alessio Boni, Gianni Morandi e Michele Serra) abbia avuto la curiosità di chiedere: chi altro ci sarà? Per poi decidere, magari, di emu-lare il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano che, invitato a un tavolo post Covid dall’Associazione Mecenate 90, disse: «Non partecipo a un convegno senza donne. È l’imma-gine di una rimozione di genere».