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 2020  settembre 08 Martedì calendario

Chi è Ansu Fati, l’erede di Messi

È prematuro parlare di un passaggio di consegne, però l’apparizione nazionale di Ansu Fati ha portato un po’ di sole nella tormentata Barcellona blaugrana. A poche settimane dalla disfatta col Bayern, seguite dalla travolgente crisi d’identità di Leo Messi, sono in tanti quelli che hanno pensato che il giovane africano cresciuto in Andalusia sia apparso al momento giusto per prendere il testimone da Messi, esattamente come Leo fece con Ronaldinho nel 2008.

Destini intrecciati
Il brasiliano fu messo alla porta dall’appena arrivato Pep Guardiola, Messi alla porta c’è andato da solo, salvo poi fare marcia indietro. Ma ci sono milioni di motivi per pensare che Leo il prossimo anno se ne vada. E un buon numero di motivi per pensare che Ansu Fati possa provare a seguirne il magnifico percorso. Ieri i destini dei due si sono intrecciati: in mattinata le prime pagine dei giornali erano tutte per il ragazzino, dopo la grande performance con la Spagna, nel pomeriggio una folla di fotografi e cameramen ha atteso il prodigo ritorno di Messi al centro tecnico blaugrana.

Il sindaco comunista
In Spagna si sono innamorati di questo adolescente con la faccia da bambino. Nato in Africa e portato in Andalusia dal papà, Bori Fati, quando dopo una vita decisamente avventurosa riuscì a sistemarsi in un paesino minuscolo, Marinaleda, dove fu preso a ben volere dallo storico sindaco, eletto nel 1979 e ancora in carica, Juan Manuel Sanchez Gordillo. Un comunista di vecchia data, sindacalista e deputato per tanti anni. Fu il sindaco a pagare il viaggio dalla Guinea Bissau alla Spagna ad Ansu Fati, a sua madre e a sua sorella, alla quale Ansu ha dedicato in diretta il gol segnato all’Ucraina, permettendo così ai tre di riunirsi in Andalusia al padre e all’altro fratello, anche lui calciatore ma con meno talento del piccolo di casa. Ansu ha iniziato a stupire calcisticamente molto presto, è passato rapidamente dal Siviglia e nel 2012 è arrivato al Barça.

Da Messi a Mendes
Per ora il minorenne sorride, gioca bene, segna spesso e batte record. È persino più precoce di Messi. Al quale può essere avvicinato anche per le questioni contrattuali. Nel dicembre scorso Ansu Fati si presentò negli uffici del Barça accompagnato da Rodrigo Messi. Il fratellone e agente, col padre, di Leo fece firmare al suo giovane protegé un accordo che allungava il suo contratto dal 2020 al 2022 e portava la sua clausola di rescissione da 100 a 170 milioni di euro. È già stato fissato un ulteriore salto, a 400 milioni, quando Ansu Fati firmerà il suo primo contratto come giocatore della prima squadra. Perché finora il ragazzino nato a Bissau è ancora un elemento del Barça B. Lo farà quanto prima, ma i dettagli Josep Maria Bartomeu dovrò trattarli con Jorge Mendes, sotto la cui possente ala la famiglia Fati si è accasata poche settimane fa. Per Ansu prima dell’addio (per ora scongiurato) a Leo c’è stato l’addio a Rodrigo. Bartomeu nell’ultima intervista rilasciata ha detto di aver rifiutato un’offerta molto rilevante per Ansu Fati, aggiungendolo ai 7 incedibili della sua rosa elencati poco prima. Il presidente farà bene a sbrigarsi a far firmare ad Ansu Fati il nuovo contratto.

Titolare subito
Ora tiene banco la questione tecnica. Luis Enrique non ha avuto dubbi nel dargli spazio, e sembra intenzionato a continuare su questa linea. Ernesto Valverde e Quique Setien sono andati a singhiozzo, cosa peraltro comprensibile per uno che aveva tra i 16 e i 17 anni: 11 partite di Liga da titolare più altre 13 dalla panchina (e 7 gol). A Koeman si chiede di puntare forte su Fati, di non indugiare oltre nel processo di crescita del giocatore e di rinnovamento della squadra. È possibile ipotizzare un tridente Messi-Griezmann-Fati? Per i ‘culé’ intristiti si, decisamente. Il Barça ha bisogno di sognare e cosa c’è di meglio che farlo pensando a un ragazzino prodigio?