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 2020  settembre 07 Lunedì calendario

L’odio sociale verso Elly Schlein

Non basta essere giovani, poliglotte, coraggiose. Non basta aver preso 23mila preferenze con una propria neonata lista, ed essersi guadagnate a furor di popolo la carica di vicepresidente dell’Emilia-Romagna. Nell’Italia social del 2020, ti mettono in primo piano sulla copertina di un settimanale descrivendoti come «possibile leader» di una nuova generazione di sinistra, e arriva un signore più versato per l’insulto che per l’analisi politica che non trova di meglio da commentare, a favore del suo modesto pubblico: «Ma che è, n’omo?», che battuta originale, dagli di gomito tra follower.
Non è la prima volta, né sarà purtroppo l’ultima, che sui social il commento scade a livello da spogliatoio di calcetto. Ed è già insopportabile così: ma l’episodio che ha coinvolto ieri Elly Schlein, la 35enne vice di Bonaccini alla guida dell’Emilia, presa di mira per la foto sulla copertina dell’Espresso, non è stato scatenato da un anonimo hater in cerca del suo quarto d’ora di (mediocre) notorietà. Stavolta a scatenare la polemica è stato Marco Gervasoni, professore di Storia contemporanea dell’Università del Molise, così fiero del suo acuto commento da tornarci sopra rispondendo ai follower: uno mantiene il livello scrivendo che «le più belle sono tutte nel porno, o nell’harem di qualche multimiliardario» mentre «al popolo restano le racchie ecologiste e speronamotovedette» e lui, soddisfatto, ribadisce che «a me fanno schifo e non ho nessun timore a dirlo». O ancora, a chi ricorda che Schlein ha vissuto a lungo in Svizzera, risponde allusivo «citofonare Soros», illazione che il professore saprà sicuramente dimostrare. Salvo poi, quando la polemica è scoppiata, e c’è chi chiama in causa l’università in cui insegna per chiedere una presa di posizione, uscirsene che si trattava di un «esperimento di psicologia sociale e politica»: per dimostrare che anche i «comunistelli», come chiama lui chi la pensa diversamente, gli hanno risposto tirando in ballo il suo aspetto fisico. Come avevamo fatto a non capirlo.
L’estate scorsa, quando la Luiss ha deciso di chiudere il rapporto con Gervasoni, la destra sovranista che lo ha eletto a punto di riferimento ha sbraitato per un po’ alla censura. Riferito alla nave guidata da Carola Rackete, se n’era uscito via Twitter che «Sea Watch bum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso»: affondiamola pure. Naturalmente dopo aver fatto scendere i migranti, ma questo lo ha spiegato dopo. «Il linguaggio dei social è sintetico e goliardico», si è difeso. La stessa giustificazione dei tanti leoni da tastiera senza nome. Si offende e si mette alla gogna, si insinua e magari si mette in circolo sessismo o razzismo, salvo poi nascondersi dietro la “goliardia”. Detto da un professore universitario, da chi forma i giovani, fa ancora più impressione. E il coraggio di Schlein, capace di dichiarare in pubblico di avere una fidanzata, senza timori verso quel meschino esercito di odiatori con e senza volto, si staglia ancora più interessante nel panorama della politica italiana.