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 2020  settembre 06 Domenica calendario

Intervista a Sgarbi (sul virus e Berlusconi)

Vittorio Sgarbi, ha sentito Silvio Berlusconi?
«No, però volevo andarlo a trovare il 2 settembre. Niccolò Ghedini mi disse che prima però avrei dovuto fare il tampone al San Raffaele».
L’esito è immediato?
«Due ore dopo ti danno il responso. Ero a Bassano, pronto a partire, quando mi hanno avvertito che Silvio era risultato positivo».
Lei ha mai fatto un tampone?
«No. Due volte il sierologico, per andare in tv».
Come l’ha preso, il Covid?
«Non lo capisco, visto che tutti quelli che lo avvicinano devono esibire un esame negativo».
Berlusconi contagiato fa crollare le sue teorie sul virus ?
«Ma non sono le mie teorie. Io ho seguito le tesi dei professori Zangrillo, Clementi, Gismondi, Rigoli, che affermano che la letalità è ormai quasi azzerata».
Ieri 16 morti.
«Le sembrano numeri da epidemia?».
Dall’inizio siamo a 35mila morti. Ci pensa mai?
«Ma Briatore, Zingaretti, Ascani e tantissimi altri ci dicono che dal Covid si guarisce. Mi chiedo allora perché bisogna annunciare a tutti che si è malati? Se uno contrae l’epatite C lo rivela al mondo?».
Come vive Berlusconi il ricovero?
«Male. Aveva fatto di tutto per evitare il contagio. Poi lotterà, come sempre. Siccome sa benissimo di avere molti nemici non vuole dar loro la soddisfazione di andarsene».
Da quanto tempo vi conoscete?
«Dal 1989».
Lei gli deve tutto .
«Mi fece fare “Sgarbi quotidiani”, chiedendomi soltanto di non attaccare Andrea Barbato, che conduceva la Cartolina sulla Rai.
Ma non è vero che gli devo tutto: lui dipende da me non viceversa».
In che senso?
«Sono un precursore di Berlusconi, che mi ha seguito nelle battaglie culturali. Io all’epoca ero già in Parlamento, dove attaccavo Di Pietro e difendevo Craxi, lui Di Pietro invece lo voleva ministro dell’Interno. Poi ha capito».
Perché siete diventati amici?
«Amiamo entrambi la vita. Una volta lo invitai a tenere la prolusione alla mostra “Con gli occhi di Caravaggio” al Museo diocesano a Milano. Arrivò all’ultimo, impreparato. Gli dissi due cose e fece undiscorso meglio di uno storico dell’arte. Poi mi chiese di presentargli la bionda seduta in prima fila».
Chi era?
«Vittoria Risi, la pornostar».
Zangrillo ha ammesso di avere sbagliato con la frase sul “virus clinicamente morto”. E lei, non pensa di essere stato un cattivo maestro?
«Se Zangrillo cambia idea, la cambio anch’io».
Lei ama il gesto dannunziano, ma qui la gente si ammala, muore.
«Da ragazzo avrei voluto nuotare nel Po, poi mio padre mi fece vedere i mulinelli e non mi sono mai buttato, per paura ».
Che vuol dire?
«Che le esortazioni valgono più dei divieti. La gente va al ristorante, dove si toglie la mascherina, poi una volta fuori se la rimette. Non lo trova idiota?».
Perciò da sindaco di Sutri si è spinto a proporre una multa a chi mette la mascherina all’aperto.
«A Sutri non c’è stato un solo contagiato. Più che un sindaco, io sono un patrono».
Non si protegge?
«Solo se costretto, tipo in Parlamento».
Ormai ritenuto un capofila dei negazionisti.
«Questo è vero».
Perché non è andato alla loro marcia?
«Perché non ho nulla a che spartire con Pappalardo o con Forza Nuova, loro hanno un problema ideologico, io faccio una battaglia esistenziale».
E a Sutri che dicono?
«Ho metà Paese contro . Ma verrei rieletto».
Berlusconi e Briatore malati ci dicono che forse lei non aveva ragione?
«Se Silvio dovesse peggiorare allora vorrà dire che ho sottovalutato la cosa. Mi auguro vivamente di no».