la Repubblica, 6 settembre 2020
Rapino vince il Campiello
E alla fine è stato un outsider a vincere la gara dominata dal duello tra Francesco Guccini e Patrizia Cavalli. A sorpresa, con novantadue voti, Remo Rapino ha conquistato il Premio Campiello con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio. Al secondo posto Sando Frizziero con Sommersione (Fazi). Abruzzese, 69 anni, a lungo professore di filosofia nei licei, Rapino nel suo romanzo attraversa parte della storia italiana. «Non me lo aspettavo. Sono davvero felice, e anche Liborio lo è. Questo per me è stato come un viaggio, durante il quale ho conosciuto tanti amici e provato molti sentimenti. Incontrare il candidato Guccini mi ha ricordato le canzoni dei miei vent’anni», dice lo scrittore dal palcoscenico, alle sue spalle i volti delusi del cantautore e della poetessa. Nel libro (minimum fax), già tra i dodici titoli selezionati per lo Strega, si entra nella biografia di un uomo considerato il matto del Paese, ma che ha alle spalle un’esistenza segnata dalla fabbrica, dal manicomio e dalla crudeltà della guerra. Per la prima volta la cerimonia, condotta da Cristina Parodi e dedicata alla memoria di Philippe Daverio, si è tenuta all’aperto in piazza San Marco, davanti a un pubblico di 1400 invitati. «Essere qui non era scontato. Siamo forse nella più bella piazza del mondo, stasera anche simbolo di valori importanti come coesione, scambio, socialità, appartenenza», ha detto Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello. Selezionati dalla giuria dei letterati presieduta da Paolo Mieli, i cinque libri finalisti sono stati votati dalla giuria popolare formata da 300 lettori. I rumors della vigilia davano favoriti Guccini (arrivato penultimo) e Patrizia Cavalli (ultima). Il risultato sorprendente ha ribaltato ogni pronostico. Con Passi giapponesi (Einaudi), primo suo libro in prosa, Cavalli compone una raccolta di frammenti autobiografici che portano il lettore nel cuore dell’autrice, tra ricordi e ritratti di un’umanità descritta con un linguaggio magistrale. In Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto (Giunti), Guccini, che ha da poco compiuto 80 anni, torna alle sue radici, nel paesino ormai spopolato di Pàvana, riportando alla luce i suoi abitanti. «Ho sempre scritto», ha detto, «ma non avrei mai pensato di arrivare nemmeno in cinquina. Ho desiderato fin da bambino di fare lo scrittore e poi la vita mi ha portato davvero a farlo, scrivendo canzoni che non erano semplici canzoni, ma racconti». E ancora: «Per me è più difficile scrivere una canzone perché deve essere sintetica e concentrare è difficile, mentre con la prosa vado come un treno». È un misantropo violento che non ama ma solo possiede, il protagonista del libro del veneziano di 33 anni Sandro Frizziero. Sommersione, edito da Fazi, narra la giornata decisiva di un odiatore di 80 anni che abita in una remota isola che verrà presto inghiottita dalle acque. Mostruoso, fantastico e crudo appare il libro edito da Bollati Boringhieri L’incanto del pesce luna del torinese Ade Zeno, 41 anni, classificatosi terzo, che racconta le profonde lacerazioni di un padre che, pur di proteggere la figlia, si ritrova al servizio di un’antropofaga. Il Premio Fondazione Campiello alla carriera è stato assegnato allo scrittore Alessandro Baricco, che ritirando il riconoscimento ha detto: «Per immaginare il futuro serve un’intelligenza diversa da quella novecentesca, come quella che sta nascendo tra i nostri figli. Ci può aiutare a superare gli errori del passato. Ma bisogna avere più coraggio». Il futuro è rappresentato da Michela Panichi, napoletana di vent’anni di Napoli, vincitrice del Campiello Giovani con il racconto Meduse, mentre Veronica Galletta è stata premiata nella categoria opera prima per Le isole di Norman (Italo Svevo).