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 2020  settembre 05 Sabato calendario

Lo scontro tra i figli di Berlusconi

Sesto piano, settore D, “appartamento del Presidente”. Gli specialisti si alternano da 36 ore intorno al letto più monitorato dell’ospedale San Raffaele di Milano. Silvio Berlusconi combatte, il sistema respiratorio attaccato dal Covid, arrivato in quelle corsie con la febbre più alta e la tosse più insistente. Intorno, allerta, tensioni e una malattia che può diventare materia esplosiva nelle dinamiche familiari. Perché “re” Silvio è un paziente di quasi 84 anni colpito da infezione almeno da lunedì scorso, che «non è dell’umore migliore», visto che deve fare i conti con l’affati-camento generale, il fiato corto, il peso di antibiotici e cortisonici. Perché è la terza volta in diciotto mesi che il leader di Forza Italia già operato al cuore viene ricoverato: dopo gli accertamenti cardiaci del marzo 2019, e dopo la brutta caduta a Zagabria del novembre successivo, con banale lesione. Ma questa non ha niente a che fare, ovviamente, con le altre degenze. Da nessun punto di vista.
Tracce di polmonite bilaterale: il volto minaccioso di Cov-Sars-2 affiora sui monitor dove scorrono gli esiti delle sue radiografie e Tac. I figli e gli affetti cari, lontani: come esige per ora la profilassi antivirus. Anche Marta Fascina, la deputata e compagna dell’ex premier, è rimasta a Villa San Martino, è positiva, in quarantena. Così i due figli, anche loro contagiati, anche loro divisi: Barbara a nord, Luigi in isolamento in barca a Pantelleria. E i nervi sono a fiori di pelle. In reparto e fuori.
La tensione è alta tra i due rami della famiglia – accomunati dall’apprensione – come mostra l’irritazione che spinge ieri la terzogenita a rompere il silenzio. Barbara attacca: «È del tutto improbabile che lo abbia infettato io». Non ci sta ad essere ritratta come l’ “origine” di tutto, magari in contrapposizione all’altra, la vestale Marina, che così diligentemente (o forse solo fortunatamente) l’aveva tenuto al riparo, aprendogli, per tutto l’inverno cupo della pandemia, la sua residenza in Provenza. Ma ora basta colpevolizzare l’estate più giovane tra Costa Smeralda e Capri, chiede la 34enne manager. «Non ho condotto alcuna vita sregolata in Sardegna. Le volte che sono uscita la sera, in tre mesi, si possono contare su una mano. Sono stata sempre a Villa Certosa: altro che movida... Pannolini, piuttosto!». Poi il messaggio al papà. «L’Italia in crisi ha bisogno di te». E la rabbia. «Penso sia disumano essermi trovata su tutti i media come l’untrice ufficiale della persona a cui voglio più bene», si sfoga Barbara con Corriere. it. E sembra proprio che parli ai giornali perché la maggiore erede intenda.
È tesa anche l’interlocuzione con l’equipe del San Raffaele. E il professor Zangrillo, commentano alcuni autorevoli amici dell’ex premier, «ora ha un bel dire che non è stato facile convincere il presidente della necessità del ricovero e della terapia del riposo». Pare che invece, giovedì sera, Marina abbia imposto che suo padre venisse condotto al San Raffaele, contrariamente alla vigilanza – rigorosa ma più attendista – che si suggeriva dal polo sanitario, dal quale il responsabile della Terapia intensiva del San Raffaele era andato a visitare Berlusconi. Perché ricoverarlo se non è ancora necessario, chissà che caos si scatena, suggeriva. Dubbi spazzati via dalla decisione di Marina: trasporto immediato, in ospedale saremo tutti più sicuri. E chissà che non abbia influito, agli occhi dei familiari, l’impostazione riduzionista del medico personale del leader, che per tutta l’estate ha argomentato (ora dice: «in tono stonato») sulla minor carica virale, sulla inesistenza della seconda ondata. In ogni caso, è noto ai vertici di Fi il risentimento di Marina per come è stata complessivamente gestita l’ultima parte delle vacanze di Silvio. «Fosse stato mio padre, con gli 84 anni alle porte e gli acciacchi, lo avrei fatto ricoverare immediatamente», spiega un senatore.
D’altro canto date esatte, e sintomi corrispondenti, della malattia del “sovrano” restano – come in qualunque corte – elementi di un giallo. Un primo quadro influenzale sarebbe comparso già da lunedì. In Fi c’è chi ricorda che il 31 agosto, infatti, giorno in cui aveva partecipato telefonicamente a un appuntamento elettorale, la sua voce sembrava meno brillante del solito. Martedì, è il giorno dei cattivi dubbi che si tramutano in certezza: Barbara non sta molto bene, risulterà positiva (poco dopo, anche Luigi), ma chi può dire che sia stata lei, al rientro da Capri. Mercoledì è ufficiale: Berlusconi è stato infettato. «Ma è asintomatico», si affretta a precisare Zangrillo. Giovedì, invece, l’ex premier si collega a un altro convegno elettorale a Genova e dice: «Non ho più dolori e febbre». Ha già sofferto, un po’. Poco dopo i sintomi tornano. Tosse e febbre. La lastra dice: inizio di polmonite. Non c’è tempo da perdere. Comincia forse la missione più dura per la tempra di Silvio.